Accessibilità non è solo una parola

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pervenuta in redazione

LIVORNO 21 mag­gio 2019 — Quel­la sot­to è una let­tera scrit­ta dal’ asso­ci­azione Sport Insieme Livorno e trat­ta il tema del­l’ac­ces­si­bil­ità e del­l’ab­bat­ti­men­to delle bar­riere architet­toniche. Vista l’im­por­tan­za del­l’ar­go­men­to la pub­blichi­amo, anche se si riferisce speci­fi­ca­mente a Livorno, essendo il prob­le­ma esten­si­bile anche ai Comu­ni del­la Val di Cor­nia.

Livorno 19 Mag­gio 2019
ogget­to: let­tera aper­ta a tut­ti i can­di­dati alle prossime ammin­is­tra­tive

Cari futuri ammin­is­tra­tori di Livorno,
abbi­amo deciso di scrivervi, per farvi conoscere e ren­dervi parte­cipi del nos­tro pen­siero su tem­atiche per noi essen­ziali del­la nos­tra cit­tà.
Vogliamo farvi riflet­tere su con­cetti e filosofie, che riguardano tut­ti, più che met­tere in risalto sin­goli casi e situ­azioni.
Nelle vostre cam­pagne elet­torali, si sente spes­so la paro­la “sociale”: per­fet­to! Ogni schiera­men­to politi­co, alza ques­ta bandiera, ma quan­ti vera­mente entra­no nel mer­i­to e affrontano la cosa risol­ven­do i prob­le­mi?
Cosa sig­nif­i­cano per voi ter­mi­ni come: inclu­sione, acces­si­bil­ità, lib­ertà, parole molto in uso nei vostri accalo­rati comizi.
Livorno negli anni è sta­ta oltrag­gia­ta e con essa siamo sta­ti oltrag­giati noi, per­sone con dis­abil­ità, che vivono la pro­pria cit­tà sem­pre meno inclusi, liberi, costret­ti ed esclusi da dis­sennate politiche che han­no affronta­to le tem­atiche sopra esposte in maniera super­fi­ciale e a dir poco ver­gog­nosa.
Entri­amo nel mer­i­to: uno dei pun­ti fon­da­men­tali è l’ac­ces­si­bil­ità. Avere una cit­tà acces­si­bile vuol dire, pot­er entrare nei negozi, nei locali di inter­esse pub­bli­co, dove si svol­go­no man­i­fes­tazioni e spet­ta­coli, rasseg­ne cul­tur­ali, avere strade e mar­ci­apie­di che non siano per­cor­si ad osta­coli.
Nel­la fase orga­niz­za­ti­va di un even­to, dovrebbe esser­ci un con­trol­lo pre­lim­inare che accer­ti l’ac­ces­si­bil­ità a tut­ti i cit­ta­di­ni, altri­men­ti non dovrebbe essere con­ces­sa l’au­tor­iz­zazione all’even­to stes­so.
Un esem­pio è la Fortez­za Vec­chia, dove si con­tin­u­ano ad orga­niz­zare even­ti e spet­ta­coli, ma nonos­tante anni di incon­tri con espo­nen­ti del­l’am­min­is­trazione comu­nale e del­l’au­torità por­tuale, risul­ta anco­ra inac­ces­si­bile alle per­sone in car­rozzi­na.
I negozi del cen­tro, pre­sen­tano nel­la mag­gior parte dei casi, scali­ni all’in­gres­so che escludono l’ac­ces­so a molte per­sone.
A questo pun­to mi farei un’ altra doman­da: la per­sona dis­abile non è con­sid­er­a­ta un poten­ziale buon cliente? Non potrebbe essere un tur­ista appe­na sbar­ca­to da una nave da crociera?
L’e­len­co dei dis­servizi è enorme, se poi vor­rete, sare­mo disponi­bili ad affrontarne uno ad uno!
Lib­ertà è una paro­la vuo­ta se non si raf­fronta con qual­cosa di con­cre­to, essere più liberi, ampli­are la lib­ertà di ognuno è un con­cet­to che ci appar­tiene da tem­po, il nos­tro impeg­no sociale e se volete, anche politi­co, è quel­lo di bat­ter­ci quo­tid­i­ana­mente per spostare sem­pre un po’ più avan­ti questo con­cet­to, fare polit­i­ca per noi, non è chi­as­so del­la dis­pu­ta, non è vender­si anche la madre per qualche voto in più, è impeg­no quo­tid­i­ano, vol­gen­do lo sguar­do agli ulti­mi, a chi è più vul­ner­a­bile, a chi si tro­va anel­lo più frag­ile del­la cate­na civile. Spes­so il dis­abile viene vis­to come la per­sona da assis­tere e bas­ta, in molti casi è così, ci sono situ­azioni di dis­a­gio e forme di grave dis­abil­ità in cui l’as­sis­ten­za san­i­taria va raf­forza­ta, ma ci sono anche molte situ­azioni dove l’as­sis­ten­zial­is­mo non è ne gra­di­to né nec­es­sario, anzi se vogliamo mina la dig­nità delle per­sone, inve­stire nel­l’au­tono­mia fin dove è pos­si­bile, ren­derebbe meno gravoso anche l’impegno eco­nom­i­co del nos­tro sis­tema san­i­tario, le per­sone più feli­ci sono anche quelle più sane, più attive, più parte­cipi al mec­ca­n­is­mo sociale ed eco­nom­i­co di un paese!
