Caro Martina, la tua festa è durata pochissimo

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Let­tera aper­ta a Mau­r­izio Mar­ti­na, vice­seg­re­tario uni­co del Pd.
SUVERETO 31 mag­gio 2017 — Caro Mau­r­izio, sei sta­to bra­vo nel con­durre la cam­pagna delle pri­marie in tan­dem con Mat­teo Ren­zi cer­can­do di rap­p­re­sentare quel­la sin­is­tra che anco­ra esiste den­tro il Pd e che vuol gov­ernare ma che non vuole le gran­di coal­izioni, siamo e vor­rem­mo essere un vero e con­cre­to cen­trosin­is­tra. Pec­ca­to però che la fes­ta sia dura­ta poco anzi pochissi­mo. Già sei allineato ver­so le elezioni antic­i­pate, hai approva­to un accor­do con M5s e Fi per una legge elet­torale pro­porzionale che di fat­to can­cel­la ogni sper­an­za di ricostruzione di un cen­trosin­is­tra forte e coeso, per cam­biare in pos­i­ti­vo ques­ta nos­tra Italia. Con­fes­so con tan­ta amarez­za che mi hai fre­ga­to.
Ma davvero pen­si che si pos­sa gio­care così sul­la pelle del­la sto­ria di una sin­is­tra e gran parte di un cen­tro sin­is­tra, che non vuol cedere al bril­lare del liberis­mo sfre­na­to e soprat­tut­to non vor­rebbe rin­un­cia­re all’ipotesi, mai sopi­ta, di trasfor­mare ques­ta con­tin­ua cor­sa ver­so la resa degli inter­es­si dei meno abbi­en­ti, per sostenere invece la ren­di­ta del mer­ca­to e fre­gan­dosene di chi non ce la fa.
Pec­ca­to caro Mau­r­izio, mi hai pro­fon­da­mente delu­so, ave­vo la con­vinzione che tu fos­se il miglior min­istro dell’agricoltura (dopo il com­pianto Mar­co­ra) e quin­di sper­a­vo anche nel tuo ruo­lo di vice­seg­re­tario del Pd e ti ave­vo dato fidu­cia, ma ques­ta par­ente­si ti ha por­ta­to in un lim­bo che non riesco ad accettare e che non potrò più tap­par­mi il naso. Per me con­ta la coeren­za nell’attività polit­i­ca e cre­do, purtrop­po, di pot­er affer­mare che il sig­ni­fi­ca­to di ques­ta paro­la sia forse sconosci­u­to ma più facil­mente get­ta­to alle ortiche con buona pace degli elet­tori.
Cer­ca almeno di evitare, come invece ha fat­to Mat­teo Ren­zi, di sostenere l’accordo per­ché dove­va pro­porre una legge elet­torale con mag­giori con­ver­gen­ze. Non voglio più essere pre­so in giro, voi avete approva­to una legge, poi boc­cia­ta, met­ten­do il voto di fidu­cia come gov­er­no. Cosa mai avvenu­ta nel­la sto­ria del­la nos­tra tan­to mar­to­ri­a­ta Italia. Ma non sen­ti un poco di rossore nel viso, insom­ma non vi ver­gog­nate a fare certe affer­mazioni opposte del­la coeren­za delle vostre azioni.
Io mi ver­gog­no anche per voi.

Wal­ter Gasperi­ni

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