Cercate soluzioni non responsabilità

Riccardo Gelichi

PIOMBINO 14 aprile 2017 — Nel 2011 la vicen­da Luc­chi­ni vede le banche suben­trare a Sev­er­stal ma il cap­i­tale sociale si erode e le stesse devono rip­i­anare. Forse pote­va essere il momen­to di pas­sare da ciclo inte­grale a forno elet­tri­co. Poi il com­mis­sari­a­men­to, chiesto con forza, che ha con­sen­ti­to di avviare la non scon­ta­ta pro­ce­du­ra “Marzano”. Scat­ta la ges­tione com­mis­sar­i­ale con la ricer­ca di com­pra­tori, in estrema sin­te­si la scelta: Rebrab o Jin­dal. Era­no e sono oggi in bil­i­co 2200 posti di lavoro cir­ca e il sec­on­do ne assi­cu­ra­va solo 800, sicuri ma insuf­fi­ci­en­ti per garan­tire tut­ti. Immag­ini­amo­ci per un momen­to se fos­se sta­to scel­to Jin­dal, cosa avrebbe det­to e fat­to il ter­ri­to­rio. Ci risul­ta quin­di dif­fi­cile per­cepire le respon­s­abil­ità gov­er­na­tive rispet­to al fal­li­men­to di un’azienda, a meno che non si cer­chi un facile respon­s­abile aleato­rio e dis­tante. Ma pote­vano con­trol­lare meglio il piano indus­tri­ale di Rebrab: basterebbe ricor­dar­si gli epiteti che si sono pre­si col­oro che su questo piano han­no sem­pre espres­so dub­bi, fig­uri­amo­ci una boc­ciatu­ra.
Ma bisogna guardare avan­ti, cer­ta­mente basterebbe iniziare a vedere la situ­azione con lucid­ità e ver­ità, sen­za stru­men­tal­iz­zare o illud­ere le per­sone. Ora tut­to è più com­pli­ca­to, più pas­sa il tem­po e peg­gio è. Sarà dif­fi­cile fare a meno di Rebrab, non sap­pi­amo se ci sono i mar­gi­ni per recedere dal con­trat­to, atto che comunque potrebbe portare ad un infaus­to bloc­co totale del­la situ­azione; prob­a­bil­mente sarà nec­es­sario un accor­do. Noi comunque rite­ni­amo di non pot­er fare a meno di un ter­zo inter­locu­tore, già inser­i­to nel mon­do dell’acciaio che pos­sa rilan­cia­re la parte delle lavo­razioni a fred­do. Sarebbe illu­so­rio par­lare di statal­iz­zazioni, pen­san­do di far rip­i­anare i deb­iti dal­la fis­cal­ità gen­erale del­lo Sta­to: è un tem­po ormai fini­to. Infe­lice pro­porre forni elet­tri­ci in cor­so Italia, banal­iz­zan­do “ dios­sine, PCB, IPA , met­al­li pesan­ti” e la neces­sità di rego­lare gli orolo­gi ad ogni car­i­ca per dormire. Invece ci grat­i­fi­ca il fat­to che il sin­da­co pro­por­rà una riv­is­i­tazione degli accor­di di pro­gram­ma, per­ché è da li che dob­bi­amo ripar­tire: pro­pos­ta che Ascol­ta Piom­bi­no fece nel 2015 ma che fu boc­cia­ta dal­la mag­gio­ran­za.

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