Se quan­do viene costru­ito un muret­to, lo si costru­isce più bas­so in modo da garan­tire la pos­si­bil­ità di godere la vista di un bel tra­mon­to, si dà benessere e si rende una per­sona più felice, in molti casi è solo buon­sen­so e rispet­to! Se il politi­co di turno risolve un prob­le­ma di acces­si­bil­ità in maniera anacro­nis­ti­ca ed obso­le­ta, offende e vio­la i prin­cipi fon­da­men­tali del­la dig­nità umana, pur rispet­tan­do le norme!
Se un ragaz­zo gio­vane si ritro­va in car­rozzi­na, mag­a­ri in segui­to a un inci­dente, non gradirà essere tira­to su dalle scale come una vali­gia! Per questo vi chiedi­amo atten­zione e rispet­to!
Se si inau­gu­ra la Baracchi­na del­la Vela, molto cari­na, vista mare mer­av­igliosa, acces­si­bile al suo inter­no, ma poi cir­con­da­ta da pietrisco che ne rende dif­fi­cile a molti l’ac­ces­si­bil­ità, diven­ta un fat­to grave per tut­ti, la stes­sa cosa è accadu­ta anche nei lavori del­la Bel­lana. Pochi esem­pi per farvi capire come sia nec­es­sario in molti casi andare ben oltre la nor­ma, usare il buon sen­so, met­ten­dosi nelle scarpe degli altri!
L’ac­ces­si­biltà al mare è pos­si­bile, ma dopo anni che si chiede con insis­ten­za di risol­vere il prob­le­ma, è mai pos­si­bile, che in tut­to il trat­to di cos­ta livor­nese non ci sia un acces­so libero al mare per per­sone in car­rozzi­na? Il dirit­to alla bellez­za dovrebbe essere di tut­ti, quin­di il dirit­to di pot­er fare un bag­no in sicurez­za e piena lib­ertà dovrebbe essere una pre­rog­a­ti­va di tut­ti, come il dirit­to di prat­i­ca del sano sport!
Noi ci occu­pi­amo di attiv­ità sportive per dis­abili fisi­ci e intellettivi/relazionali, da più di tren­t’an­ni, ma anco­ra oggi il dirit­to allo sport è in molti casi dis­at­te­so nel­l’ac­ces­si­bil­ità alle strut­ture sportive e quan­do orga­nizzi­amo man­i­fes­tazioni nazion­ali e/o inter­nazion­ali( vedi il nos­tro tor­neo Inail Cit­tà di Livorno , giun­to alla 27 edi­zione) diven­ta dif­fi­cile accogliere nelle strut­ture alberghiere del­la nos­tra cit­tà, gli atleti dis­abili prove­ni­en­ti dal­l’I­talia e dal mon­do, in quan­to gli hotels attrez­za­ti e con totale acces­si­bil­ità non esistono.
Un altro esem­pio è lo sta­dio, dove anco­ra oggi, pur aven­do pre­sen­ta­to e richiesto, alle pas­sate ammin­is­trazioni, soluzioni al prob­le­ma, le per­sone con dis­abil­ità sono rel­e­gate in una parte di sta­dio, sen­za la pos­si­bil­ità di stare in mez­zo alle per­sone e rac­chiuse den­tro un box, dove in caso di piog­gia è impos­si­bile vedere la par­ti­ta e quan­do arri­va il cal­do diven­ta una vera sauna.
La lista dei dis­servizi sarebbe lun­ga, quel­lo che ci aus­pichi­amo è che la lungimi­ran­za del buon politi­co fac­cia pro­pri cer­ti con­cetti, evi­ti gli errori del pas­sato, gov­erni con più atten­zione per una Livorno mod­er­na, inclu­si­va e più lib­era per tut­ti i cit­ta­di­ni.
Per­tan­to con la pre­sente ci ren­di­amo disponi­bili nel “dopo elezioni” ad affrontare, con chi ammin­istr­erà la nos­tra cit­tà, in modo serio e appro­fon­di­to tutte le prob­lem­atiche, al fine di trovare soluzioni reali che ren­dano la cit­tà acces­si­bile e fruibile per tutte le per­sone che ci vivono o vor­ran­no vis­i­tar­la.

Clau­dio Rigo­lo,  Pres­i­dente Sport Insieme Livorno onlus

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