Aiuti alle imprese, solo speranze o possibilità reali?

· Inserito in Vicenda Lucchini
Paolo Benesperi

PIOMBINO 4 mag­gio 2014 — Parole molto impeg­na­tive quelle pro­nun­ci­ate dal Pres­i­dente Rossi: «…L’obiettivo è di far tornare Piom­bi­no a pro­durre acciaio (per coeren­za avrebbe dovu­to dire ghisa e acciaio ndr) nell’arco di due-tre anni…Non rin­un­ci­amo alla pos­si­bil­ità che a Piom­bi­no ripren­da la pro­duzione di acciaio. Un quadro di certezze l’abbiamo dato, ora si trat­ta di trovare unin­vesti­tore che si muo­va in questo quadro sfrut­tan­do le oppor­tu­nità offerte dall’Accordo di pro­gram­ma.….».
Dato che di dichiarazioni riguardan­ti pos­si­bil­ità di svilup­po e di risana­men­to, in questi ulti­mi dieci anni, ne sono state pro­nun­ci­ate tante di sim­ili, smen­tite tutte dal­la realtà, sia da rap­p­re­sen­tan­ti isti­tuzion­ali nazion­ali che region­ali e locali ogni vol­ta che si è fir­ma­to un accor­do di pro­gram­ma o un pro­to­col­lo di inte­sa, un modo per capire se si trat­ta di sper­anze e inten­zioni o di pos­si­bil­ità reali è quel­lo di esam­inare che cosa in esso si prevede davvero in mate­ria di incen­tivi alle imp­rese.
E dunque vedi­amo.
1. Un aiu­to agli inves­ti­men­ti pre­vis­to riguar­da quel­lo che viene chiam­a­to il Prog­et­to di ricon­ver­sione, effi­cien­ta­men­to ener­geti­co e miglio­ra­men­to ambi­en­tale, anche con riduzione com­p­lessi­va dei gas cli­mal­ter­abili, del ciclo pro­dut­ti­vo del­lo sta­bil­i­men­to Luc­chi­ni di Piom­bi­no. Quan­to ques­ta ipote­si sia una pura ipote­si e non una certez­za è dimostra­to dalle stesse parole che ven­gono usate nel­l’ac­cor­do: «.…Min­is­tero e Regione val­u­tano la pos­si­bil­ità di incen­ti­vare, sul­la base delle dis­po­sizioni agevola­tive uti­liz­z­abili..» ed anco­ra «.…qualo­ra il pro­gram­ma non sia pre­sen­ta­to entro il ter­mine di sei mesi dal­la data di stip­u­la del con­trat­to di ces­sione di tut­to o parte del com­p­lesso indus­tri­ale…» le risorse sono ripro­gram­mate e comunque «.…la con­ces­sione delle agevolazioni…non cos­ti­tu­isce con­dizione del con­trat­to di ven­di­ta di tut­to o parte del com­p­lesso indus­tri­ale ex Luc­chi­ni in ammin­is­trazione stra­or­di­nar­ia.…».
Sono molti i fat­tori che deter­mi­nano l’in­certez­za:
il fat­to che l’in­ves­ti­men­to sia pro­pos­to da un sogget­to pri­va­to,
il fat­to che si trat­ta di inves­ti­men­ti nel­la siderur­gia,
il fat­to che deb­bono essere rispet­tate le norme sug­li aiu­ti di sta­to per final­ità ambi­en­tale.
Non sono citate le norme sug­li aiu­ti di sta­to su ricer­ca e svilup­po ma ci sono anche quelle. Gli aiu­ti a final­ità regionale per questo pro­prio non ci sono.
Del resto anche la som­ma pre­vista dal­la Regione Toscana (30milioni di euro) è allo sta­to dei fat­ti una pro­pos­ta che deve essere anco­ra con­trat­ta­ta con l’U­nione Euro­pea nel­l’am­bito del­l’ac­cor­do anco­ra da stip­u­lare rel­a­ti­vo al Pro­gram­ma Oper­a­ti­vo Regionale Cresci­ta e Occu­pazione Fon­do Europeo di Svilup­po Regionale 2014–2020.
