Campiglia: più anziani e stranieri e meno lavoratori

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CAMPIGLIA 12 giug­no 2016 — Il Comune di Campiglia ha pub­bli­ca­to un inter­es­sante stu­dio, a cura di Andrea Raspol­li, sulleCarat­ter­is­tiche strut­turali del­la popo­lazione res­i­dente, anda­men­to demografi­co 2015, anal­isi delle serie storiche, aprile 2016”.
In par­ti­co­lare lo stu­dio riguar­da:

  • la strut­tura per età del­la popo­lazione: com­po­sizione per­centuale del­la popo­lazione per ses­so e clas­si di età, indi­ci di vec­chi­a­ia, invec­chi­a­men­to, ricam­bio, dipen­den­za strut­turale, età media, altri indi­ca­tori sin­teti­ci;
  • la dinam­i­ca demografi­ca: nascite e tas­si di natal­ità, deces­si e tas­si di mor­tal­ità, iscrizioni e can­cel­lazioni ana­gra­fiche, tas­si migra­tori, tas­si di cresci­ta nat­u­rale e totale, mat­ri­moni;
  • la dis­tribuzione sec­on­do altri impor­tan­ti para­metri demografi­ci: prove­nien­za, cit­tad­i­nan­za, sta­to civile, istruzione, oltre ad un appro­fondi­men­to sul­la com­po­sizione dei nuclei famil­iari.

Riman­dano alla let­tura inte­grale del­lo stu­dio evi­den­zi­amo alcu­ni dati sig­ni­fica­tivi.
Al 31 dicem­bre 2015 la popo­lazione res­i­dente è pari a 13.203 unità, di cui 6.354 maschi (48,1%) e 6.849 fem­mine (51,9%).
Negli ulti­mi dod­i­ci anni c’é sta­to un anda­men­to forte­mente cres­cente fino al 2010, sta­bile fino al 2012 e suc­ces­si­va­mente in lieve ma costante dimin­uzione:

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La popo­lazione risul­ta par­ti­co­lar­mente vec­chia, molto più vec­chia del­la media nazionale ma anche delle province toscane.
Il proces­so di invec­chi­a­men­to del­la popo­lazione ha assun­to a Campiglia, ma anche in Val di Cor­nia, anda­men­ti allar­man­ti fino a tut­to il 2005. Nei cinque anni suc­ces­sivi si è invece man­i­fes­ta­ta una — sia pur lieve — inver­sione di ten­den­za, dovu­ta molto prob­a­bil­mente agli effet­ti di par­ti­co­lari fenomeni migra­tori, il venir meno dei quali ha con­tribuito a far tornare in costante e pre­oc­cu­pante aumen­to il fenom­e­no dell’invecchiamento:

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L’ indice di dipen­den­za è pari a 64,5, il che sig­nifi­ca che vi sono 64,5 cit­ta­di­ni, gio­vani o anziani, ogni 100 in età lavo­ra­ti­va.
L’indice di ricam­bio del­la popo­lazione atti­va è pari a 170,6 e questo sig­nifi­ca che ogni 100 per­sone che entra­no nel­l’età lavo­ra­ti­va, cir­ca 171 ne escono con un notev­ole restring­i­men­to del­la base poten­zial­mente pro­dut­ti­va.
I cit­ta­di­ni res­i­den­ti di nazion­al­ità non ital­iana risul­tano, al 31 dicem­bre 2015, 1.058, pari al 79,66 ‰. Il dato è più che rad­doppi­a­to rispet­to al 2006, con una cresci­ta sostanzial­mente uni­forme negli anni, man­te­nen­do una dis­tribuzione anco­ra etero­ge­nea, ma con un net­to incre­men­to (dal 33% del 2006 al 48% nel 2015) di sogget­ti prove­ni­en­ti dall’Europa ori­en­tale. Tra gli stranieri net­ta prevalen­za di maschi prove­ni­en­ti dall’Africa e dall’Albania (fenom­e­no “ambu­lan­ti” e “brac­cianti agri­coli”) men­tre le fem­mine risul­tano la grande
mag­gio­ran­za per le immi­grazioni dai Pae­si Slavi e dall’Est Europeo (fenom­e­no “badan­ti”):

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