Asiu perde pezzi e la situazione sta peggiorando

· Inserito in Spazio aperto
Giuliano Parodi

SUVERETO 28 mag­gio 2015 — Dopo aver per­so il Diret­tore Enri­co Bar­barese qualche mese fa, ASIU perde altri pezzi, sta­vol­ta macchi­nari indis­pens­abili. Nei giorni pas­sati nel silen­zio gen­erale, l’am­min­is­tra­tore uni­co avrebbe dovu­to avvis­are almeno i Comu­ni soci, il trit­u­ra­tore di ingorm­bran­ti, (15/20 ton all’o­ra) e’ sta­to riti­ra­to dal­la dit­ta Cesaro, pro­pri­etaria del­la macchi­na, per man­cati paga­men­ti da parte di ASIU. Il for­n­i­tore ha richiesto in tem­pi rapi­di un piano di rien­tro del deb­ito per riportare il trit­u­ra­tore. Essendo questo ele­men­to fon­da­men­tale per una serie di attiv­ità, ovvi­a­mente non pote­va essere por­ta­to via sen­za creare prob­le­mi alla ges­tione per cui non può essere una cosa con­cor­da­ta con la diri­gen­za altri­men­ti per sos­ti­tuir­lo avreb­bero dovu­to portare il nuo­vo in maniera con­tes­tuale.
I ritar­di nei paga­men­ti riguardano questo come molti altri for­n­i­tori. Pen­si­amo sia il momen­to che l’am­min­is­tra­tore uni­co ed i revi­sori dei con­ti fac­ciano luce ed informi­no in maniera pun­tuale i sin­daci e i cit­ta­di­ni sul­l’in­deb­ita­men­to reale di ASIU.
All’ul­ti­mo con­siglio di ammin­is­trazione il dott. Murzi ave­va affer­ma­to che nei giorni suc­ces­sivi sarebbe anda­to dal com­mis­sario stra­or­di­nario Luc­chi­ni, Piero Nar­di, a fir­mare la ces­sione da parte di Luc­chi­ni del­la dis­car­i­ca adi­a­cente all’at­tuale.
Ad oggi non abbi­amo piu’ rice­vu­to nes­sun aggior­na­men­to in mer­i­to, ma come si evince dal­lo scarno piano indus­tri­ale pre­sen­ta­to da ASIU in quel­la sedu­ta, la sola acqui­sizione del­la dis­car­i­ca, e’ solo un ris­chio ed un cos­to, a meno che non ven­ga con­tes­tu­al­iz­za­ta con l’im­peg­no del­la Provin­cia di Livorno ad autor­iz­zare il rial­zo del­la stes­sa e l’am­pli­a­men­to del­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano (il famoso cono rovescio) dal quale pos­sono derivare i ricavi.
A questo è lega­ta anche la real­iz­zazione del­la nuo­va dis­car­i­ca, il vero val­ore aggiun­to, poiché i rifiu­ti che insistono sul­l’area LI53 dovreb­bero in parte essere smalti­ti sul rial­zo del­la dis­car­i­ca Luc­chi­ni. L’op­er­azione sta in pie­di nel com­p­lesso, se non si vuole rischiare il dan­no erar­i­ale, dal momen­to che un sogget­to pub­bli­co si tro­va a sostenere costi di un sogget­to pri­va­to inadem­pi­ente.
La situ­azione del­la divi­sione azien­dale è molto poco chiara dato che non si par­la più di cessione/conferimento di ramo di azien­da, ma di di ces­sione di beni e servizi com­pren­sivi del per­son­ale nec­es­sario a real­iz­zarli. È nor­male seguire una pro­ce­du­ra che crea una bad com­pa­ny con i deb­iti, in cui las­cia­re oltre 40 lavo­ra­tori che niente han­no a che fare con gli stes­si? Come sin­da­co socio mi bat­tero’ affinche’ le garanzie, fino­ra a parole, per i lavo­ra­tori deb­bano trovare riscon­tro nei fat­ti, ovvero in clau­sole con­trat­tuali scritte.”
In questo quadro con­fu­so si inserisce anche la prete­sa di SEI Toscana di portare i rifiu­ti del­la Val di Cor­nia alle Stril­laie. Oper­azione che serve a mit­i­gare il con­trat­to cape­stro (oltre ven­ti anni a quan­ti­ta­tivi garan­ti­ti) siglato con l’impianto, nel­la cui com­pagine, c’è il medes­i­mo socio pri­va­to, Unieco, del­la stes­sa SEI Toscana.
L’im­mi­nente pas­sag­gio in ATO sud, mi pre­oc­cu­pa non poco vis­to che i Comu­ni che già ricevono il servizio da SEI si stan­no ribel­lan­do per i minori servizi rice­vu­ti, a fronte di un forte incre­men­to tar­if­fario. E sopratut­to, notizia di questi giorni, l’ir­ruzione del­la Guardia di Finan­za negli uffi­ci di Ato Sud per acquisire il mate­ri­ale del ban­do vin­to da Sei Toscana.
E’ nec­es­sario fare chiarez­za su trop­pi aspet­ti e soprataut­to, come soci di ASIU, affrontare in maniera seria e pun­tuale il futuro dei lavo­ra­tori, gli uni­ci che devono essere tute­lati e che non pos­sono cer­to pagare le colpe di Ammin­is­trazioni pas­sate e delle loro scelte sceller­ate.

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