Se è intenzione di Cevital il Comune non può stare a guardare

Demolire altoforno e acciaieria non è un dettaglio

PIOMBINO 10 aprile 2015 — Sem­bra che in quelle ven­ti pagine pre­sen­tate da Cevi­tal, che al sin­da­co di Piom­bi­no Mas­si­mo Giiu­liani sono suf­fi­ci­en­ti per dire che si trat­ta delle linee gui­da di un piano indus­tri­ale logi­co e sostanzioso con linee di mer­ca­to, inves­ti­men­ti, tem­pi e pro­duzione, sia pre­vis­to che dopo la fir­ma del con­trat­to di acquis­to del­la Luc­chi­ni annun­ci­a­ta per gli ulti­mi giorni di mag­gio si darà il via allo sman­tel­la­men­to del­la vec­chia area a cal­do, in modo da pot­er par­tire con l’impianto agroal­i­menta­re entro l’anno suc­ces­si­vo.
Lo stes­so sin­da­co Giu­liani aggiunge anche che occorre limare qualche par­ti­co­lare, ma è una cosa che ver­rà fat­ta da Cevi­tal nei prossi­mi giorni.
E dunque lo sman­tel­la­men­to del­l’alto­forno e del­la acciaieria non è tra i par­ti­co­lari da affinare da parte di Cevi­tal.
DSC_3076Forse il sin­da­co si è dimen­ti­ca­to che la piani­fi­cazione del ter­ri­to­rio è sua speci­fi­ca com­pe­ten­za, non di Cevi­tal, e che dunque ver­i­fi­care la com­pat­i­bil­ità tra pro­poste di inse­di­a­men­to e loro cor­rispon­den­za con le lin­ea di asset­to ter­ri­to­ri­ale comu­nale, nel nos­tro caso inter­co­mu­nale, è respon­s­abil­ità pri­maria del Comune. Ad esem­pio è il Comune che deve dire se ritiene strate­gi­co per il ter­ri­to­rio di Piom­bi­no non dis­trug­gere i vec­chi imn­pianti e des­ti­narli invece ad attiv­ità cull­tur­ali, educa­tive e tur­is­tiche o altro. È com­pi­to del Comune dire esplici­ta­mente a Cevi­tal che questo è ciò che vuole il Comune (se lo vuole) e per questo saran­no mod­ifi­cate le pre­vi­sioni del piano strut­turale. E se vuole, il Comune, può dialog­a­re con Cevi­tal per esam­inare il modo di ren­dere com­pat­i­bili sia il riu­so di quegli impianti sia le nuove attiv­ità che Cevi­tal intende real­iz­zare. Data l’esten­sione del ter­ri­to­rio che sarà a dis­po­sizione di Cevi­tal nel momen­to in cui ne diven­terà pro­pri­etaria o con­ces­sion­ar­ia in quan­to ter­ri­to­rio dema­niale forse è pos­si­bile. C’è da sper­are che, con­trari­a­mente a quel che sem­bra, tra i par­ti­co­lari da affinare ci sia anche questo che pro­prio un det­taglio non è. E che questo sia nel­la volon­tà del Comune. Se non ver­rà fat­to non sarà per­chè non è pos­si­bile, non sarà fat­to solo per­ché il Comune non l’ha volu­to fare e sarà una respon­s­abil­ità polit­i­ca che il C0mune si assumerà quel­la di aver accetta­to la dis­truzione di un pat­ri­mo­nio indus­tri­ale e cul­tur­ale allo stes­so tem­po.
E noi potremo sem­pre andare ad Hat­tin­gen (nel­la foto a sin­is­tra l’alto­forno di Hat­tin­gen in Rena­nia Set­ten­tri­onale-Vest­falia, Ger­ma­nia, trasfor­ma­to in cen­tro cul­tur­ale).

(Foto di Pino Bertel­li)

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