Poco lavoro per le donne e loro se lo creano

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Martina Pietrelli

PIOMBINO 14 set­tem­bre 2013 — I numeri spes­so fan­no davvero riflet­tere e ci aiu­tano a capire cosa suc­cede intorno a noi. Un doc­u­men­to molto inter­es­sante è il Bilan­cio di genere 2012, redat­to dal Comune di Piom­bi­no e con­sulta­bile sul sito del Comune (http://www.comune.piombino.li.it/pagina1387_bilancio-di-genere.html) .
Il doc­u­men­to delin­ea un quadro sul­la con­dizione fem­minile nel­la soci­età piom­bi­nese, in cui le donne appaiono alla fine come un enorme ser­ba­toio sot­touti­liz­za­to e in pro­gres­si­vo invec­chi­a­men­to (come del resto tut­ta la popo­lazione), benché esis­tano seg­nali inter­es­san­ti di una ten­den­za a fare impre­sa e di una propen­sione al ris­chio incor­ag­giante da parte delle donne che lavo­ra­no. Purtrop­po, come vedremo, i dati sull’occupazione fem­minile a Piom­bi­no e in Val di Cor­nia sono pre­oc­cu­pan­ti.
Par­tendo dagli indi­ca­tori demografi­ci la pri­ma cosa da evi­den­ziare è che le donne a Piom­bi­no sono il 52% del­la popo­lazione. Al 31 dicem­bre 2011 il Comune di Piom­bi­no con­ta­va, infat­ti, 34.830 res­i­den­ti, 18.145 donne (52%) e 16.685 uomi­ni (48%). Le donne straniere rap­p­re­sen­tano il 7,4% del­la popo­lazione fem­minile totale.
La com­po­nente fem­minile è minori­taria solo nel­la fas­cia di età 0–19 anni dove si fer­ma al 48,2%. Nel­la fas­cia 20–59 la popo­lazione maschile e fem­minile è in sostanziale equi­lib­rio. I rap­por­ti si invertono nel­la fas­cia 60–79, in cui le donne rap­p­re­sen­tano il 53,8% del­la popo­lazione, e anco­ra di più nel­la fas­cia over 79, dove le donne sono il 63,6% e gli uomi­ni il 36,4%.
Anal­iz­zan­do, invece, lo sta­to civile, il 56% (8.899) del­la popo­lazione fem­minile mag­giorenne è sposa­ta, le donne nubili (2.915) sono il 19%, le vedove (2.887) il 18%, men­tre le donne divorzi­ate (680) sono il 2%. La metà delle vedove ha oltre 80 anni, un dato che fa riflet­tere sulle poten­ziali dif­fi­coltà sia eco­nomiche che sociali in cui ques­ta cat­e­go­ria di donne disoccupatedonne potrebbe trovar­si, in quan­to sole e con ovvie dif­fi­coltà a con­trarre un nuo­vo mat­ri­mo­nio. L’età è, infat­ti, un fat­tore che può influen­zare la con­dizione socio-eco­nom­i­ca delle donne vedove e divorzi­ate: queste ultime, ad esem­pio, sono poten­zial­mente madri sole di bam­bi­ni pic­coli.
Veni­amo ora alla situ­azione lavo­ra­ti­va. I dati rel­a­tivi al 2011 for­ni­ti dal Cen­tro per l’impiego ci dicono che nel Comune di Piom­bi­no il tas­so di occu­pazione (rap­por­to tra la popo­lazione occu­pa­ta e la popo­lazione totale) è di 58,4, un val­ore più alto rispet­to alla media nazionale (57,6). Invece il tas­so di attiv­ità (rap­por­to tra la popo­lazione atti­va e la popo­lazione in età lavo­ra­ti­va) che è pari al 43,2 è infe­ri­ore alla media nazionale (48,1). Un dato spie­ga­to anche da una mag­giore pre­sen­za di popo­lazione anziana che ha super­a­to l’età lavo­ra­ti­va. Il 22,8% degli occu­pati risul­ta imp­ie­ga­to nel set­tore dei servizi (9.110), il 25,8% nell’industria (3.223) e l’1,4% nell’agricoltura (174).
Al 31 dicem­bre 2011 risul­ta­vano iscrit­ti alle liste di dis­oc­cu­pazione 7.256 per­sone di cui il 38% uomi­ni (2.741) e il 62% donne (4.515). Nel pri­mo trimestre del 2012 si nota­va già un aumen­to di 213 iscrit­ti, 116 uomi­ni e 97 donne.
Tante, troppe donne a Piom­bi­no e in Val di Cor­nia cer­cano lavoro e non lo trovano. E’ dunque nat­u­rale che si orga­nizzi­no in pro­prio e che fac­ciano in qualche modo di neces­sità virtù, ma è anche un fat­to di per sé indica­ti­vo del­la capac­ità di met­ter­si in gio­co e di rischiare di cui le donne sono gen­eral­mente molto dotate.
Dimostra questo l’indagine, con­dot­ta dal Cen­tro stu­di e ricerche CCIA di Livorno che ril­e­va come, sem­pre al 31dicembre 2011, in Val di Cor­nia le imp­rese fem­minili fos­sero 1.613, vale a dire il 32% cir­ca delle imp­rese totali, il 4% in più rispet­to alla media provin­ciale. C’è di più: il dato rel­a­ti­vo al SEL (Sis­tema Eco­nom­i­co Locale) Val di Cor­nia mostra un’incidenza dell’imprenditoria fem­minile (2,73%) più alta rispet­to a quel­la provin­ciale (2,34%) e rispet­to agli altri SEL del­la Provin­cia, infe­ri­ore solo a quel­lo del SEL Arcipela­go (2,94). Inter­es­sante la tipolo­gia di queste imp­rese fem­minili. Men­tre a liv­el­lo provin­ciale, la mag­gior parte delle imp­rese fem­minili si con­cen­tra nel com­mer­cio, la Val di Cor­nia si carat­ter­iz­za per una mag­giore con­cen­trazione di imp­rese fem­minili in agri­coltura. Per quan­to riguar­da gli altri set­tori, sono arti­giane il 15,6% (251) delle imp­rese a fronte di una media provin­ciale del 16,5% (1320), men­tre per quan­to riguar­da il set­tore man­i­fat­turiero le imp­rese del­la nos­tra zona ten­dono a con­cen­trar­si nel com­par­to Ali­men­ta­ri e bevande, per quan­to siano numerose anche quelle attive dell’industria dell’abbigliamento, del leg­no e dei prodot­ti in met­al­lo.

(Foto di Pino Bertel­li)

 

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