Dichiarazioni sconcertanti e risposte mancate

· Inserito in Spazio aperto
Carla Bezzini

PIOMBINO 14 giug­no 2016 — Nel­la nota stam­pa dif­fusa dal Comune sulle dichiarazioni rilas­ci­ate dal sin­da­co Giu­liani in mer­i­to alla sen­ten­za del TAR sul­la vicen­da di Pog­gio all’Ag­nel­lo, si leg­gono alcune affer­mazioni che ci las­ciano a dir poco scon­cer­tati.
In prim­is, il sin­da­co salu­ta con sod­dis­fazione la sen­ten­za, in quan­to viene a con­fer­mare le tesi difen­sive del­l’am­min­is­trazione comu­nale e “la cor­ret­tez­za del­la posizione del Comune di Piom­bi­no riguar­do all’attuazione del­la pre­vi­sione con­ven­zionale di una spi­ag­gia attrez­za­ta a Barat­ti “. Ma allo­ra: se il Comune era con­vin­to del­la legit­tim­ità delle sue posizioni, per­ché non è anda­to avan­ti nelle sue giuste posizioni e non ha atte­so di arrivare a sen­ten­za invece di affret­tar­si a delib­er­are la vari­ante?
Nel­la sen­ten­za si rib­adisce che la con­ces­sione a terzi di porzioni di are­nile non può che avvenire tramite una gara pub­bli­ca: si prende atto con sod­dis­fazione di questo pro­nun­ci­a­men­to, con ciò ammet­ten­do in modo esplic­i­to il carat­tere pretes­tu­oso e stru­men­tale delle richi­este avan­zate dal­la cor­da­ta immo­bil­iare. Per­ché allo­ra si era stip­u­la­ta l’il­le­git­ti­ma con­ven­zione con l’Im­mo­bil­iare Milanese promet­ten­do una porzione di bene pub­bli­co per uso pri­va­to? Anco­ra una vol­ta si pro­fes­sa il rispet­to delle leg­gi e poi se ne va in dero­ga, in modo dis­in­volto, quan­do si sa che si può incor­rere in cir­coli viziosi di sen­ten­ze e ricor­si.
Il fat­to poi che tale soci­età non abbia parte­ci­pa­to alla gara per le con­ces­sioni bal­n­eari e non abbia impug­na­to il piano par­ti­co­lareg­gia­to di Barat­ti sta a dimostrare, sec­on­do l’uf­fi­cio stam­pa del sin­da­co, la reale man­can­za di inter­esse per l’are­nile. Nel­la vari­ante di giun­ta, però, queste richi­este veni­vano addotte a sup­por­to del­la neces­sità e del­la giustez­za del­l’­op­er­azione. Il pas­sag­gio che mag­gior­mente ci ha scon­cer­ta­to è però il seguente:” Il per­cor­so urban­is­ti­co di vari­ante non era sta­to in alcun modo sub­or­di­na­to alla sen­ten­za del tri­bunale in rifer­i­men­to al con­tenzioso pres­so il Tar Toscana”. Quin­di, la vari­ante al Piano Strut­turale d’Area e al Rego­la­men­to Urban­is­ti­co ha la sua moti­vazione prin­ci­pale ed esclu­si­va nel­la volon­tà di scon­giu­rare la chiusura di un’at­tiv­ità tur­is­ti­co-ricetti­va di grande impor­tan­za eco­nom­i­ca e occu­pazionale per il nos­tro ter­ri­to­rio. Tradot­to in ter­mi­ni sem­pli­ci, si adeguano gli stru­men­ti urban­is­ti­ci alle vicende eco­nomiche di alcune aziende (non tutte) e alla loro più o meno adegua­ta capac­ità ges­tionale d’im­pre­sa. Noi cre­di­amo invece che a dettare la pro­gram­mazione ter­ri­to­ri­ale non deb­bano essere le ques­tioni interne di alcu­ni impren­di­tori, ma una visione più ampia e lungimi­rante ispi­ra­ta all’in­ter­esse delle comu­nità. Si dice infine che si è fat­ta la scelta del­la vari­ante pun­tuale sia per accel­er­are i tem­pi (per­chè tut­ta ques­ta fret­ta, ci chiedi­amo?) sia per non impattare sul Piano Strut­turale D’Area. Anche ques­ta affer­mazione ci las­cia stupi­ti. La vari­ante, approva­ta sen­za alcun con­fron­to, cos­ti­tu­isce di per sé l’en­nes­i­ma con­fer­ma del­la fine delle politiche ter­ri­to­ri­ali inte­grate.

Car­la Bezzi­ni è con­sigliere comu­nale di Un’Al­tra Piom­bi­no

Commenta il post