LE POLITICHE REGIONALI E LOCALI CONTINUANO A DETURPARE IL TERRITORIO

Accanimento terapeutico, al quale bisogna reagire

· Inserito in Sotto la lente
Rossano Pazzagli

PIOMBINO 18 feb­braio 2019 — A Piom­bi­no c’è un decli­no, qua­si un accani­men­to ter­apeu­ti­co, al quale bisogna rea­gire. In una situ­azione di pro­fon­da crisi indus­tri­ale, invece di val­oriz­zare le risorse di un ter­ri­to­rio, si cer­ca di dis­trug­ger­le o per­lomeno di offus­car­le. Siamo di fronte a una grave patolo­gia, una schizofre­nia polit­i­ca che da un lato pred­i­ca diver­si­fi­cazione, tur­is­mo, parchi, svilup­po sosteni­bile, dall’altro si con­cen­tra su rifiu­ti, impianti ener­geti­ci, cave, capan­noni… cioè su attiv­ità spec­u­la­tive che ser­vono agli affari di pochi, ma met­tono in peri­co­lo le risorse e le vocazioni del ter­ri­to­rio, che dovrebbe essere un bene comune, di tut­ti. Le isti­tuzioni demo­c­ra­tiche han­no il dovere di sposare i bisog­ni dei molti, non di favorire gli affari dei pochi.
RIMa­te­ria, il prog­et­to di ampli­a­men­to del­la dis­car­i­ca e di costruzione di altri impianti per rifiu­ti spe­ciali e peri­colosi, sono la pun­ta dell’iceberg, l’emergenza più grave di un grap­po­lo di prog­et­ti che stan­no dis­truggen­do l’immagine e le pos­si­bil­ità di rinasci­ta del­la Val di Cor­nia. Non è, dunque, solo un prob­le­ma del­la cit­tà, ma una ques­tione di tut­ta l’area, dall’Arcipelago alle Colline Met­al­lif­ere, da Ceci­na a Pun­ta Ala. Ener­gia e rifiu­ti, due gran­di prob­le­mi del nos­tro tem­po, qui sono diven­tati busi­ness, spec­u­lazione, arro­gan­za del potere, sor­dità alle pre­oc­cu­pate istanze dei cit­ta­di­ni.
L’ultimo arriva­to è l’impianto foto­voltaico sui ter­reni agri­coli in local­ità Boc­ca di Cor­nia: un con­sumo di suo­lo e un impat­to pae­sag­gis­ti­co enorme, dopo lo scem­pio delle sei pale eoliche alte 180 metri lun­go la spi­ag­gia del Quaglio­dro­mo. Impianti indus­tri­ali che sca­tur­iscono da un insieme di scelte sbagli­ate: dal rad­doppio del­la dis­car­i­ca RIMa­te­ria all’impianto Wecol­o­gis­tic e alle altre inizia­tive per rifiu­ti spe­ciali e peri­colosi, la con­t­a­m­i­nazione delle acque di fal­da e l’idea degli acciai al piom­bo. Un quadro dev­as­tante. Allargan­do lo sguar­do all’area cir­costante, altre nuv­ole scure si adden­sano sull’orizzonte del ter­ri­to­rio: un dis­tret­to delle attiv­ità estrat­tive tra San Vin­cen­zo e Campiglia, il poten­zi­a­men­to del­la cen­trale elet­tri­ca Ter­na a Suvere­to, la costruzione di nuovi capan­noni indus­tri­ali a Ven­tu­ri­na. Sof­frono l’aria, la ter­ra e il mare, vit­time di scelte che pre­fig­u­ra­no una strate­gia di attac­co sen­za prece­den­ti al ter­ri­to­rio e alla salute, che mina le pos­si­bil­ità di rinasci­ta rurale e tur­is­ti­ca dell’intera Val di Cor­nia, di cui il mot­to “Piom­bi­no cit­tà dei rifiu­ti” rischia di diventare, purtrop­po, il lugubre e real­is­ti­co bigli­et­to da visi­ta. Sof­fre l’agricoltura di tut­ta l’area, i cui prodot­ti di qual­ità han­no bisog­no di essere accom­pa­g­nati dall’idea di un ter­ri­to­rio di qual­ità.

