I MAGISTRATI DI FIRENZE LAVORANO SU UN'IPOTESI DI TURBATIVA D'ASTA

Al setaccio la gara per il gestore dei rifiuti: 7 indagati

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PIOMBINO 11 mar­zo 2016 – Da un espos­to del Movi­men­to cinque stelle di Gros­se­to alla Corte dei con­ti, dal coin­vol­gi­men­to del­la Procu­ra del­la repub­bli­ca di Firen­ze da parte dell’organo di con­trol­lo ammin­is­tra­ti­vo, da un’indagine par­ti­ta dai mag­is­trati otto mesi fa agli avvisi di garanzia spedi­ti oggi a sette diri­gen­ti di ver­tice dell’Ato Toscana sud e Sei Toscana, gestore del ciclo dei rifiu­ti dal pri­mo gen­naio 2014. Nel miri­no pro­prio la gara di appal­to che si svolse nel 2012 e che vide, nell’anno suc­ces­si­vo, la vit­to­ria (appal­to da 140 mil­ioni di euro), del rag­grup­pa­men­to d’imprese che, con capofi­la Sien­am­bi­ente, era sta­to appun­to denom­i­na­to Sei Toscana.

Ato ok I mag­is­trati fioren­ti­ni, com­pe­ten­ti per ter­ri­to­rio (il con­trat­to di servizio venne fir­ma­to a Firen­ze), ipo­tiz­zano il reato di tur­ba­ti­va d’asta. In par­ti­co­lare, sec­on­do quel che fino­ra si è rius­ci­ti a conoscere, riten­gono che il ban­do di gara sia sta­to con­cepi­to pro­prio per garan­tire la vit­to­ria al rag­grup­pa­men­to di Sei Toscana che, tra l’altro, parte­cipò da solo all’assegnazione del­la ges­tione dal momen­to che le altre due soci­età con­cor­ren­ti, sul più bel­lo, si riti­rarono. Alla procu­ra non sfugge poi la fit­ta serie di rap­por­ti che riguardano l’Ato, come soci­età parte­ci­pa­ta da 106 comu­ni sen­e­si, are­ti­ni, gros­se­tani e per una parte anche livor­ne­si, la soci­età che ha gesti­to la gara ed i ver­ti­ci delle imp­rese che com­pon­gono Sei Toscana.
L’indagine del­la Procu­ra è sta­ta fino­ra carat­ter­iz­za­ta da una serie di inizia­tive che han­no vis­to, già a mag­gio 2015, l’assunzione di infor­mazioni nel­la sede del­la Regione Toscana e l’acquisizione di doc­u­men­tazioni nel­la sede senese dell’Ato sud e, più di recente, alcune perqui­sizioni negli uffi­ci di Sei Toscana e negli stu­di di alcu­ni avvo­cati e com­mer­cial­isti coin­volti diret­ta­mente o indi­ret­ta­mente nel­la vicen­da.

sei ok Al momen­to, pun­tu­al­iz­zan­do che non ci sono respon­s­abil­ità accer­tate e tan­to meno colpevoli defin­i­ti, risul­tano inda­gati l’amministratore del­e­ga­to di Sei Toscana, Eros Organ­ni, il diret­tore gen­erale dell’Ato sud Andrea Cor­ti, il pres­i­dente di Sien­am­bi­ente e vicepres­i­dente di Sei, Fab­rizio Vig­ni, gli avvo­cati Mar­co Mar­i­ani e Vale­rio Menal­di, i com­mer­cial­isti Dario Capo­bian­co e Luciano Nat­aloni.
Più o meno tut­ti gli inda­gati han­no riven­di­ca­to da subito la rego­lar­ità del loro oper­a­to. Il pres­i­dente di Sei Toscana, Simone Viti, ha rib­a­di­to “la fidu­cia nell’azione del­la mag­i­s­tratu­ra” e ha aus­pi­ca­to che “si com­piano al più presto tutte le ver­i­fiche nec­es­sarie a chiarire il pro­ced­i­men­to di aggiu­di­cazione del servizio di rac­col­ta dei rifiu­ti urbani nell’Ato Toscana Sud, la cui cor­ret­tez­za rite­ni­amo che alla fine ver­rà dimostra­ta”.
Il pres­i­dente di Sien­am­bi­ente Fab­rizio Vig­ni ha ritenu­to addirit­tura di rasseg­nare le pro­prie dimis­sioni rib­aden­do “la cor­ret­tez­za del pro­prio oper­a­to e l’estraneità rispet­to ad ogni ipote­si di pre­sun­ta irre­go­lar­ità. “Non aven­do nul­la di cui pre­oc­cu­par­mi – ha pun­tu­al­iz­za­to Vig­ni in una sua nota – potrei con­tin­uare a svol­gere il mio ruo­lo di pres­i­dente di Sien­am­bi­ente, scel­go invece di las­cia­re i miei incar­ichi pro­prio per coeren­za con i miei prin­cipi ed il mio modo di essere”.
Da Sei è giun­ta anche una ras­si­cu­razione all’utenza per con­fer­mare che “i fat­ti di questi giorni, non inter­feri­ran­no sul­la qual­ità dei servizi ero­gati e sul lavoro e la pro­fes­sion­al­ità delle pro­prie strut­ture”.
Ovvio che l’indagine del­la mag­i­s­tratu­ra stia entran­do in una fase impor­tante e del­i­ca­ta e che svilup­pi siano da atten­der­si nel prossi­mo futuro.

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