Aferpi, vuoi mettere quando c’era Calenda

· Inserito in Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 13 otto­bre 2018 — “Las­ci­ateli lavo­rare” è sta­to il mantra che, nei mesi che han­no segui­to il 4 mar­zo, zit­ti­va ogni dis­cus­sione. In una cer­ta misura era anche con­di­vis­i­bile, se vogliamo, la neces­sità di val­utare l’op­er­a­to di un gov­er­no che ave­va rac­colto, nel totale, un così deciso con­sen­so elet­torale.
Il tem­po però pas­sa e ci sono vicende e situ­azioni nelle quali “las­ci­ateli lavo­rare” non può gius­ti­fi­care l’in­erzia, tan­to in ambito nazionale quan­to in quel­lo locale.
In questi mesi il grande lavoro por­ta­to avan­ti da Car­lo Cal­en­da e dal suo min­is­tero per far uscire la nos­tra comu­nità dal­la fase di stal­lo lega­ta al naufra­gio degli ambiziosi prog­et­ti del­la ex pro­pri­età alge­ri­na, ha subito una bat­tuta di arresto pre­oc­cu­pante. Un lavoro, su stes­sa ammis­sione dei sin­da­cati, por­ta­to avan­ti con trasparen­za e in modo col­lab­o­ra­ti­vo, che ha per­me­s­so di trovare una cor­ret­ta for­ma giuridi­ca che per­me­ttesse il pas­sag­gio di pro­pri­età tra i grup­pi Cevi­tal e Jin­dal.
Tut­to però è cam­bi­a­to dopo le elezioni del 4 mar­zo e l’insediamento di Lui­gi Di Maio con il doppio ruo­lo di min­istro del lavoro e del­lo svilup­po eco­nom­i­co. Da quel momen­to Piom­bi­no è usci­ta com­ple­ta­mente dai radar dell’interesse del gov­er­no e nav­i­ga a vista.
Tut­ti i tavoli che si sono suc­ce­du­ti, fino al pas­sag­gio defin­i­ti­vo delle quote, non han­no mai vis­to la pre­sen­za del min­istro. Tutte le richi­este di con­vo­cazione da parte delle orga­niz­zazioni sin­da­cali han­no avu­to come segui­to il silen­zio assor­dante del­l’esec­u­ti­vo. Solo oggi, a dis­tan­za di mesi, c’è sta­ta una con­vo­cazione per il 17 otto­bre a Roma. È sta­to nec­es­sario pre­an­nun­cia­re una grande man­i­fes­tazione dei lavo­ra­tori a Roma sot­to il min­is­tero per otten­er­la, men­tre gli ammor­tiz­za­tori sociali sono ormai agli sgoc­ci­oli, sen­za per­al­tro avere la sicurez­za che Lui­gi Di Maio sia pre­sente a questo incon­tro.
É nec­es­sario ottenere un impeg­no forte e leale del gov­er­no e questo non può essere del­e­ga­to ai tec­ni­ci min­is­te­ri­ali. È nec­es­saria una deci­sione polit­i­ca sul futuro del ter­ri­to­rio, dei lavo­ra­tori e delle loro famiglie.
Gli operai di Afer­pi usufruis­cono di un regime di cas­sa inte­grazione stra­or­di­nar­ia, stu­di­a­ta dal gov­er­no prece­dente, che per­me­tte di man­tenere un liv­el­lo salar­i­ale sim­i­le a quel­lo del regime di sol­i­da­ri­età. Ad oggi però tut­to tace e se questo stru­men­to non ver­rà pro­roga­to dal gov­er­no attuale per per­me­t­tere di coprire il tem­po nec­es­sario agli inves­ti­men­ti del nuo­vo impren­di­tore, a fine anno le buste paga subi­ran­no una decur­tazione di cir­ca 250 euro con effet­ti dev­as­tan­ti sulle famiglie e sul com­mer­cio piom­bi­nese.
Questo gov­er­no, il min­istro Lui­gi Di Maio, cre­dono davvero nel rilan­cio del­lo sta­bil­i­men­to di Piom­bi­no come il prece­dente? Oppure no?
Anche le notizie rel­a­tive al ban­do per la for­ni­tu­ra di rotaie a RFI, cronaca di questi giorni, fan­no sorg­ere qualche dub­bio sul­l’at­teggia­men­to del min­istro su Piom­bi­no. Sola­mente il 40% del­la for­ni­tu­ra é anda­ta ad Afer­pi, met­ten­do nuo­va­mente a ris­chio la con­ti­nu­ità pro­dut­ti­va del prodot­to con più alto val­ore aggiun­to. Si era rius­ci­ti, gra­zie a una serie di rin­vii del ban­do, a met­tere in con­dizione la nuo­va pro­pri­età Afer­pi di parte­ci­pare.
Ricor­diamo le parole spese da Mat­teo Salvi­ni qui a Piom­bi­no e rile­vi­amo che sia sin­go­lare che un gov­er­no che fa del sovranis­mo un cav­al­lo di battaglia, che parla­va di nazion­al­iz­zazione, non bat­ta ciglio nel momen­to in cui una fet­ta enorme (60%) del­la pro­duzione di rotaie viene affi­da­ta a sta­bil­i­men­ti esteri. È ques­ta l’I­talia agli ital­iani? Far viag­gia­re treni ital­iani su rotaie straniere?
A tut­to questo va purtrop­po aggiun­to che non abbi­amo avu­to nem­meno nes­sun seg­nale dal min­is­tero dell’ambiente per quan­to riguar­do il pro­gram­ma delle boni­fiche, insom­ma un silen­zio  pre­oc­cu­pante.
La sen­sazione è che l’aria intorno a Piom­bi­no e alla sua mag­giore fab­bri­ca sia cam­bi­a­ta. Decisa­mente non in meglio.

Fed­er­azione Pd Val di Cor­nia Elba, Cir­co­lo di Fab­bri­ca Pd Piom­bi­no

Commenta il post