VIAGGIO — Le persone e la loro vita in Val di Cornia

· Inserito in Taglio basso
Niccolò Pini e Paolo Benesperi

PIOMBINO 24 dicem­bre 2012 — Con­tinuiamo il nos­tro viag­gio nel­la val di Cor­nia  per esplo­rare per­sone, relazioni e luoghi gui­dati dal­la map­pa cos­ti­tui­ta da “Acciaio”, il roman­zo di Sil­via Aval­lone pub­bli­ca­to nel 2010 da Riz­zoli.
Ci sof­fer­mi­amo par­ti­co­lar­mente sulle per­sone e su alcu­ni loro prob­le­mi par­ti­co­lart­mente com­pli­cati. La man­can­za di lavoro e i pos­si­bili dan­ni creati dal lavoro, i com­por­ta­men­ti deviati e devianti: li abbi­amo cer­cati non per indul­gere nel com­piaci­men­to ma con un atteggia­men­to dis­tac­ca­to per capirne la reale dimen­sione e per trarne inseg­na­men­ti per l’azione.

La dis­oc­cu­pazione
dosoccupazione
Alla fine del mese di mag­gio 2012 sono 47.342 gli iscrit­ti alle liste di dis­oc­cu­pazione con­tro i 41.801 pre­sen­ti alla data del 31 mag­gio 2011 (+13,3%). Il tas­so di cresci­ta si mostra più ele­va­to per gli uomi­ni (+16,5% con­tro il + 11,1%) soprat­tut­to nei Cen­tri per l’Impiego (CPI) di Rosignano/Cecina e Piom­bi­no, dove per altro, anche l’incremento reg­is­tra­to nel com­p­lesso assume inten­sità mag­giore rispet­to alla media provin­ciale.

disoccupazione per etàSola­mente il 34,5% dei dis­oc­cu­pati iscrit­ti ha un’età com­pre­sa tra i 15 e i 35 anni, lo sta­to di dis­oc­cu­pazione coin­volge infat­ti un numero sem­pre mag­giore di cit­ta­di­ni in età matu­ra come con­fer­ma la pre­sen­za sig­ni­fica­ti­va di ultra-54-enni (14,6%).
(Provin­cia di Livorno, Doc­u­men­tazione Mer­ca­to del lavoro anno 2012, Sin­te­si I°semestre 2012)

Gli infor­tu­ni sul lavoro
infortuni sul lavoro«…Qual­cosa come un rumore. Ma non un rumore iden­ti­fi­ca­bile. Non una voce. Un ton­fo. Un errore. Ecco. Una specie di interferenza…Ale, pronto.…Alessio? Alessio? Pron­to? Pron­to! Pron­to pron­to pron­to pron­to pron­to…
…Un min­u­to intero: il cel­lu­lare di Alessio trasmise la voce di Ele­na anco­ra per un min­u­to, quel­la mat­ti­na, tra le 10.06 e le 10.07…
…”Cre­do di aver mes­so sot­to un gat­to.”
Un gat­to. Uno di quegli aggeg­gi pelosi, sen­za coda, sen­za orec­chie. Una di quelle bestie di mer­da con gli occhi pieni di catarat­te, che vivono nelle tuba­ture, sot­to i capan­noni, e a volte, a forza di stare den­tro il veleno, nascono sen­za una zam­pa. Un gat­to. Solo che il rigag­no­lo rosso si sta­va espan­den­do, for­ma­va una poz­za sot­to il sole cocente…
…Un gat­to quan­do si spap­po­la non rilas­cia tan­to sangue. Un suo­la. Qual­cosa come: una scarpa umana. E fil­igrana riarsa di capel­li.
Vide tut­ta quel­la roba informe. Non rius­ci­va davvero a capire. Vide il suo col­le­ga sbian­care, com­in­cia­re a guardar­si intorno, com­in­cia­re a chia­mare: “Alessio! Alessiooo!”…
…Ele­na scese dal­l’au­to e si fece largo sbrac­cian­dosi nel­la cal­ca. Quan­do fu arriva­ta a des­ti­nazione, emise un gri­do dis­umano. Un momen­to sen­za dura­ta.…»

La dro­ga
droga dipendenze«…Anna ci era nata, ma si ren­de­va con­to che le car­tac­ce, le cic­che e a volte le sir­inghe per ter­ra, era­no un brut­to segno.…..Che un uomo che si ini­et­ta una dose di eroina nel brac­cio o nel col­lo, davan­ti ai bam­bi­ni, non è un bel­lo spet­ta­co­lo. Ma sputare su quelle cose era come sputar­si addos­so. E lei, con cer­ti tossi­ci dei palazzi, a tipo di droghevolte si fer­ma­va a par­lare.…
.…Alessio si fic­cò gli auri­co­lari del let­tore mp3 nelle orec­chie.……
.…Non è sem­plice rego­lare il tem­po del­la tua esisten­za con quel­lo che imp­ie­ga l’ac­ciaio a fondere, solid­i­fi­care, rice­vere una for­ma.
Ci vuole una striscia di coca, per forza.
Si chinò in un ango­lo, sfoderò lo spec­chi­et­to tat­ti­co, arro­tolò una ban­cono­ta da cinque e si ini­et­tò per vie res­pi­ra­to­rie la dose quo­tid­i­ana e lo stipen­dio.…»

Dal­l’e­same dei dati del Servizio Tossi­codipen­den­ze dell’ ASL, oltre alla realtà evi­den­zi­a­ta dai grafi­ci, emerge che il fenom­e­no dro­ga in Val di Cor­nia è purtrop­po sta­bile se non in aumen­to da anni. Riguar­da in misura mag­giore gli uomi­ni con un’età media non bas­sa, sopratut­to per gli alcol­isti.