Rossano Paz­za­gli è uno stori­co, docente all’Università del Molise, già sin­da­co di Suvere­to, mem­bro del­la Soci­età dei Ter­ri­to­ri­al­isti

Tut­to questo non è accetta­bile. Piom­bi­no è sta­ta una bel­la cit­tà indus­tri­ale; c’è sta­to un tem­po in cui, pur con i suoi prob­le­mi, era una cit­tà viva e mod­er­na. Adesso la stan­no trasfor­man­do in una brut­ta cit­tà postin­dus­tri­ale, epigono triste del­la post­moder­nità, qua­si un epitaffio. Non ci si deve scor­ag­gia­re mai, mem­o­ri anche delle battaglie vinte in pas­sato (fanghi di Bag­no­li, dife­sa del gol­fo di Barat­ti, Fonte di Sot­to a Campiglia, elet­trodot­ti Ter­na a Suvere­to…).
Oggi servirebbe una mora­to­ria, uno stop a tut­ti gli inter­ven­ti che aggre­dis­cono il ter­ri­to­rio, il pae­sag­gio, la salute. Ci vor­rebbe cor­ag­gio e lungimi­ran­za, per aprire una fase real­mente nuo­va, non a parole, ma coi fat­ti. Poiché siamo alla vig­ilia delle elezioni ammin­is­tra­tive, sarebbe nec­es­sario costru­ire pro­poste politiche effet­ti­va­mente di rot­tura con il quadro esistente, che esp­ri­mano una visione strate­gi­ca, che si pongano l’obiettivo di una cit­tà vivi­bile e mod­er­na, la sfi­da di una rinasci­ta su basi final­mente sosteni­bili. Pro­poste che indichi­no un sin­da­co cor­ag­gioso e affet­tu­oso (che voglia bene ai luoghi) e una classe diri­gente che si carichi­no sulle spalle il peso, ma anche l’entusiasmo di una sim­i­le sfi­da. Una sfi­da che par­ta dai val­ori del ter­ri­to­rio e dal pae­sag­gio, non dai rifiu­ti e dagli affari ener­geti­ci. Anche il lavoro nasce dal pae­sag­gio e dalle risorse del ter­ri­to­rio, non dalle spec­u­lazioni eso­gene o dalle attese salv­i­fiche del mag­nate di turno.
Il pae­sag­gio è la risor­sa fon­da­men­tale di un ter­ri­to­rio come la Val di Cor­nia, quel­la che gli con­ferisce bellez­za e che dà lavoro nel tur­is­mo, che aggiunge val­ore alle pro­duzioni agri­cole, che pro­muove l’immagine e favorisce l’attrattività di un’area. Invece le politiche region­ali e locali con­tin­u­ano a detur­par­lo, a ridurre la risor­sa in modo irre­versibile. È ora di cam­biare rot­ta. Serve una forte mobil­i­tazione e uno scat­to d’orgoglio, una ven­to nuo­vo che spazzi via la classe polit­i­ca che si è resa respon­s­abile di queste scelte e che sta sven­den­do il futuro dei gio­vani e del ter­ri­to­rio. La fidu­cia che il cam­bi­a­men­to è pos­si­bile.
Ques­ta cit­tà, che era bat­tistra­da di un intero com­pren­so­rio, è diven­ta­ta il fanali­no di coda del­la Val di Cor­nia: sfidu­ci­a­ta dai suoi stes­si abi­tan­ti, dis­er­ta­ta dai gio­vani di tut­ta la zona, sta voltan­do le spalle alle sue bellezze, igno­ran­do le sue poten­zial­ità. Piom­bi­no va ripor­ta­ta al cen­tro, alla gui­da di un ter­ri­to­rio che meri­ta di più, che pro­prio gra­zie alla crisi indus­tri­ale può cos­ti­tuire uno stra­or­di­nario lab­o­ra­to­rio di rinasci­ta e di pro­gres­so buono, puli­to e gius­to.
Fac­ciamo del­la man­i­fes­tazione orga­niz­za­ta per il 23 feb­braio dal Comi­ta­to Salute Pub­bli­ca Piom­bi­no-Val di Cor­nia una man­i­fes­tazione com­pren­so­ri­ale e regionale per inver­tire il mod­el­lo di svilup­po; inse­ri­amo la battaglia dei cit­ta­di­ni di Piom­bi­no nel quadro nazionale, in pri­mo luo­go con­div­i­den­dola con la Rete dei Comi­tati per la dife­sa del ter­ri­to­rio, con le asso­ci­azioni, i media, i gior­nali e le tele­vi­sioni. Fac­ciamo­la diventare sem­pre più virale nel­lo spazio ampio del web, pro­muoven­do sen­za arren­der­si la parte­ci­pazione atti­va dei cit­ta­di­ni di tut­ta la Val di Cor­nia, stanchi di vivere in una ter­ra bel­la e sven­tu­ra­ta, aggred­i­ta dagli appeti­ti­ti spec­u­la­tivi dell’energia e dei rifiu­ti.

(Foto di Pino Bertel­li)

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