Progetti di bonifica tanti e costosi

PIOMBINO 14 set­tem­bre 2013 — Si può sicu­ra­mente dire che i prog­et­ti per la bonifi­ca dei ter­reni con­t­a­m­i­nati fino­ra pre­si in con­sid­er­azione dalle isti­tuzioni pub­bliche ed inser­i­ti in pro­to­col­li ed accor­di tre carat­ter­is­tiche ce l’han­no: la grandez­za ciclop­i­ca, il cos­to sproposi­ta­to e l’i­nat­tua­bil­ità.
Sono carat­ter­is­tiche con­giunte che cos­ti­tu­is­cono la causa dei ben magri risul­tati rag­giun­ti fino­ra.
Per final­ità come
- la mes­sa in sicurez­za e bonifi­ca delle acque di fal­da,
- la bonifi­ca dei suoli e delle falde delle aree pub­bliche,
- la bonifi­ca degli are­nili e dei sed­i­men­ti delle acque por­tu­ali e mari­no costiere,
- la bonifi­ca dei suoli e delle falde delle aree pri­vate e delle aree in con­ces­sione
si è lavo­ra­to ad un prog­et­to che ha come ful­cro fon­da­men­tale il rimar­gin­a­men­to, con req­ui­si­ti idonei ai fini ambi­en­tali di con­teni­men­to e drenag­gio del­la acque di fal­da inquinate, del­l’area ricom­pre­sa sia nel­l’at­tuale spec­chio d’ac­qua por­tuale sia nel­la col­ma­ta nord sia la bonifi­ca dei suoli e delle falde sia la bonifi­ca dei sed­i­men­ti inquinati delle aree marine.
Nel novem­bre 2008 il Comune e l’Au­torità Por­tuale sti­ma­vano un « fab­bisog­no nec­es­sario per finanziare le opere di natu­ra ambi­en­tale (mes­sa in sicurez­za delle falde e bonifi­ca delle aree marine del SIN) e quelle per lo svilup­po delle infra­strut­ture (por­tu­ali e stradali) che, a loro vol­ta, con­tribuis­cono a creare van­tag­gi com­pet­i­tivi per le imp­rese oper­an­ti nel SIN che inten­dono attuare pro­gram­mi di rein­dus­tri­al­iz­zazione e rilan­cio pro­dut­ti­vo» pari al 873.490.000 euro (per leg­gere clic­ca qui).
Si trat­ta di spese alle quali si pen­sa­va di far parte­ci­pare i pri­vati in virtù di una transazione che ai pri­vati dovrebbe costare 146 mil­ioni di euro per la mes­sa in sicurez­za e la bonifi­ca del­la fal­da e 185 mil­ioni di euro per la bonifi­ca dei sed­i­men­ti inquinati pre­sen­ti nei fon­dali del por­to e del­la restante area mari­na.
In aggiun­ta nelle aree pri­vate sareb­bero sta­ti i pri­vati a far­si cari­co di tut­ti i costi (per leg­gere clic­ca qui).
Facile capire che, sopratut­to in una situ­azione di gravis­si­ma crisi eco­nom­i­ca delle prin­ci­pali imp­rese pro­dut­tive di cui si par­la (Luc­chi­ni-Sev­er­stal, Arcelor Mittal-Magona,Tenaris-Dalmine) o in una scom­parsa di valid­ità strate­gi­ca del­l’inse­di­a­men­to (ENEL) che si som­mano alla indisponi­bil­ità delle risorse pub­bliche tut­to questo è molto aleato­rio se non inat­tua­bile.
Ma in realtà sono sta­ti pro­prio il Pres­i­dente del­la Giun­ta regionale, il Pres­i­dente del­la Provin­cia di Livorno ed il Sin­da­co di Piom­bi­no a met­ter in evi­den­za le crit­ic­ità dei prog­et­ti di bonifi­ca su cui si è lavo­ra­to fino ad oggi così come tes­ti­mo­nia quan­to det­to in alle­ga­to alla let­tera del 10 agos­to 2012 con la quale ponevano il prob­le­ma del­la can­di­datu­ra del Polo Siderur­gi­co di Piom­bi­no ad un prog­et­to di ricon­ver­sione e riqual­i­fi­cazione pro­dut­ti­va:
“I pro­gram­mi per le boni­fiche, defin­i­ti con gli Accor­di nazion­ali del 2007 e del 2008, non han­no prodot­to sino ad oggi con­creti risul­tati in ter­mi­ni di “resti­tuzione agli usi legit­ti­mi” dei ter­ri­tori inclusi nel SIN.
E’ dunque oppor­tu­na la ric­og­nizione sul­lo sta­to effet­ti­vo dei pro­gram­mi per ver­i­fi­care l’efficacia dei pro­ced­i­men­ti ammin­is­tra­tivi e la fat­tibil­ità tec­ni­ca e finanziaria del­la prog­et­tual­ità sino ad oggi svilup­pa­ta. In lin­ea gen­erale si pos­sono indi­vid­uare le seguen­ti crit­ic­ità:
bonifica 2- soluzione prog­et­tuali per la mes­sa in sicurez­za del­la fal­da fon­date sul prin­ci­pio del mar­gin­a­men­to pro­fon­do e su sis­te­mi di emu­ngi­nen­to e trat­ta­men­to delle acque, molto cos­tosi ed effi­caci solo quan­do real­iz­za­ti com­ple­ta­mente;
- transazioni onerose per il dan­no ambi­en­tale e la mes­sa in sicurez­za del­la fal­da con aziende che scon­tano sta­ti di crisi indus­tri­ale;
- immo­bi­liz­zazioni di tut­ti i suoli in atte­sa del­la bonifi­ca com­p­lessi­va del­la fal­da, la cui real­iz­zazione è pos­ta in capo al Min­is­tero dell’Ambiente.
Per dare soluzione alle sud­dette crit­ic­ità si pos­sono ipo­tiz­zare le seguen­ti azioni:
- revi­sione del­l’ap­proc­cio prog­et­tuale per la bonifi­ca del­la fal­da, inter­ve­nen­do pri­or­i­tari­a­mente sulle cause del­la con­t­a­m­i­nazione e non sug­li effet­ti. Nel caso di Piom­bi­no le cause del­la con­t­a­m­i­nazione sono da imputare preva­len­te­mente all’assenza di adeguate pavi­men­tazioni e regi­mazioni idrauliche super­fi­ciali delle aree di lavo­razione e di stoccag­gio del­la materie prime, dei sot­to­prodot­ti e dei rifiu­ti indus­tri­ali del­lo sta­bil­i­men­to Luc­chi­ni. La pre­vi­sione di sis­te­mi di mar­gin­a­men­to e cap­tazione del­la fal­da con­t­a­m­i­na­ta dovreb­bero essere cir­co­scrit­ti agli “hot spot”.
- indi­vid­u­azione di pro­ce­dure ammin­is­tra­tive che con­sen­tano il riu­so parziale dei suoli boni­fi­cati, anche in pen­den­za del­la bonifi­ca com­p­lessi­va del­la fal­da, al fine di con­sen­tire inter­ven­ti di adegua­men­to e poten­zi­a­men­to degli impianti indus­tri­ali esisten­ti. Non è sosteni­bile l’immobilizzazione per decen­ni di gran­di aziende che neces­si­tano di peri­od­i­ci adegua­men­ti impiantis­ti­ci.
- atten­ta val­u­tazione delle respon­s­abil­ità del dan­no ambi­en­tale, atte­so che gran parte dei suoli sono sta­ti usati fino alla metà degli anni ’90 da indus­trie di Sta­to.
- resti­tuzione alla pub­bli­ca ammin­is­trazione dei ter­reni dema­niali non uti­liz­za­ti per fini indus­tri­ali.” (per leg­gere clic­ca qui)

 

 

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