La delin­quen­za
delinquenza generale«…Il cuore di Alessio pom­pa­va sangue e cocaina: come sem­pre con Cris­tiano, quan­do si intru­fola­vano in una pro­pri­età pri­va­ta per rubare qual­cosa…
…Alessio arro­tolò il pri­mo fas­cio di rame e fece ok con le dia. Ci siamo…
…Il mer­ca­to nero del rame: questo sì che era in piena espan­sione…
…A con­ti fat­ti, in una notte, si era­no intas­cati lo stipen­dio Luc­chi­ni di un mese…
..San­dra ripen­sa­va ai quadri rubati, ai sol­di falsi…Tutte ipote­si di reato criminalità minorileper­fet­ta­mente in lin­ea con suo mar­i­to. Ecco da dove veni­vano il dia­mante e la Golf„,”É un dis­grazi­a­to!” …
…Intan­to sull’ A12 Arturo ral­len­ta­va, met­te­va la frec­cia a destra, entra­va nel­l’au­to­grill.
Ave­va appun­ta­men­to qui con il suo avvo­ca­to di Viareggio…Lui di sicuro, con i sol­di che gli ave­va dato, avrebbe appi­ana­to tut­to…
…É un atti­mo scivolare dal­la via drit­ta in una tut­ta stor­ta. Però, pen­sa­va Arturo, è impaga­bile aver­gliela fat­ta alla polizia e sorseg­gia­re un caf­fè nel­l’au­to­grill di notte…
…La via stor­ta, ci vuole la vocazione per intraprenderla..Un paio di meset­ti e torno a casa alla grande! Non uno, ma due dia­man­ti por­to a San­dra!..»

La vio­len­za alle donne
violenza donne età«…Nel­la sala d’aspet­to del­l’am­bu­la­to­rio, padre e figlia sede­vano muti sena guardar­si. I loro cor­pi era­no rigi­di e geli­di nel­la luce fer­ma dei neon.
Enri­co ave­va insis­ti­to con Rosa per accom­pa­gnare lui Francesca dal medico. Non ave­va volu­to sen­tire ragioni. Sape­va che se ci fos­se anda­ta Rosa, le sarebbe scap­pa­ta una paro­la di trop­po. Sarebbe scop­pi­a­ta a pian­gere, chissà cosa si sarebbe inven­ta­ta. E di parole, invece, ne dove­vano uscire poche.
Gli occhi di Francesca era­no vuoti. Fis­sa­va un pun­to astrat­to del­lo spazio e non si smuove­va da lì. Pre­me­va forte la mano destra sul tam­pone appli­ca­to alla bel­l’e meglio al pol­so sin­istro. E il cotone, lenta­mente, si sat­u­ra­va di sangue.
Dal medico, non al pron­to soc­cor­so. In ospedale avreb­bero fat­to troppe domande…
…Si udì un piat­to o un bic­chiere infranger­si. Suo padre com­in­ciò a gri­dare…
…Cer­ca­va di non prestare atten­zione alle gri­da, alla spor­cizia. Al rumore che le mani di suo padre face­vano con­tro il cor­po di sua madre, e il pianto bas­so, con­tin­uo di lei…
violenza donne condizione…”A me non mi ha neanche volu­to par­lare. Mi ha chiu­so den­tro, a chi­ave. Poi l’ho sen­ti­to che anda­va nel­la stan­za di Francesca.…”serrò i pug­ni in grembo,”e io non pote­vo fare niente.”…
…”Sen­ti­vo i ton­fi delle cose. Sen­ti­vo i ton­fi delle mani. Francesca non piange, sai? Non piange più, non dice neanche una parola…É diven­ta­ta come me. Sen­ti­vo i ton­fi delle cose, San­dra, li ho sen­ti­ti fino alle sette di ques­ta mat­ti­na. E non sen­ti­to mai la voce di Francesca.…Poi lui mi ha aper­to, si è rimes­so la giac­ca ed è usci­to.”…
…”Quan­do sono anda­ta in cam­era sua, ho vis­to mia figlia per ter­ra. Ave­va il sangue in fac­cia, le ha rot­to il naso. L’ho rac­col­ta da ter­ra. Lei non mi vol­e­va neanche guardare. San­dra” si fermò,”tu non immag­i­ni come mi sono sen­ti­ta a rac­cogliere mia figlia da ter­ra per la cen­tes­i­ma vol­ta.”…
…”Ques­ta vol­ta lo denun­ci­amo, ques­ta vol­ta lo denun­ci­amo”. Ma lei con­tin­u­a­va a ripeter­mi: “No, no, ci uccide”.…»

(foto di Pino Bertel­li)

 

Commenta il post