operaio2. Il Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co stanzia 20milioni di euro come dotazione pro­gram­ma­ta per il finanzi­a­men­to di prog­et­ti di inves­ti­men­to per i quali viene riesuma­ta una vec­chia legge del 1989 ded­i­ca­ta pro­prio alla siderur­gia. Da vedere poi se e come queste agevolazioni potran­no ess­er uti­liz­zate anche per gli oneri di mes­sa in sicurez­za ambi­en­tale del ter­reno sostenu­ti dal pri­va­to non respon­s­abile del­la con­t­a­m­i­nazione.
La Regione Toscana sostiene, nel quadro del­la diver­si­fi­cazione del­la spe­cial­iz­zazione pro­dut­ti­va del­l’area di crisi, inter­ven­ti a sup­por­to di inves­ti­men­ti a favore di imp­rese, con par­ti­co­lare rifer­i­men­to alle PMI, medi­ante diver­si stru­men­ti di incen­ti­vazione. Pare di capire che tale dis­po­sizione si inter­sechi con quel­la, anco­ra da con­trattare con Min­is­tero ed Unione Euro­pea per­ché la zona di Piom­bi­no fino a 50.000 abi­tan­ti (i con­fi­ni geografi­ci non sono dati) sia inseri­ta nel­la car­ta degli aiu­ti a final­ità regionale 2014–2020 al Min­is­tero del­lo Svilup­po Eco­nom­i­co – Dipar­ti­men­to per lo Svilup­po e la Coe­sione Eco­nom­i­ca, al fine del­la noti­fi­ca alla Com­mis­sione Euro­pea. Questo per­me­t­terebbe
a) alle PMI che insistono sul rel­a­ti­vo ter­ri­to­rio di ottenere inten­sità di aiu­to mag­gio­rate;
b) alle gran­di imp­rese che insistono sul rel­a­ti­vo ter­ri­to­rio di pot­er ben­e­fi­cia­re di aiu­ti, purché le agevolazioni siano con­cesse per inves­ti­men­ti iniziali final­iz­za­ti alla creazione di nuove attiv­ità eco­nomiche nelle zone inter­es­sate o alla diver­si­fi­cazione degli sta­bil­i­men­ti esisten­ti in nuovi prodot­ti o in nuove inno­vazioni nei pro­ces­si.
Non ne pos­sono ben­e­fi­cia­re i set­tori dell’industria dell’acciaio e dei trasporti.
La som­ma indi­vid­u­a­ta dal­la Regione è di 32,2milioni di euro derivan­ti da somme non spese o rin­un­cia da inves­ti­men­ti pre­visti dal Pro­gram­ma Attuazione Fon­do Aree Sot­tosvilup­pate 2007–2013 da pas­sare all’ap­provazione del CIPE.
Non si capisce bene se queste risorse siano legate anche se non esclu­si­va­mente ad un’ altra parte del­l’ac­cor­do per l’ur­gente atti­vazione delle pro­ce­dure di mes­sa in sicurez­za e bonifi­ca dell aree dema­niali marit­time su cui insistono imme­di­ate poten­zial­ità di prog­et­ti final­iz­za­ti al rilan­cio pro­dut­ti­vo.
3. La Regione Toscana prevede nel­l’am­bito del­la pro­gram­mazione 2014–2020 del Fon­do Svilup­po e Coe­sione di trasferire 10milioni di euro all’ Autorità por­tuale per l’ur­gente atti­vazione delle pro­ce­dure di mes­sa in sicurez­za e bonifi­ca del­lae aree dem­na­niali marit­time su cui insistono imme­di­ate poten­zial­ità di attuazione di prog­et­ti final­iz­za­ti al ril­am­n­cio pro­dut­ti­vo ed eco­nom­i­co. Tra queste l’area ex Irfird, com­pra­ta nel 2011 dal Comune di Piom­bi­no e mai boni­fi­ca­ta, l’ area retro banchin vari­ante II del Piano rego­la­tore del Por­to, l’ area del­la Chiusa.
