E ora discutano di tutto tutti i consigli comunali

PIOMBINO 17 otto­bre 2016 — Sul­la crisi indus­tri­ale, sul piano di Afer­pi e sulle con­seguen­ti scelte urban­is­tiche si dis­cute ovunque meno che nelle sedi isti­tuzion­ali, a par­tire dai Con­sigli Comu­nali del­la Val di Cor­nia. Man­cano infor­mazioni sul­lo sta­to di attuazione degli Accor­di per boni­fiche, rein­dus­tri­al­iz­zazione e piano indus­tri­ale del grup­po Cevi­tal.
Purtrop­po da oltre un decen­nio — per respon­s­abil­ità dei gov­erni nazion­ali, region­ali e locali – siamo abit­uati a clam­orosi fal­li­men­ti: dai fanghi di Bag­no­li al polo europeo per la rot­ta­mazione di gran­di navi, fino all’insorgere di pen­san­ti ombre sug­li impeg­ni assun­ti nel 2015 dal grup­po algeri­no Cevi­tal, larga­mente dis­at­te­si e forse già can­cel­lati. C’è bisog­no urgente di trasparen­za e di chiarez­za, dicen­do la ver­ità ai nos­tri cit­ta­di­ni.
Ad oltre due anni dal­la chiusura del­l’alto­forno e di tut­ta l’area a cal­do lo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co cade a pezzi. Del­la nuo­va acciaieria e del nuo­vo treno di lam­i­nazione che dove­vano assi­cu­rare la con­ti­nu­ità pro­dut­ti­va siderur­gi­ca restano solo le promesse sancite negli Accor­di di Pro­gram­ma e negli accor­di sin­da­cali. Nes­sun fat­to con­cre­to, poche certezze e moltissi­mi rin­vii. Non ci sono certezze sui finanzi­a­men­ti nec­es­sari per gli inves­ti­men­ti e, addirit­tura, nep­pure per la ges­tione cor­rente del­l’azien­da. L’occupazione dei lavo­ra­tori ex Luc­chi­ni è garan­ti­ta solo gra­zie agli ammor­tiz­za­tori sociali a cari­co del­lo Sta­to, con salari ridot­ti. Quel­la dei lavo­ra­tori dell’indotto è invece mina­ta da due peri­coli con­comi­tan­ti: la sca­den­za di ammor­tiz­za­tori sociali non rin­nov­abili e da accor­di sin­da­cali che preve­dono lo svol­gi­men­to da parte dei lavo­ra­tori ex Luc­chi­ni di attiv­ità che in pas­sato veni­vano svolte dai lavo­ra­tori dell’indotto. Uno sce­nario des­ti­na­to dunque ad ali­menta­re la guer­ra tra poveri.
Nonos­tante i pesan­ti inter­rog­a­tivi che gra­vano sui piani indus­tri­ali di Cevi­tal, Gov­er­no, Regione e Comune di Piom­bi­no stan­no con­seg­nan­do a Issad Rebrab, patron di Cevi­tal, le sor­ti del­la cit­tà e il ter­ri­to­rio. Non solo quelle dell’acciaio, ma anche di vastis­sime aree por­tu­ali per fumosi prog­et­ti nel cam­po del­la logis­ti­ca e dell’industria agroal­i­menta­re di cui nes­suno, anco­ra oggi, conosce con­tenu­ti, fat­tibil­ità, finanzi­a­men­ti nec­es­sari e disponi­bili. Con l’accettazione acrit­i­ca del cosid­det­to mas­ter­plan Afer­pi, (di fat­to con­fer­ma­ta dal­la recente direzione del PD del­la Val di Cor­nia) il Comune di Piom­bi­no accetta che siano com­pro­messe le aree nat­u­rali del Quaglio­dro­mo a Boc­ca di Cor­nia, che la ss 398 (se mai sarà intera­mente finanzi­a­ta) pas­si sot­to le case del Cotone anziché a fian­co del­la lin­ea fer­roviaria esistente, che Rebrab piani­fichi non solo le aree indus­tri­ali di sua pro­pri­età, ma anche quelle urbane di Cit­tà Futu­ra, com­p­rese quelle comu­nali.
Intan­to le boni­fiche sono anco­ra tutte ai nas­tri di parten­za. Dopo avere annun­ci­a­to nell’ultimo decen­nio inves­ti­men­ti che sfio­ra­no il mil­iar­do di euro, dal Min­is­tero dell’Ambiente fan­no sapere (e pro­pa­gan­dano molto) che per le boni­fiche restano solo 50 mil­ioni: un’inezia rispet­to ai bisog­ni reali.
I sol­di annun­ciati per la ss 398 (50 mil­ioni) sono molti meno di quel­li che ser­vono e con­sen­ti­ran­no, se va bene, di real­iz­zare il trat­to da Mon­tege­moli al Gag­no per poi rigettare den­tro la cit­tà il traf­fi­co per il por­to. Dunque non sarà affat­to riso­lu­ti­vo dei prob­le­mi, né del por­to, né del­la cit­tà.
Il mega­por­to, con­cepi­to per accogliere e demolire la Con­cor­dia (tralas­cian­do però di costru­ire la stra­da e la fer­rovia per poter­lo uti­liz­zare), non è anco­ra com­ple­ta­to, men­tre la Con­cor­dia è ormai qua­si intera­mente demoli­ta nei cantieri di Gen­o­va. A Piom­bi­no è sta­ta promes­sa la demolizione di navi mil­i­tari, mai pre­cisate. Per com­pletare e uti­liz­zare i gran­di spazi del por­to Regione e Autorità Por­tuale sono in cer­ca affan­nosa di investi­tori pri­vati.
Quel­lo che emerge è un quadro pre­oc­cu­pante sul quale bisogna inter­venire con real­is­mo e respon­s­abil­ità e con una visione di più largo respiro. Per questo le liste civiche chieder­an­no la con­vo­cazione con­giun­ta e aper­ta dei Con­sigli Comu­nali del­la Val di Cor­nia.

Assem­blea San­vin­cen­z­i­na
Assem­blea Popo­lare Suvere­to
Comune dei Cit­ta­di­ni
Un’altra Piom­bi­no

(Foto di Pino Bertel­li)

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