POLEMICA PER UN EMENDAMENTO DI TORTOLINI AL PIANO PAESAGGISTICO

Cemento sulla costa: stop oppure si riparte?

· Inserito in News dal territorio

PIOMBINO 11 mar­zo 2015 — Si è aper­ta una pub­bli­ca dis­cus­sione su un emen­da­men­to al Piano di Ind­i­riz­zo Ter­ri­to­ri­ale (Pit) con valen­za di Piano Pae­sag­gis­ti­co che la Com­mis­sione ter­ri­to­rio e ambi­ente del Con­siglio regionale toscano ha approva­to su pro­pos­ta del con­sigliere Mat­teo Tor­toli­ni a nome del Par­ti­to demo­c­ra­ti­co. L’e­men­da­men­to riguar­da pro­prio la Val di Cor­nia ed in par­ti­co­lare l’ed­i­fi­ca­bil­ità nelle zone costiere. Di cosa si trat­ta?
La pro­pos­ta di Pit già adot­ta­ta dal Con­siglio regionale e sogget­ta a osser­vazioni sta­bili­va di con­sid­er­are pri­or­i­tario «evitare nuovi carichi inse­dia­tivi al di fuori del ter­ri­to­rio urban­iz­za­to e la pro­lif­er­azione di ulte­ri­ori inse­di­a­men­ti e piattaforme tur­is­ti­co-ricettive e pro­dut­tive, nonché riqual­i­fi­care quelle esisten­ti, miglio­ran­done la qual­ità eco­log­i­ca e pae­sag­gis­ti­ca, con par­ti­co­lare atten­zione ai trat­ti tra San Vin­cen­zo e Barat­ti, tra Piom­bi­no e Fol­loni­ca, tra Fol­loni­ca e Por­tiglioni».
L’e­men­da­men­to sos­ti­tuirebbe quan­to sta­bil­i­to dal­la pro­pos­ta con la seguente dizione: «evitare le espan­sioni inse­dia­tive dei cen­tri urbani costieri (San Vin­cen­zo, Piom­bi­no, Fol­loni­ca), qual­i­fi­care l’inse­di­a­men­to delle piattaforme tur­is­ti­co ricettive lun­go il litorale (con par­ti­co­lare rifer­i­men­to ai trat­ti tra San Vin­cen­zo e Barat­ti, tra Piom­bi­no e Fol­loni­ca, tra Fol­loni­ca e Por­tiglioni) sec­on­do cri­teri di sosteni­bil­ità, minore inva­siv­ità, qual­ità ambi­en­tale e pae­sag­gis­ti­ca degli inter­ven­ti, sia favoren­do la riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca di quelle esisten­ti».
L’ inter­pre­tazione che lo stes­so Tor­toli­ni in un comu­ni­ca­to dà è che «i Comu­ni pos­sono prevedere sul­la base di questi cri­teri selet­tivi e comunque oltre i 300 metri dal­la bat­ti­gia strut­ture tur­is­tiche. Nes­suno è obbli­ga­to a fare niente. Saran­no i Comu­ni ad avere ques­ta oppor­tu­nità oppure a fare altre scelte. Ci sem­bra­va di buon sen­so non negare tas­sati­va­mente qual­si­asi tipo di nuo­vo inter­ven­to tur­is­ti­co per i prossi­mi 20 anni pun­tan­do tut­to sul­la selet­tiv­ità».
I 300 metri sono quel­li pre­visti dal Codice dei beni cul­tur­ali e del pae­sag­gio che affer­ma che sono comunque di inter­esse pae­sag­gis­ti­co i ter­ri­tori costieri com­pre­si in una fas­cia del­la pro­fon­dità di 300 metri dal­la lin­ea di bat­ti­gia, anche per i ter­reni ele­vati sul mare. Tor­toli­ni affer­ma che il Pit prevede for­ti vin­coli e il sostanziale divi­eto di nuove edi­fi­cazioni a 300 metri dal­la bat­ti­gia, eccet­to strut­ture leg­gere e removi­bili per la bal­neazione. Ammes­so che ques­ta inter­pre­tazione sia cor­ret­ta rimane il fat­to che l’e­men­da­men­to apre alla pos­si­bil­ità di nuovi inse­di­a­men­ti tur­is­ti­co ricettivi quan­do è del tut­to evi­dente che in Val di Cor­nia le carat­ter­is­tiche del­la cos­ta. l’ero­sione degli are­nili, gli inse­di­a­men­ti già esisten­ti e quel­li pro­gram­mati e già autor­iz­za­ti scon­sigliano la costruzione di nuove strut­ture anche real­iz­zate con “cri­teri eco­logi­ci”. Può la Regione Toscana affer­mare il con­trario e las­cia­re ques­ta pos­si­bil­ità, Tor­toli­ni la chia­ma oppor­tu­nità, ai Comu­ni? La Regione ha tutte le conoscen­ze per effet­tuare una scelta polit­i­ca pre­cisa di piani­fi­cazione nel sen­so del bloc­co di nuove edi­fi­cazioni. Se non la fa vuol dire che la sua opin­ione è che si pos­sa costru­ire e così si assume una respon­s­abil­ità che è tut­ta sua, da non scari­care sui Comu­ni anche se questi sono d’ac­cor­do. E questo è un altro pun­to del­i­ca­to. Tor­toli­ni dice che lui ed il PD si sono fat­ti por­tav­oce del­la volon­tà dei Comu­ni del­la Val di Cor­nia e che ques­ta è addirit­tura la pro­pos­ta dei Comu­ni, ma questo apre un prob­le­ma ril­e­van­tis­si­mo. Come pos­sono i Comu­ni pro­porre degli emen­da­men­ti al Piano di ind­i­riz­zo ter­ri­to­ri­ale sen­za che questi siano dis­cus­si ed approvati dai Con­sigli comu­nali? È una ques­tione isti­tuzionale e polit­i­ca insieme: la piani­fi­cazione ter­ri­to­ri­ale che è rimas­ta teori­ca­mente una delle poche fun­zioni dei Con­sigli comu­nali, sia pure sot­to la for­ma di osser­vazioni ad una stru­men­to regionale, viene ad essi tol­ta. L’asses­sore Pietrel­li del Comune di Piom­bi­no ne par­lò pub­bli­ca­mente ma gener­i­ca­mente, gli ammin­is­tra­tori degli altri Comu­ni nem­meno questo. Nes­sun Con­siglio comu­nale li ha mai approvati.

