Park Albatros, Tenuta di Rimigliano, Paradù, Poggio all'agnello

Una strategia perversa per il territorio costiero

· Inserito in Sotto la lente
Alberto Primi

PIOMBINO 10 otto­bre 2016 — Da anni in Val di Cor­nia è in atto una strate­gia per­ver­sa per acca­parrar­si il ter­ri­to­rio costiero e per spec­u­lar­ci sopra. È una strate­gia basa­ta in parte sul­l’abu­sivis­mo puro e sem­plice e in parte su real­iz­zazioni di opere al lim­ite del­la legit­tim­ità per le quali si arri­va, a pos­te­ri­ori, a un com­pro­mes­so nel quale comunque l’im­pren­di­tore ottiene più del legit­ti­ma­mente dovu­to.
Il tut­to avviene gra­zie a norme ambigue emanate dai Comu­ni, a inter­pre­tazioni a dir poco leg­gere delle stesse e a una totale man­can­za di con­trol­lo del ter­ri­to­rio appli­can­do il cri­te­rio che si inter­viene solo dietro denunce e mai autono­ma­mente. È una strate­gia in cui i soli­ti noti si appro­pri­ano di pezzi del­l’u­ni­co grande pat­ri­mo­nio di questo ter­ri­to­rio: il pae­sag­gio.
Il caso del Park Alba­tros di San Vin­cen­zo va let­to in questo quadro e non lim­i­tar­si a ved­er­lo come un dep­re­ca­bile caso di mal­go­v­er­no locale: è solo l’ul­ti­mo risul­ta­to di ques­ta strate­gia ed è solo l’ul­ti­mo esem­pio del dis­in­ter­esse e del­l’in­ca­pac­ità di chi dovrebbe far rispettare le leg­gi statali, region­ali, provin­ciali e comu­nali nel­la tutela del ter­ri­to­rio e nel­l’ap­pli­cazione par­i­taria di queste per tut­ti i cit­ta­di­ni sen­za cor­sie spe­ciali per qual­cuno.
L’e­len­co dei casi di questi ulti­mi anni è ben nutri­to, basti pen­sare al Piano di recu­pero del­la Tenu­ta di Rim­igliano, sem­pre in Comune di San Vin­cen­zo, dove, gra­zie all’ap­provazione di norme comu­nali urban­is­tiche ed edilizie inde­cen­ti e ver­gog­nose che nes­sun Comune serio avrebbe mai pen­sato di approvare, e a inter­pre­tazioni ancor più indeco­rose delle norme stesse si sono per­me­sse val­u­tazioni di con­sis­ten­ze edilizie la cui legit­tim­ità è sta­ta basa­ta su solo due tes­ti­mo­ni­anze ver­bali sen­za alcun riscon­tro nelle carte del Comune.
Non bisogna poi dimen­ti­care il caso del Paradù di Castag­ne­to Car­duc­ci dove sem­pre gra­zie ad inter­pre­tazioni sul sig­ni­fi­ca­to dei ter­mi­ni “mobile e provvi­so­rio” si è giun­ti a pre­tendere di real­iz­zare più di 700 abitazioni vere e pro­prie sen­za neanche tenere con­to che la Soprint­en­den­za all’o­rig­ine ave­va ritenu­to che la tutela del pae­sag­gio non per­me­ttesse l’in­stal­lazione di più di 250 “capanne poli­ne­siane” sen­za luce e servizi. Nel­la soli­ta trat­ta­ti­va a mis­fat­to avvenu­to, e gra­zie al soli­to ricat­to occu­pazionale, le proteste di cit­ta­di­ni, asso­ci­azioni e par­ti­ti han­no solo con­tenu­to lo scem­pio lim­i­tan­do il numero delle abitazioni ammesse a solo (!!!!) 450. E in ques­ta vicen­da politi­ci e tec­ni­ci si sono anche dimen­ti­cati che esiste­vano doc­u­men­ti dai quali si ricava­va l’i­ne­sisten­za delle reti di acqua, fogne e luce che han­no per­me­s­so di pas­sare da “capanne poli­ne­siane” ad abitazioni vere e pro­prie.
Se a questi esem­pi si aggiun­gono i casi, sem­pre a Castag­ne­to Car­duc­ci, del vil­lag­gio CANADO dove sem­bra vengano ven­dute per uso esclu­si­vo casette che fan­no parte di un vil­lag­gio tur­is­ti­co e a Piom­bi­no dove il Comune ammette la ven­di­ta come sec­onde case di porzioni del­la RTA di Pog­gio all’ag­nel­lo, sem­pre gra­zie al ricat­to occu­pazionale, pos­si­amo affer­mare che il con­trol­lo del ter­ri­to­rio, in par­ti­co­lare di quel­lo più impor­tante pae­sag­gis­ti­ca­mente, il più frag­ile e di mag­gior pre­gio, è asso­lu­ta­mente insuf­fi­ciente.

