DAL MINISTERO DELL'AMBIENTE IN SEDE DI VERIFICA DI ATTUAZIONE

Altre integrazioni richieste sul 1° lotto della SS 398

· Inserito in Sotto la lente

PIOMBINO 12 feb­braio 2020 – Un arti­co­lo di Stile libero Idee dal­la Val di Cor­nia pub­bli­ca­to il 16 otto­bre 2019 col tito­lo “Stra­da 398: un pas­so avan­ti da gam­bero” pone­va una doman­da: “La bretel­la di col­lega­men­to tra l’autostrada Tir­reni­ca ed il por­to di Piom­bi­no – lot­to 7 trat­to 1 – svin­co­lo Geo­det­i­ca-Gag­no” è, a far data del pri­mo luglio 2019, in fase di istrut­to­ria alla com­mis­sione tec­ni­ca per la val­u­tazione di impat­to ambi­en­tale in osse­quio alla legge obbi­et­ti­vo 443 del 2001. Si è con­clu­so nel frat­tem­po questo pas­sag­gio min­is­te­ri­ale?”.
Oggi pos­si­amo dare la rispos­ta: no, non si è con­clusa anco­ra la Ver­i­fi­ca di Attuazione (Legge Obi­et­ti­vo 443/2001) cui è sot­to­pos­to il prog­et­to esec­u­ti­vo del­la “S.S. 398 “Val di Cor­nia” — Bretel­la di col­lega­men­to tra l’au­tostra­da Tir­reni­ca A12 e il Por­to di Piom­bi­no — lot­to 7, trat­to 1 — Svin­co­lo di Geo­det­i­ca — Gag­no (ex Autostra­da A12 Rosig­nano-Civ­i­tavec­chia, lot­to 7 — bretel­la di Piom­bi­no).
Il 6 feb­braio 2020 il Pres­i­dente, ing. Gui­do Mon­te­forte Spec­chi, del­la COMMISSIONE TECNICA DI VERIFICA DELLIMPATTO AMBIENTALEVIA E VAS del Min­is­tero dell’Ambiente e del­la Tutela del Ter­ri­to­rio e del Mare ha scrit­to all’ ANAS, respon­s­abile del­la real­izazione del­l’­opera, alla Direzione Gen­erale per la Cresci­ta Sosteni­bile e la qual­ità del­lo Svilup­po del Min­is­tero del­l’Am­bi­ente, al Coor­di­na­tore del­la Sot­to­com­mis­sione VIAS architet­to Maria Fer­nan­da Stag­no d’Alcontres richieden­do le seguen­ti inte­grazioni al prog­et­to:

«COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLOACQUE SOTTERRANEE

1. Rel­a­ti­va­mente alle prob­lem­atiche di pos­si­bile comu­ni­cazione tra i due acquiferi indi­vid­uati nelle Relazioni di prog­et­to, si richiede un mag­gior det­taglio delle mis­ure pre­cauzion­ali già indi­cate per l’evitarsi di tali even­tu­al­ità e/o l’adozione di ulte­ri­ori mis­ure atte a val­utare pun­tual­mente il reale spes­sore del­lo stra­to argilloso inter­me­dio tra le stesse e la real­iz­zazione di mis­ure piezo­met­riche e chimiche in con­fig­u­razione tale da val­utare il per­manere di con­dizioni di anda­men­to piezo­met­ri­co e con­t­a­m­i­nazione coer­en­ti col quadro conosc­i­ti­vo esistente.

2. Si ritiene nec­es­saria la ver­i­fi­ca se i nuovi poligo­ni con supera­men­to delle CSR con­tenu­ti nell’Analisi di Ris­chio dei suoli nel­lo sce­nario attuale, approva­ta dal­la Con­feren­za di Servizi del 23.09.19, inter­agis­cono con il trac­cia­to dell’opera in esame, con planime­trie in scala adegua­ta.

PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE (PMA)

(ATMOSFERA)

3. Si ritiene nec­es­saria una mod­i­fi­ca inte­gra­ti­va al piano di mon­i­tor­ag­gio rel­a­ti­va­mente a:

a) scelta dei pun­ti di ubi­cazione, che dovrà ten­er con­to delle risul­tanze mod­el­lis­tiche ripor­tate nel­lo stu­dio di impat­to ambi­en­tale, redat­to in sede di prog­et­to defin­i­ti­vo.

b) ver­i­fi­ca dell’efficacia delle mis­ure di mit­igazione, con l’elenco e la descrizione degli inter­ven­ti di mit­igazione e delle azioni cor­ret­tive che il pro­po­nente intende adottare per lim­itare gli impat­ti in fase CO e PO al fine di avere gli ele­men­ti per com­pren­dere even­tu­ali supera­men­ti dei lim­i­ti imposti dal­la nor­ma­ti­va vigente

(ACQUE SOTTERRANEE)

4. Pur pren­den­do atto delle moti­vazioni addotte dal Pro­po­nente riguardan­ti la scelta di lim­itare le attiv­ità di mon­i­tor­ag­gio alla sola com­po­nente idri­ca super­fi­ciale, si ritiene di chiedere una revi­sione del PMA rel­a­ti­va­mente alla cod­i­fi­ca di un piano di mon­i­tor­ag­gio idro­ge­o­logi­co anche delle acque sot­ter­ra­nee in tutte e tre le fasi AO, CO e PO, lim­i­ta­to a cogliere ed evi­den­ziare even­tu­ali impat­ti delle opere sul­la fal­da super­fi­ciale (dal pun­to di vista qual­i­ta­ti­vo e quan­ti­ta­ti­vo), nei piezometri instal­lati o even­tual­mente da instal­lare in prossim­ità delle opere mag­giori (Pon­ti, Viadot­ti), che preve­dono la real­iz­zazione di fon­dazioni pro­fonde, posizionati a monte e a valle di ogni opera.

(BIODIVERSITÀ)

5. Si richiede un’analisi appro­fon­di­ta sul­la necessità/opportunità di inserire nel PMA un capi­to­lo con la definizione di un pro­gram­ma di mon­i­tor­ag­gio speci­fi­co sia sul­la real­iz­zazione di habi­tat di specie adat­te alla com­pen­sazione, sia sul­la loro oper­a­tiv­ità eco­log­i­ca rispet­to alle specie comu­ni­tarie inter­ferite dal prog­et­to;

6. Si richiede di appro­fondire e det­tagliare i mon­i­tor­ag­gi per la bio­di­ver­sità in tutte le fasi (AO/CO/PO), det­taglian­doli sia per i diver­si taxa conosciu­ti nell’area (inclusi gli inver­te­brati), sia per sta­gione che per numero di ses­sioni di ril­e­va­men­to. I dati ottenu­ti dovran­no essere pre­sen­tati su appo­site ed aggior­nate schede di pre­sen­za di tut­ti i taxa nell’area in esame.

PIANO DI GESTIONE TERRE

7. Fornire, vis­to il pos­si­bile uti­liz­zo di mis­cele cemen­tizie e addi­tivi per alcune attiv­ità di sca­vo, uno stu­dio eco-tossi­co­logi­co dei prodot­ti scelti a tale scopo (addi­tivi flu­id­i­f­i­can­ti, ecc.) che potreb­bero con­dizionare la ges­tione delle terre e roc­ce trat­tate, for­nen­do la val­u­tazione delle carat­ter­is­tiche di tali addi­tivi, al fine di deter­minare la con­for­mità dei mate­ri­ali sca­v­ati ai req­ui­si­ti di cui all’art. 4 com­ma 1 let­tera d (art. 184 –bis del D.Lgs 152/2006).

