LA RELAZIONE PARLAMENTARE ACCUSA. RIMATERIA SMENTISCE

Cento fusti di mercurio nella discarica di Ischia

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PIOMBINO 14 mag­gio 2018 - Esiste un dato uffi­ciale ovvero le risul­tanze del­la com­mis­sione par­la­mentare di inchi­es­ta sulle “attiv­ità ille­cite con­nesse al ciclo dei rifiu­ti e su illeciti ambi­en­tali ad esse cor­re­lati”, un doc­u­men­to approva­to il 28 feb­braio scor­so e invi­a­to alle pres­i­den­ze di Cam­era e Sen­a­to. E riguar­do soprat­tut­to alla più pesante delle indi­cazioni rel­a­tive alla dis­car­i­ca di Piom­bi­no (cen­to fusti di mer­cu­rio tra i rifiu­ti), esiste una net­ta smen­ti­ta par­ti­ta dai ver­ti­ci di RiMa­te­ria.
In par­ti­co­lare la relazione riguardante la Toscana (rela­tori Lau­ra Pup­pa­to del Pd e Ste­fano Vig­naroli del Movi­men­to cinque stelle) prende più volte in con­sid­er­azione la dis­car­i­ca di Piom­bi­no. Essen­zial­mente in col­lega­men­to con le varie indagi­ni con­dotte sulle soci­età livor­ne­si Lonzi Met­al­li e Ra.ri. Riguar­do alle quali, a pag­i­na 137 del­la relazione e rifer­en­dosi al pro­ced­i­men­to penale del­la Dda di Firen­ze si par­la di “un quadro allar­mante non solo sul­la modal­ità di ges­tione dei rifiu­ti peri­colosi da parte delle due soci­età, ma anche sul coin­vol­gi­men­to, nell’illecito traf­fi­co, di numerosi pro­dut­tori di rifiu­ti, più o meno con­sapevoli, di trasporta­tori nonché di tito­lari di dis­cariche pub­bliche (Rosig­nano e Piom­bi­no)”.
Nel capi­to­lo del­la relazione inti­to­la­to “Le attiv­ità di con­trasto” si cita un sopral­lu­o­go effet­tua­to il 25 mag­gio 2016, all’interno dell’area delle Acciaierie e Fer­riere di Piom­bi­no, a segui­to di espos­to anon­i­mo per­venu­to al repar­to dei cara­binieri. La ver­i­fi­ca ha riguarda­to il cantiere di una soci­età incar­i­ca­ta del­lo sman­tel­la­men­to di impianti dismes­si, il cui ammin­is­tra­tore uni­co è sta­to denun­ci­a­to in sta­to di lib­ertà all’ autorità giudiziaria di Livorno per il reato di ges­tione illecita di rifiu­ti “per aver gesti­to, in caren­za di autor­iz­zazione, 2.570 chilo­gram­mi di rifiu­ti spe­ciali non peri­colosi cos­ti­tu­iti da apparec­chia­ture elet­triche fuori uso, real­iz­zan­do uno stoccag­gio risalente all’anno 2011”.
Nel­la cir­costan­za, sec­on­do quel che indi­cano i rela­tori, è sta­ta atti­va­ta la pro­ce­du­ra estin­ti­va del reato, pre­via ammis­sione al paga­men­to del­la sanzione ammin­is­tra­ti­va pre­vista dal­la legge.
A pag­i­na 143 si tor­na a par­lare di Piom­bi­no con rifer­i­men­to all’impianto Tmb (trat­ta­men­to mec­ca­ni­co bio­logi­co) sit­u­a­to nell’area del­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano e uti­liz­za­to esclu­si­va­mente per l’attività di trasferen­za del rifi­u­to urbano indif­feren­zi­a­to des­ti­na­to al suc­ces­si­vo trat­ta­men­to. In par­ti­co­lare si riferisce di un con­trol­lo del Noe dei cara­binieri data­to 13 luglio 2015, con­clu­sosi con l’accertamento dei reati di abban­dono di rifiu­ti e di vio­lazione di alcune pre­scrizioni con­tenute nell’autorizzazione inte­gra­ta ambi­en­tale e con la denun­cia in sta­to di lib­ertà dell’amministratore uni­co del­la soci­età di ges­tione dell’impianto. L’attività portò ad accertare lo stoccag­gio di cir­ca 300 metri cubi di rifiu­ti iner­ti in area non autor­iz­za­ta e l’abbandono sul suo­lo di rifiu­ti liq­ui­di fanghi (di fos­se set­tiche) con pregiudizio per l’ambiente.  