3 risposte a “Cemento sulla costa: stop oppure si riparte?”

  1. Lirio Gentili says:

    Nei qua­si 5 anni trascor­si in Regione non abbi­amo avu­to notizie del rap­p­re­sen­tante del­la nos­tra zona, stra­no che a mag­gio si vota per rimanere alla ama­ta poltrona.

  2. Massimo says:

    Con questo piano regionale e con le mod­i­fiche pro­poste dal nos­tro con­sigliere è pos­si­bile ipo­tiz­zare l’ur­ban­iz­zazione delle zone delle Fab­bric­ciane, Torre Nuo­va e l’area lot­tiz­za­ta dei Perel­li, aree dove tra l’al­tro la pre­sen­za di pro­pri­etari extra-locali è ele­va­ta. La trasfor­mazione dei lot­ti da agri­coli a lot­ti urban­iz­z­abili con la real­iz­zazione di pic­coli inse­di­a­men­ti abi­ta­tivi con fine tur­is­ti­co-ricetti­vo è una “geniala­ta!”. Dopo decen­ni di dife­sa stren­ua del ter­ri­to­rio si tor­na al vec­chio. Mi sem­bra di assis­tere agli innu­merevoli dibat­ti­ti dei tem­pi di ” Riva Verde” che per sod­dis­fare capre e cavoli par­torirono, pri­ma l’in­di­vid­u­azione di aree lim­itrofe dove spostare i “rivaver­di­ni”, poi la costruzione del vil­lag­gio del Mortel­lic­cio un obbro­brio pae­sag­gis­ti­co ed edilizio. Fol­loni­ca ha già abbon­dan­te­mente real­iz­za­to il real­iz­z­abile in ambito di edilizia tur­is­ti­ca, San Vin­cen­zo pure, sem­pre che non dia il via lib­era su Rim­igliano, rimane Piom­bi­no e le aree che ho sopra indi­ca­to potreb­bero essere le prime ad essere inter­es­sate ed inter­es­san­ti per gli appeti­ti edilizi con il ritorno eco­nom­i­co per il Comune con gli oneri di urban­iz­zazione. Quan­do un politi­co fa una “pro­pos­ta” bisognerebbe capire dove vuole andare a parare, per­chè il moti­vo per cui l’ha fat­ta non lo dirà aper­ta­mente, solo enun­ci­azioni di prin­ci­pio e ciò che poi sarà real­iz­za­to su quel­la “pro­pos­ta” sarà solo un “divenire”.

