Nella legge della Regione un unico piano intercomunale

Aree dismesse, occasione da non perdere

· Inserito in Editoriale
Redazione

PIOMBINO 15 novem­bre 2014 — È sta­ta pub­bli­ca­ta qualche giorno fa la nuo­va legge regionale toscana per il gov­er­no del ter­ri­to­rio (per leg­gere clic­ca qui). La sua impor­tan­za è pari alla sua lunghez­za: 256 arti­coli che det­tano “ le norme per il gov­er­no del ter­ri­to­rio al fine di garan­tire lo svilup­po sosteni­bile delle attiv­ità rispet­to alle trasfor­mazioni ter­ri­to­ri­ali da esse indotte anche evi­tan­do il nuo­vo con­sumo di suo­lo, la sal­va­guardia e la val­oriz­zazione del pat­ri­mo­nio ter­ri­to­ri­ale inte­so come bene comune e l’uguaglianza di dirit­ti all’uso e al godi­men­to del bene stes­so, nel rispet­to delle esi­gen­ze legate alla migliore qual­ità del­la vita delle gen­er­azioni pre­sen­ti e future”.
Inutile dire che sarà ogget­to di lunghe e appro­fon­dite dis­cus­sioni ed anche Stile libero parteciperà.
Ciò su cui vogliamo puntare subito l’at­ten­zione sono due temi che ven­gono affrontati in maniera sicu­ra­mente inno­v­a­ti­va e di grande inter­esse per la Val di Cor­nia.
La pri­ma riguar­da le norme sul­la piani­fi­cazione inter­co­mu­nale. Per la pri­ma vol­ta ven­gono sta­bilite in Toscana regole cogen­ti per arrivare in cer­ti ambiti e sul­la base delle volon­tà dei Comu­ni a piani strut­turali inter­co­mu­nali. Non piani strut­turali coor­di­nati, pro­prio un uni­co piano strut­turale. Si va oltre il coor­di­na­men­to per­al­tro por­ta­to avan­ti mer­i­to­ri­a­mente dai Comu­ni del­la Val di Cor­nia in anni purtrop­po non recen­ti. Addirit­tura per Suvere­to e Sas­set­ta c’è pro­prio l’ob­bli­go di approvare un piano strut­turale inter­co­mu­nale medi­ante Unione dei Comu­ni.
A questo pun­to, medi­ante con­ven­zione tra loro o medi­ante Unione dei Comu­ni o pri­ma con la con­ven­zione poi con l’U­nione i Comu­ni del­la Val di Cor­nia, han­no la pos­si­bil­ità non di rivedere i loro piani strut­turali ma di elab­o­rarne uno uni­co nuo­vo. Dipende dal­la loro volon­tà polit­i­ca. È il pri­ma ban­co di pro­va su cui si misura la volon­tà recen­te­mente espres­sa dal Par­ti­to demo­c­ra­ti­co di andare al rilan­cio delle politiche sovra­co­mu­nali.
L’al­tra novità riguar­da le aree indus­tri­ali dismesse e dunque parte non insignif­i­cante delle attuali aree indus­tri­ali ove esistono impianti non più uti­liz­za­ti. Le aree exLuc­chi­ni per inten­der­ci. Quelle che abbi­amo chiam­a­to in un prece­dente arti­co­lo aree di arche­olo­gia indus­tri­ale pro­po­nen­done il riu­so. Ebbene la nuo­va legge regionale ded­i­ca un arti­co­lo espres­sa­mente a questo prob­le­ma sta­bilen­do che “ …la Regione pro­muove accor­di di piani­fi­cazione final­iz­za­ti alla riqual­i­fi­cazione urban­is­ti­ca di aree indus­tri­ali dismesse o parzial­mente dismesse..” e per questo “..pro­muove le inizia­tive nec­es­sarie al reper­i­men­to delle risorse..”. Che cosa vogliono fare i Comu­ni del­la Val di Cor­nia: uti­liz­zare subito ques­ta nor­ma e far­si inter­preti del­la loro volon­tà nei con­fron­ti del­la Regione o aspettare? Cre­dono che il prob­le­ma del­la riqual­i­fi­cazione di aree indus­tri­ali così estese pos­sa cos­ti­tuire una pri­or­ità nelle loro idee di svilup­po del ter­ri­to­rio o no? Cre­dono che la riqual­i­fi­cazione delle aree indus­tri­ali si col­lochi in un’ipote­si di rior­ga­niz­zazione e di rilan­cio del ter­ri­to­rio che loro stes­si non pos­sono non avere o no?
Si misura anche da questo e sopratut­to da questo la pos­si­bil­ità che quel­la paro­la, inno­vazione, trop­po comune­mente usa­ta sen­za che dietro ci sia un con­tenu­to reale, alla fine acqui­sis­ca un sig­ni­fi­ca­to vero.
Quel­la offer­ta dal­la nuo­va leg­is­lazione regionale è un’oc­ca­sione da non perdere.

(Foto di Pino Bertel­li)

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