8. Inte­grare il PGT con le nec­es­sarie speci­fiche atte ad assi­cu­rare che non si pos­sa movi­menta­re mate­ri­ale in regime di rifiu­ti se non dopo l’avvenuto accer­ta­men­to ed iden­ti­fi­cazione degli stes­si in qual­ità di rifiu­ti non peri­colosi, come pre­vis­to dal DM 186/2006, con affi­da­men­to a gestori for­ni­ti del­l’au­tor­iz­zazione uni­ca per impianti di recu­pero, trat­ta­men­to o smal­ti­men­to dei rifiu­ti.

9. Comu­ni­care le modal­ità con le quali l’esecutore intende assi­cu­rare la trac­cia­bil­ità dei mate­ri­ali dal­la pro­duzione all’utilizzo finale, ivi com­pre­so il depos­i­to inter­me­dio nelle aree indi­vid­u­ate, nonché nelle piaz­zole adib­ite alla carat­ter­iz­zazione;

10. Come evi­den­zi­a­to nelle doc­u­men­tazioni prog­et­tuali, la “Relazione ges­tione delle materie” non è un Piano di Uti­liz­zo delle terre e roc­ce da sca­vo (PUT) poiché non prevede alcun riu­ti­liz­zo di mate­ri­ali come sot­to­prodot­ti. Il doc­u­men­to ripor­ta infat­ti, in maniera sin­tet­i­ca le risul­tanze delle carat­ter­iz­zazioni delle matri­ci ambi­en­tali inter­es­sate dall’opera (suoli, sot­to­suoli e acque di fal­da), l’individuazione dei mate­ri­ali clas­si­fi­ca­bili come rifiu­ti con rel­a­ti­vo codice CER, il bilan­cio dei mate­ri­ali di sca­vo e di approvvi­gion­a­men­to nonché l’individuazione dei siti di approvvi­gion­a­men­to e con­fer­i­men­to, riman­dan­do gli appro­fondi­men­ti a speci­fiche relazioni e tav­ole alle­gate. Anche per quan­to riguar­da le aree di depos­i­to (cantiere di base, cantiere oper­a­ti­vo, area di stoccag­gio tem­po­ra­neo), il pro­po­nente riman­da alla speci­fi­ca relazione di cantier­iz­zazione. Si richiede:

a) Chiarire la definizione di “aree di stoccag­gio” e “aree di depos­i­to inter­me­dio” alla luce dell’art. 183, com­ma 1 lett. aa) e lett. bb), sen­za il richi­amo all’art. 23 del DPR 120/2017, in quan­to non coer­ente con la scelta di non appli­care la nor­ma spe­ciale (DPR 120/2017).

b) chiarire e/o inte­grare i dati for­ni­ti con i risul­tati delle cam­pagne svolte non solo lun­go l’asse stradale, ma anche in tutte le aree inter­es­sate dai lavori, quali: Aree di cantiere, Deposi­ti inter­me­di, even­tu­ali Aree di servizio pre­viste su entram­bi i lati delle car­reg­giate.

11. Per quan­to attiene in par­ti­co­lare i rifiu­ti da costruzione e demolizione, dal­la doc­u­men­tazione di prog­et­to emerge la deci­sione di pro­cedere attra­ver­so inter­ven­ti di “demolizione selet­ti­va” dei man­u­fat­ti esisten­ti, sep­a­ran­do le varie tipolo­gie di rifiu­ti, “ad esem­pio: cal­ces­truz­zo, cemen­to arma­to, ceramiche, lat­er­izi ecc.”, oper­azione nor­mal­mente pro­pe­deu­ti­ca alla sep­a­razione delle varie tipolo­gie di rifiu­ti dai com­po­nen­ti riu­ti­liz­z­abili (pag. 13 del­la pre­det­ta relazione). Si ritiene nec­es­sario chiarire per quale moti­vo si pro­pone l’invio a smal­ti­men­to di questi mate­ri­ali anziché prevedere il loro recu­pero in impianti di trat­ta­men­to autor­iz­za­ti, nel rispet­to dei cri­teri di pri­or­ità di ges­tione dei rifiu­ti di cui all’articolo 179 del decre­to leg­isla­ti­vo n. 152 del 2006, come richiesto dal­la pre­scrizione n°1.2.2.