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Il caso del Park Alba­tros, come già altri cit­ta­di­ni e liste civiche han­no sot­to­lin­eato, e come è sta­to illus­tra­to per­fet­ta­mente nel­l’espos­to pre­sen­ta­to da Assem­blea San­vin­cen­z­i­na, è forse il più ecla­tante per­ché ques­ta vol­ta non si è cer­ca­to di pie­gare le norme da parte del­la pro­pri­età con il bene­plac­ito di politi­ci e tec­ni­ci, ma, sem­plice­mente e nel­la maniera più arro­gante, si è fat­to tut­to abu­si­va­mente dal­l’inizio alla fine, chieden­do poi, a dis­tan­za di anni, ai politi­ci e ai tec­ni­ci di approvare un piano urban­is­ti­co attua­ti­vo che mettesse la foglia di fico alle ver­gogne.

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La rimozione, a sta­gione tur­is­ti­ca con­clusa, delle centi­na­ia di casette abu­sive ammas­sate ora qua e là, non è suf­fi­ciente per­ché, in questo caso non si può venire a dire che la real­iz­zazione delle reti (luce, acqua, fog­natu­ra) e delle strade era già esistente. Quin­di il man­ca­to rispet­to dei vin­coli fore­stali, pae­sag­gis­ti­ci e idro­ge­o­logi­ci risul­ta chiaro e incon­tro­vert­ibile e la legge in questi casi è chiara: demolizione, ripristi­no, sanzioni e con­danne penali per pro­pri­età, imp­rese e tec­ni­ci.
Come già qual­cuno ha chiesto, anche noi vor­rem­mo anche sapere se il fat­to che i grafi­ci pre­sen­tati per la vari­ante al piano in cui evi­den­te­mente non si dichiara la reale situ­azione esistente e quin­di si incorre in una dichiarazione men­dace sarà pre­so in con­sid­er­azione dagli ordi­ni e/o col­le­gi pro­fes­sion­ali, che dovran­no ver­i­fi­care se appli­care sanzioni, sospen­sioni e radi­azioni.
In genere in questi casi tut­ti si gius­ti­f­i­cano lamen­tan­dosi dei tem­pi ecces­si­va­mente lunghi delle pro­ce­dure urban­is­tiche ed edilizie pre­viste per legge, ma questo non può e non deve con­sen­tire com­por­ta­men­ti cosi arro­gan­ti e privi di pudore da parte di pro­pri­etari e tec­ni­ci, anche per­ché sem­br­erebbe che le scor­ci­a­toie siano prat­i­ca­bili solo da qual­cuno. In questo si deve anche riconoscere le respon­s­abil­ità di una Regione che nel­la redazione delle norme sem­bra trop­po spes­so lon­tana dal­la realtà ma va soprat­tut­to sot­to­lin­ea­ta la lentez­za e l’in­com­pe­ten­za dei Comu­ni e la appli­cazione di Rego­la­men­ti Edilizi tut­ti da rivedere e da unifi­care una vol­ta per tutte.
una-strategia-perversa-docxNel caso del Park Alba­tros c’è poi da ricor­dare che a dis­tan­za di anni anco­ra non è sta­to risolto il prob­le­ma del­la stra­da che lo col­le­ga a via del­la Principes­sa e che durante la sta­gione di aper­tu­ra del vil­lag­gio si con­figu­ra estrema­mente peri­colosa per i mezzi e le migli­a­ia di per­sone pre­sen­ti. Già nel­l’agos­to del 2011 il Comi­ta­to per Campiglia denun­ciò il prob­le­ma pro­po­nen­do di non real­iz­zare un allarga­men­to incon­gruo, come è sta­to poi prog­et­ta­to, ma di portare il traf­fi­co pedonale e cicla­bile su un per­cor­so soprael­e­va­to in pali e leg­no lim­i­tan­dosi a pic­coli aggius­ta­men­ti del­la stra­da da ren­dere solo carra­bile. Il Comune rispose allo­ra che la con­ven­zione prevede­va ben altro e si è arrivati a un prog­et­to, purtrop­po approva­to dal­la Soprint­en­den­za, faraon­i­co e inutil­mente dis­trut­ti­vo del pae­sag­gio e delle ger­ar­chie for­mali tra via del­la Principes­sa e le stra­da minori e utile per soli sei mesi l’an­no.

