Cinque domande al sindaco di Piombino

Walter Gasperini

SUVERETO 2 set­tem­bre 2016 — Non vi è dub­bio del tan­to impeg­no che le isti­tuzioni han­no pos­to ver­so lo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co piom­bi­nese affinché potesse ripren­dere una sua capac­ità pro­dut­ti­va con una decisa dimin­uzione dei liv­el­li inquinan­ti. Oggi che siamo nel­la fase attua­ti­va degli impeg­ni di Rebrab con la sua Afer­pi affinché si rispet­ti­no tut­ti gli impeg­ni assun­ti ver­so la cit­tà ed i suoi lavo­ra­tori, per una ripresa delle attiv­ità lavo­ra­tive e per un ritorno di tutte le maes­tran­za ad un liv­el­lo atti­vo e pro­dut­ti­vo. Così come è chiaro e lam­pante l’impegno e la fat­tiv­ità dimostra­ta dall’Autorità Por­tuale con il suo Pres­i­dente Luciano Guer­ri­eri, per dare cor­po e sostan­za al com­ple­ta­men­to delle aree por­tu­ali con una capac­ità di offer­ta lavoro di ogni tipo, da quel­lo indus­tri­ale a quel­lo com­mer­ciale e tur­is­ti­co, con tan­ti rif­lessi pos­i­tivi che potrà portare a tut­to il ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia ed oltre. Di fat­to ogni giorno si con­cretiz­za sem­pre più che lo svilup­po (o uno scon­giu­ra­to decli­no) di Piom­bi­no in ogni sua parte non è e non potrà essere soltan­to un affare di Piom­bi­no ma dovrà con gius­ta intel­li­gen­za essere por­ta­to al con­fron­to aper­to, non solo isti­tuzionale, rispet­tan­do una tradizione di polit­i­ca isti­tuzionale che negli ulti­mi anni, purtrop­po, ha vis­to ral­len­ta­men­ti e peri­colosi bloc­chi o peg­gio con ritorni indi­etro da parte di chi pen­sa che da soli sia meglio.
In questo con­testo mi per­me­t­to di trovare debole e poco chiara la posizione del pro­po­nente Rebrab e delle isti­tuzioni tutte rel­a­ti­va­mente alla pro­pos­ta di inse­di­a­men­to indus­tri­ale agroal­i­menta­re che è sta­to pre­sen­ta­to per le are retro-por­tu­ali di Piom­bi­no sen­za avere chiarez­za di che cosa si trat­ta e che cosa real­mente pro­pone. Stante le cose che conos­ci­amo, per la ver­ità molto poche e solo quelle che la stam­pa ci ha elen­ca­to più volte, ci sem­bra di pot­er dire che vi sono errori nei ter­mi­ni, per­ché si par­la di diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va men­tre invece è chiaro che le pro­duzioni che si vor­reb­bero lavo­rare in quegli sta­bil­i­men­ti non han­no niente a che vedere con la capac­ità pro­dut­ti­va del­la nos­tra Val di Cor­nia, quin­di non sarebbe diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va ma solo diver­si­fi­cazione indus­tri­ale.
Riten­go che sia essen­ziale che anche su ques­ta parte del prog­et­to si pro­ce­da con la stes­sa atten­zione al val­ore ambi­en­tale, oltre che occu­pazionale, per­ché sia sem­pre più chiaro che i gio­vani han­no dirit­to ad un lavoro ma deb­bono sapere quale lavoro e per che cosa. La prob­lem­at­i­ca è seria e meri­ta atten­zione e rispet­to, la nos­tra agri­coltura ha rag­giun­to liv­el­li qual­i­ta­tivi molto impor­tan­ti con prodot­ti di eccel­len­za, sem­pre più apprez­za­ti nel mon­do, e con ormai acquisi­ti impeg­ni anche alla salubrità dell’ambiente, insieme alla salubrità delle pro­duzioni agroal­i­men­ta­ri e al lavoro agri­co­lo. Per questo il set­tore ha final­mente bisog­no che ven­ga riconosci­u­to il ruo­lo cen­trale del­la sua attiv­ità per costru­ire quel nuo­vo mod­el­lo di svilup­po sosteni­bile che rap­p­re­sen­ta il vero col­lante tra tut­ti i set­tori che deter­mi­nano l’economia di un ter­ri­to­rio. Ser­vono per questo pro­poste pro­dut­tive che fac­ciano fare pas­si in avan­ti al set­tore, per una mag­giore qual­i­fi­cazione, sul­la stra­da del miglio­ra­men­to delle situ­azioni per essere sem­pre più nel cam­po del­la qual­ità e non quel­lo delle quan­tità.
Per questo mi per­me­t­to di porre alcune domande al Sin­da­co di Piom­bi­no per dare respiro ampio e allargare il con­fron­to nel­la val­u­tazione di prog­et­ti che deb­bono coin­vol­gere il ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia ed oltre.

Le domande sono:

  1. Quali sono i prodot­ti agri­coli che dovran­no essere trasfor­mati negli sta­bil­i­men­ti indus­tri­ali agroal­i­men­ta­ri pro­posti per le aree retro-por­tu­ali di Piom­bi­no ?
  2.  Quale rap­por­to potran­no avere con la capac­ità pro­dut­ti­va del­la nos­tra agri­coltura ?
  3. Gli inse­di­a­men­ti pro­posti han­no sicu­ra­mente bisog­no di acqua e ener­gia elet­tri­ca, quali sono le fonti di approvvi­gion­a­men­to pre­viste?
  4. Questo tipo di trasfor­mazione prevede sicu­ra­mente emis­sioni di fumi e di scar­ti soli­di e liq­ui­di, vor­rem­mo conoscere quale tipo li dis­tingue e quale certez­za, oltre la leg­is­lazione esistente, di non portare aumen­to di inquinan­ti ?
  5. La base logis­ti­ca com­mer­ciale di questi prodot­ti quale rap­por­to potrà avere con le pro­duzioni agroal­i­men­ta­ri del nos­tro ter­ri­to­rio ?

For­mu­lan­do i migliori auguri di buon lavoro all’amico Mas­si­mo Giu­liani atten­di­amo le risposte che sono cer­to non tarder­an­no ad arrivare. Ci con­sen­ti­ran­no di trovare la gius­ta col­lo­cazione del­la pro­pos­ta, sul­la diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va solo indus­tri­ale o di sosteg­no e svilup­po alla già avan­za­ta capac­ità pro­dut­ti­va del­la nos­tra agri­coltura, oltre ad una conoscen­za ogget­ti­va e reale delle situ­azioni, che ci auguri­amo siano sem­pre più gov­er­nate dall’insieme delle isti­tuzioni e dei cit­ta­di­ni.
Non potrà esistere futuro per un solo Comune e dovrà essere ripro­pos­ta con deter­mi­nazione una parte­ci­pazione dei cit­ta­di­ni e delle isti­tuzioni locali in aree omo­ge­nee, con­cepi­ta sem­pre come con­trib­u­to per dare fon­da­men­ta for­ti al futuro che vogliamo, per i nos­tri gio­vani.

 

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