  3. Massimo says:

    Vor­rei ripren­dere quel­lo che ho det­to aggiun­gen­do altre con­sid­er­azioni. Ci sono aree del Comune di Piom­bi­no che sono tut­t’o­ra sot­to vin­co­lo pae­sag­gis­ti­co ma che han­no un uni­co pro­pri­etario come ad esem­pio tut­ta l’area lato mare, rispet­to alla ” Principes­sa” che va dal biv­io per Barat­ti fino alla vil­la del ” Barone” dove esiste già una attiv­ità tur­is­ti­ca-res­i­den­ziale che con lo “sbloc­ca-vin­coli” potrebbe essere “allarga­ta”. Ci sono i 40 ettari alle spalle del ” Casone” di Barat­ti che van­no fino su alla vil­la “dell’ inglese” acquis­ta­ti dal­la soci­età fiorenti­na che vol­e­va trasfor­mare il ” Casone” in alber­go di lus­so ma che ha nel­la sua pro­pri­età anche altre unità abi­ta­tive nel gol­fo che non si vedono bene ma ci sono. E poi con tut­to quel ter­reno scarsa­mente sfrut­ta­to a liv­el­lo agri­co­lo che ci fac­ciamo? Un cam­po da golf ? Meglio un inse­di­a­men­to tur­is­ti­co-ricetti­vo deb­ita­mente lon­tano dal­la bat­ti­gia. C’è l’area con­tigua al por­to di Barat­ti il cui pro­pri­etario da anni prog­et­ta una riv­o­luzione edilizia rispet­to alla esistente. C’è l’area del­la fat­to­ria di Pog­gio all’Ag­nel­lo il cui pro­pri­etario ha acquis­ta­to anche il ter­reno, molto ter­reno, che face­va parte del­la pro­pri­età prece­dente. C’è l’area del ” Cam­po del Mar­i­ti” sopra ai Ghi­ac­cioni dove gli appeti­ti edilizi non sono nem­meno tan­to nascosti. Mi si potrebbe obbi­ettare che ciò che si andrebbe a costru­ire deve avere solo final­ità tur­is­tiche e per certe aree sopra indi­cate è cer­ta­mente quel­lo l’ob­bi­et­ti­vo, ma nel nos­tro Paese c’è sem­pre un ma.…quello del­la pos­si­bil­ità, in cor­so d’opera, del cam­bio di des­ti­nazione d’u­so. Starà all’am­min­is­trazione locale accettar­la o meno, ma in un peri­o­do di vac­che magre come questo per­chè rifi­u­tar­la? Allo­ra ci dovrà essere mol­ta atten­zione da parte di tut­ti e mol­ta chiarez­za da parte delle ammin­is­trazioni sul come inten­dano real­iz­zare e coni­u­gare la pos­si­bil­ità di real­iz­zazione di edilizia tur­is­ti­ca-ricetti­va con la tutela del pat­ri­mo­nio (di tut­ti) pae­sag­gis­ti­co con gli appeti­ti, legit­ti­mi, degli impren­di­tori che inve­sti­ran­no. Solo la chiarez­za d’in­ten­ti fra le par­ti in gio­co potrà elim­inare i dub­bi, altret­tan­to legit­ti­mi, del cit­tadi­no comune. Cer­to è che la dis­cus­sione è inizia­ta con il piede sbaglia­to con la pre­sen­tazione di un emen­da­men­to deciso fra pochi e cer­ta­mente non rap­p­re­sen­ta­tivi di una volon­tà mag­gior­i­taria a meno che, rifacen­dosi a vec­chi e superati ragion­a­men­ti, ci si arroghi il dirit­to di decidere in quan­to elet­ti dal­la mag­gio­ran­za degli elet­tori per cui ciò che viene deciso è sem­pre e comunque espres­sione del­la volon­tà elet­torale.

Commenta il post