Anche in questo caso venne atti­va­ta la pro­ce­du­ra estin­ti­va del reato, pre­via ammis­sione al paga­men­to del­la sanzione ammin­is­tra­ti­va pre­vista dal­la legge.
Molto più com­p­lessa la sto­ria che si può leg­gere da pag­i­na 145 e che non ha comunque mai por­ta­to ad altro se non all’archiviazione. La fonte anche in questo caso sono i cara­binieri del Noe, del coman­do di Gros­se­to, i quali, negli anni 2008–2009, sta­vano inda­gan­do sul­la srl Agride­co, soci­età di inter­me­di­azione con sede a Scar­li­no, che, tra gli altri, ave­va rap­por­ti anche con la dis­car­i­ca Asiu. Da una inter­cettazione tele­fon­i­ca i mil­i­tari app­re­sero, sec­on­do quan­to ripor­ta la relazione, l’arrivo di tre camion prove­ni­en­ti dal­la Ra.ri di Livorno con l’intermedizione di Agride­co. Gli esa­mi accer­tarono che il mate­ri­ale era cos­ti­tu­ito da “rifiu­ti sta­bi­liz­za­ti diver­si da quel­li peri­colosi”. Suc­ces­sive ver­i­fiche, degli inves­ti­ga­tori avreb­bero però por­ta­to a risul­tanze diverse. Sec­on­do gli accer­ta­men­ti degli inquiren­ti, rifer­i­ti nel­la relazione par­la­mentare, la Ra.ri ottene­va da un dit­ta di Tori­no quei mate­ri­ali che non sareb­bero sta­ti pro­prio non peri­colosi. Un suc­ces­si­vo trat­ta­men­to attra­ver­so una mis­ce­lazione con cemen­to li avrebbe tut­tavia fat­ti arrivare anche a Piom­bi­no come non peri­colosi. Col tem­po l’indagine non riuscì a pro­durre risul­tati ulte­ri­ori e il fas­ci­co­lo venne chiu­so con l’archiviazione.
La tec­ni­ca del­la mis­ce­lazione occu­pa anche le pagine 150 e 151 del­la relazione lad­dove si par­la dell’episodio più inqui­etante per Piom­bi­no, ovvero lo smal­ti­men­to che sarebbe avvenu­to nel­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano di 100 fusti di mer­cu­rio. L’episodio sarebbe avvenu­to in un con­testo nel quale la Lonzi met­al­li “mis­cela­va sen­za trat­ta­men­to  i rifiu­ti peri­colosi con i rifiu­ti non peri­colosi e li avvi­a­va prin­ci­pal­mente nelle dis­cariche di Rosig­nano e Piom­bi­no”.
La cir­costan­za, che chiara­mente ha desta­to molto scal­pore, è sta­ta ogget­to delle atten­zioni più decise nel­la smen­ti­ta dei ver­ti­ci di Rima­te­ria. In una cui nota si dice: “Le affer­mazioni con­tenute in un doc­u­men­to licen­zi­a­to dal­la com­mis­sione par­la­mentare sui rifiu­ti, riguardan­ti la dis­car­i­ca di Piom­bi­no, dove sareb­bero sta­ti smalti­ti 100 fusti di mer­cu­rio, sono des­ti­tu­ite di qual­si­asi fon­da­men­to e/o anche soltan­to di verosimiglian­za”.
Inter­pel­lati, anche alcu­ni sin­da­cal­isti e alcu­ni operai, che oper­a­no nel­la dis­car­i­ca, han­no defini­to una “bufala” la notizia dei fusti asseren­do che a Ischia di Cro­ciano non è mai entra­to un solo fus­to con­te­nente rifiu­ti.

 

 

 

 

 

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