una-strategia-perversa-docxLa stra­da passerà così da una sezione di mt.5,80 a 12,40 e al Comi­ta­to, che denun­ciò nel 2014 ques­ta assur­dità, il Comune nep­pure rispose, evi­den­te­mente pre­oc­cu­pa­to di non creare nes­sun pic­co­lo prob­le­ma alla pro­pri­età anche solo chieden­do un prog­et­to stradale più dig­ni­toso e rispet­toso del pae­sag­gio.
Men­tre il Comune gli usa­va ques­ta corte­sia, la pro­pri­età del Park Alba­tros si ded­i­ca­va ad un ampli­a­men­to abu­si­vo di ben duecentocinquanta/trecento casette sen­za che ad oggi la stra­da sia sta­ta mes­sa in sicurez­za.
In con­clu­sione forse tra anni si arriverà a chiarire le respon­s­abil­ità di pro­pri­età, imp­rese e tec­ni­ci per i reati commes­si, ma ci doman­di­amo cosa faran­no gli ammin­is­tra­tori, i tec­ni­ci comu­nali e i respon­s­abili del­la polizia munic­i­pale alla cui super­fi­cial­ità nel con­trol­lare quel­lo che suc­cede sul ter­ri­to­rio è da ascri­vere una vicen­da che è sta­ta vista solo casual­mente e dopo anni e non cer­to da parte del­l’Am­min­is­trazione del Comune di San Vin­cen­zo. Pos­si­amo prevedere che come al soli­to non suc­ced­erà niente: tut­ti si riem­pi­ran­no la boc­ca di parole e di indig­nazione ma nes­suno penserà di dimet­ter­si.
Tut­ti ten­gono famiglia e tut­to finirà a taral­luc­ci e vino per chi è, anche se forse solo moral­mente, cor­re­spon­s­abile di un caso inde­cente di pes­si­ma ges­tione del ter­ri­to­rio alla cui tutela cer­ti per­son­ag­gi sono sta­ti elet­ti o des­ig­nati dal Sin­da­co, o pagati in quan­to pub­bli­ci dipen­den­ti.
Sicu­ra­mente la strate­gia che abbi­amo descrit­to all’inizio con­tin­uerà ad essere vin­cente e adot­ta­ta in questo ter­ri­to­rio per svilir­lo e ren­der­lo nel futuro non più fonte di lavoro e ric­chez­za per tut­ti per­ché depreda­to da pochi.

*Alber­to Pri­mi rap­p­re­sen­ta il Comi­ta­to per Campiglia

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