12. In rispos­ta ai pun­ti n° 5 e 6 del­la pre­scrizione n°1.2.3, il pro­po­nente dichiara che “non è pre­vis­to il riu­ti­liz­zo di terre e roc­ce da sca­vo prove­ni­en­ti da aree inter­fer­en­ti con il SIN” tenu­to con­to delle scarse carat­ter­is­tiche geot­ec­niche e del­lo sta­to di qual­ità ambi­en­tale del ter­reno da sca­vo (preva­len­te­mente ter­reno di ripor­to). Si ritiene tut­tavia nec­es­sario chiarire per quale moti­vo non sia pos­si­bile riu­ti­liz­zare come “sot­to­prodot­ti” le terre e roc­ce da sca­vo prove­ni­en­ti dall’area del­lo “svin­co­lo del­la geo­d­i­ca”, all’esterno del SIN di Piom­bi­no (per opere di recu­peri, ripris­ti­ni, rimodel­la­men­ti, riem­pi­men­ti ambi­en­tali o altri uti­lizzi sul suo­lo).

MODALITÀ E TEMPI DI CONSEGNA

Il ter­mine a dis­po­sizione del Pro­po­nente per fornire le inte­grazioni richi­este è fis­sato in 30 (trenta) giorni nat­u­rali e con­sec­u­tivi con decor­ren­za dal­la data di pro­to­col­lo del­la pre­sente richi­es­ta invi­a­ta a mez­zo PEC. Si pre­cisa che, qualo­ra il ter­mine indi­ca­to per la pre­sen­tazione delle inte­grazioni decor­ra sen­za esi­to, ques­ta Com­mis­sione con­clud­erà l’istruttoria sul­la base del­la doc­u­men­tazione già acquisi­ta in atti. Pri­ma del­la sca­den­za del ter­mine, la Soci­età potrà inoltre, qualo­ra nec­es­sario, pre­sentare richi­es­ta moti­va­ta di pro­ro­ga che potrà essere con­ces­sa da ques­ta Ammin­is­trazione.».

Nat­u­ral­mente dopo l’even­tuale rilas­cio pos­i­ti­vo del­la Ver­i­fi­ca di Attuazione (Legge Obi­et­ti­vo 443/2001), occor­rerà appaltare ed aggiu­di­care l’opera.
Il crono­pro­gram­ma pre­vis­to per la real­iz­zazione dopo l’ag­giu­di­cazione del­l’ap­pal­to indi­ca

  • 365 giorni (1 anno) per il mon­i­tor­ag­gio ante opera,
  • 1440 giorni (4 anni) per la real­iz­zazione,
  • 365 giorni (1 anno) per il mon­i­tor­ag­gio post opera.