Come si vede si trat­ta di stanzi­a­men­ti pre­visti in pro­gram­mi e prog­et­ti non anco­ra approvati e di prog­et­ti pub­bli­ci e pri­vati inesisten­ti.
Ma sorge anche un’al­tra doman­da.
Quale rap­por­to c’è tra questo pro­to­col­lo e la stru­men­tazione pre­vista per le aree di crisi indus­tri­ale com­p­lessa? Per definire tale Piom­bi­no, lo ricor­diamo, addirit­tura il Gov­er­no pose la fidu­cia su una legge.
La log­i­ca del­la ricon­ver­sione pro­dut­ti­va nelle aree di crisi indus­tri­ale com­p­lessa che prevede che siano ricom­pre­si nel­la ver­sione finale del Prog­et­to di Ricon­ver­sione e Riqual­i­fi­cazione Indus­tri­ale dell’ area di crisi indus­tri­ale com­p­lessa (PRRI) prog­et­ti pre­cisi, svilup­pati con l’indi­cazione dei tem­pi e dei costi di real­iz­zazione, dei ben­efi­ci atte­si e delle ipote­si di cop­er­tu­ra finanziaria è com­ple­ta­mente rib­al­ta­ta è sicu­ra­mente non rap­p­re­sen­ta­ta nel­l’ac­cor­do. Ma non siamo nem­meno alla pri­ma fase del­la pre­dis­po­sizione del PRRI che prevede
i fab­bisog­ni di riqual­i­fi­cazione del com­par­to o dei com­par­ti inter­es­sati dal­la crisi;
i set­tori pro­dut­tivi ver­so i quali ind­i­riz­zare la ricon­ver­sione del­l’area di crisi;
le azioni da intrapren­dere per la riqual­i­fi­cazione ovvero ricon­ver­sione del­l’area di crisi, per la pro­mozione di nuovi inves­ti­men­ti, per il sosteg­no del­la ricer­ca indus­tri­ale e del­lo svilup­po sper­i­men­tale, per la riqual­i­fi­cazione del per­son­ale, per l’al­lo­cazione degli addet­ti in esubero, per la real­iz­zazione delle opere infra­strut­turali;
la stru­men­tazione e le risorse finanziarie region­ali e nazion­ali attivabili;
le even­tu­ali pro­poste nor­ma­tive ed ammin­is­tra­tive stret­ta­mente fun­zion­ali alle azioni pro­poste;
i sogget­ti da coin­vol­gere nel­l’Ac­cor­do di Pro­gram­ma ivi com­pre­sa l’even­tuale parte­ci­pazione delle soci­età’ region­ali;
le modal­ità’ attua­tive.
Ed è lo stes­so accor­do che rin­via alla stesura da parte di Invi­talia del PRRI ma con­tem­po­ranea­mente nom­i­na un Comi­ta­to esec­u­ti­vo che definisce ed appro­va entro tre mesi un crono­pro­gram­ma di attuazione dell’ accor­do, com­pre­sa la for­mazione e riqual­i­fi­cazione dei lavo­ra­tori, con l’in­di­vid­u­azione dei sogget­ti attua­tori più idonei, la pre­cisazione degli stru­men­ti di inter­ven­to e delle even­tu­ali cop­er­ture finanziarie inte­gra­tive. Non si capisce bene come i tre mesi si con­cili­no con le altre sca­den­ze pre­viste dal­l’ac­cor­do ma quel­lo che si capisce bene è che il Prog­et­to di ricon­ver­sione può pure andare alle cal­ende greche e che la definizione di area di crisi indus­tri­ale com­p­lessa può perfi­no essere di intral­cio.

(Foto di Pino Bertel­li)

 

 

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