Cifre e tempi non chiari per l’occupazione

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PIOMBINO 15 mag­gio 2015 — Nel comu­ni­ca­to col quale il sin­da­co di Piom­bi­no ha illus­tra­to i con­tenu­ti del piano indus­tri­ale pre­sen­ta­to da Cevi­tal egli stes­so ha ricorda­to la volon­tà espres­sa da Cevi­tal «di vol­er rias­sumere e reimp­ie­gare 2200 dipen­den­ti con le modal­ità già def­i­nite nelle prece­den­ti riu­nioni». Sarebbe bene che il sin­da­co chiarisse il sig­ni­fi­ca­to del­la dizione «nelle prece­den­ti riu­nioni». Se ci siamo per­si qual­cosa chiedi­amo scusa, se si trat­ta di accor­di ver­bali è bene capirne la por­ta­ta, gli inter­locu­tori ed il val­ore for­male, se si trat­ta di accor­di scrit­ti l’ul­ti­mo pub­bli­ciz­za­to è il ver­bale d’in­con­tro del 29 aprile (per leg­gere clic­ca qui).
Atte­ni­amo­ci a ciò che di scrit­to esiste. Nel ver­bale d’in­con­tro pre­lim­inare al trasfer­i­men­to del­la Luc­chi­ni e del­la Luc­chi­ni Servizi alla poten­ziale acquirente Afer­pi S.r.l. (Cevi­tal) quest’ul­ti­ma ha dichiara­to la pro­pria disponi­bil­ità a trasferire tut­to il per­son­ale, con trasfer­i­men­to da eseguir­si a fasi pro­gres­sive sec­on­do le neces­sità tec­ni­co-orga­niz­za­tive e pro­du­tive cor­re­late e con­seguen­ti alle fasi di attuazione del pro­prio prog­et­to indus­tri­ale. Il per­son­ale non imme­di­ata­mente trasfer­i­to fruirà di tut­ti gli ammor­tiz­za­tori sociali che potran­no essere uti­liz­za­ti dalle Pro­ce­dure di Ammin­is­trazione Stra­or­di­nar­ia (Com­mis­sario Stra­or­di­nario Nar­di).
I tem­pi ed i numeri del trasfer­i­men­to non stan­no scrit­ti nel ver­bale ma, poiché per l’ac­quirente sarà obbli­ga­to­rio solo pros­eguire per almeno un bien­nio le attiv­ità impren­di­to­ri­ali e man­tenere per il medes­i­mo peri­o­do man­tenere  i liv­el­li occu­pazion­ali nel­la misura risul­tante dall’atto di ven­di­ta e nul­la di altro è det­to nel­la legge Pro­di bis, non sem­bra plau­si­bile che ci si pos­sa lim­itare sem­plice­mente a man­i­festare una disponi­bil­ità lega­ta solo alle neces­sità tec­ni­co-orga­niz­za­tive e pro­dut­tive del­la nuo­va azien­da. È vera­mente poco.
L’am­min­is­tra­tore del­e­ga­to di Afer­pi subito dopo la fir­ma del ver­bale ha così illus­tra­to la volon­tà del­l’azien­da: «…occu­pare da subito cir­ca 1.200 lavo­ra­tori per man­tenere in mar­cia i lam­i­na­toi, per i servizi, la logis­ti­ca e le manuten­zioni. Quan­do inizier­e­mo le demolizioni dell’altoforno e dell’acciaieria pen­si­amo di aver bisog­no di altro per­son­ale, che sarà attin­to da quel­lo in sol­i­da­ri­età o in cas­sa inte­grazione». «Nel­la siderur­gia – ha pre­cisato Tid­jani — potran­no essere imp­ie­gate 1.400–1.500 per­sone, il resto degli attuali dipen­den­ti sarà uti­liz­za­to nel­la logis­ti­ca e nell’agroalimentare». Dunque in tut­to 2.160 ma non si capisce bene se entro il 2017 o entro il  2018, pri­ma o dopo la sca­den­za dei due anni richia­mati dal­la legge.
Non è chiaro se, anche ammes­so che i dipen­den­ti assun­ti da Afer­pi all’at­to del­l’ac­quis­to del­la Luc­chi­ni siano 1.200, essi stes­si usufruiran­no del con­trat­to di sol­i­da­ri­età o saran­no a tem­po pieno.
Per tut­ti gli altri dovreb­bero essere chiar­i­ti i tem­pi del pas­sag­gio ad Afer­pi  dal­la cas­sa inte­grazione usufrui­ta stan­do nel­l’Am­min­is­trazione Stra­or­di­nar­ia Luc­chi­ni alla luce del piano indus­tri­ale pre­sen­ta­to da Cevi­tal ma fino ad oggi non reso pub­bli­co.
La neces­sità di chiarez­za è gius­ti­fi­ca­ta anche dalle dichiarazioni, smen­tite dai fat­ti suc­ces­si­va­mente ver­i­fi­catisi, con­trad­dit­to­rie le une con le altre, che si sono ripetute almeno dal dicem­bre 2014 quan­do fu lo stes­so Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co che scrisse: «Fin da subito, Cevi­tal assumerà alle pro­prie dipen­den­ze 1.860 lavo­ra­tori». Allo­ra si par­lò per­al­tro anche di un piano indus­tri­ale acclu­so al pre­lim­inare di ven­di­ta che poi è sta­to dimostra­to essere inesistente.

httpv://www.youtube.com/watch?v=N3h85h1qDZQ

Recen­te­mente, il 24 aprile 2015, l’am­min­is­tra­tore del­e­ga­to nel con­fer­mare l’as­sun­zione di 1.860 lavo­ra­tori subito ave­va immag­i­na­to anche ipote­si future ben più alte: «Non capis­co per­ché ci sono tut­ti questi prob­le­mi. Noi dall’inizio abbi­amo det­to 1.860 per­ché abbi­amo fat­to i nos­tri con­ti, inutile pren­dere 2.200 per­sone per chi­ud­ere l’anno prossi­mo, meglio 1860 adesso, e fra due anni mag­a­ri saran­no 3.000».
Troppe dichiarazioni e trop­po gener­iche per essere suf­fi­ci­en­ti. Nat­u­ral­mente ci auguri­amo che tut­ti questi que­si­ti siano sci­olti pos­i­ti­va­mente e defin­i­ti­va­mente nel cor­so delle trat­ta­tive pre­an­nun­ci­ate per la prossi­ma set­ti­mana.

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