Alcu­ni prece­den­ti

Gian­ni Ansel­mi, sin­da­co di Piom­bi­no dal 2004 al 2014

11 dicem­bre 2010
L’11 dicem­bre 2010 viene fir­ma­to in Comune a Piom­bi­no “L’accordo per il pro­l­unga­men­to del­la 398”. Sono pre­sen­ti tra gli altri il sin­da­co, Gian­ni Ansel­mi, l’allora min­istro delle infra­strut­ture Altero Mat­te­oli, gli espo­nen­ti di Anas, Sat, Cam­era di Com­mer­cio e Autorità por­tuale.
Il doc­u­men­to è un pro­to­col­lo d’intesa sec­on­do cui – come si legge in una nota del Comune – “la Sat assolverà buona parte di questo com­ple­ta­men­to infra­strut­turale, impeg­nan­dosi a inserire nel piano finanziario del­la Livorno-Civ­i­tavec­chia la prog­et­tazione e la real­iz­zazione del pro­l­unga­men­to del­la 398 da Mon­tege­moli fino a Capez­zo­lo e preve­den­do anche la costruzione di rampe di svin­co­lo per il com­par­to retro­por­tuale, ver­so viale Unità d’Italia, e per le aree pro­dut­tive ex Irfid e Col­ma­ta. Per il sec­on­do lot­to fino al por­to, inoltre, entro la fine del 2011 il Min­is­tero delle infra­strut­ture, con il sup­por­to del Min­is­tero dell’ambiente, si impeg­na a coor­dinare le attiv­ità per la prog­et­tazione defin­i­ti­va di questo trat­to finale fino a Pog­gio Bat­te­ria, con l’obiettivo di risol­vere in questo las­so di tem­po le com­p­lessità prog­et­tuali che questi pochi chilometri di stra­da pre­sen­tano, a causa del­la vic­i­nan­za degli impianti indus­tri­ali. Una vol­ta giun­ti alla prog­et­tazione defin­i­ti­va, sarà la Sat ad eseguire i lavori del col­lega­men­to con il por­to di Piom­bi­no, poten­do con­tare su una cop­er­tu­ra di 20 mil­ioni di euro da parte del­la Regione, di 1 mil­ione da parte del­la Cam­era di Com­mer­cio di Livorno e di un ulte­ri­ore finanzi­a­men­to min­is­te­ri­ale che garan­tirà la cop­er­tu­ra glob­ale dell’opera dopo la prog­et­tazione e la definizione sicu­ra di un quadro com­p­lessi­vo dei costi. Le opere saran­no real­iz­zate sub­or­di­nata­mente all’approvazione da parte del Cipe del prog­et­to defin­i­ti­vo dell’intero com­ple­ta­men­to Livorno-Civ­i­tavec­chia e del rel­a­ti­vo piano eco­nom­i­co-finanziario. Sec­on­do la tem­p­is­ti­ca descrit­ta dal vicepres­i­dente del­la Sat, entro aprile 2011 potrà essere chiu­so il prog­et­to defin­i­ti­vo dell’intero cor­ri­doio tir­reni­co. L’auspicio è quel­lo che tut­ta la Livorno-Civ­i­tavec­chia sia per­cor­ri­bile entro il 2017. La real­iz­zazione dell’opera si svol­gerà per lot­ti fun­zion­ali e la real­iz­zazione del­la 398 andrà di pari pas­so con i lavori dell’autostrada”.
Il sin­da­co Ansel­mi antic­i­pa che, “…in base agli impeg­ni pre­si con la Sat, i lavori per la 398, con­tes­tual­mente a quel­li del lot­to fun­zionale dell’autostrada, dovreb­bero con­clud­er­si entro il 2015…

4 luglio 2017
Il 4 luglio 2017 si tiene all’hotel Cen­trale di Piom­bi­no un con­veg­no pre­sen­ti l’allora vicem­i­nistro alle infra­strut­ture Ric­car­do Nenci­ni, l’allora sot­toseg­re­tario Sil­vio Velo, l’allora sin­da­co di Piom­bi­no Mas­si­mo Giu­liani e l’ingegnere prog­et­tista dell’Anas Ste­fano Liani. Per far­la breve in quell’incontro venne indi­ca­to il seguente crono­pro­gram­ma:

  • Entro l’estate 2017 esame del prog­et­to Anas al Cipe;
  • Entro il 30 giug­no 2018 fine del­la prog­et­tazione e pre­dis­po­sizione delle gare di appal­to
  • Nei pri­mi mesi del 2019 con­seg­na dell’opera alla dit­ta vincitrice del­la gara di appal­to
  • Nei pri­mi mesi del 2021 con­clu­sione dei lavori.

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