Cinque domande per i redattori di Stile libero

· Inserito in Teoria e pratica

Abbi­amo but­ta­to giù cinque domande sulle prossime elezioni e abbi­amo chiam­a­to a rispon­dere i com­po­nen­ti del­la mul­ti­col­ore redazione di Stile Libero. Sen­za eccezione alcu­na. Ognuno, nel rispet­to delle nor­mali regole del vivere civile, ha scrit­to quel che pen­sa­va in asso­lu­ta lib­ertà. Il prodot­to di questo breve forum, che non ha pretese ed impeg­na solo la coscien­za di cias­cuno di noi, è nelle righe che seguono.

PAOLO BENESPERI
PbD. — Le pri­marie sono un fase preelet­torale che sta pren­den­do cam­po. Sono utili, inutili, inin­flu­en­ti? Come le valu­ti?

R. — In tem­pi di dis­tac­co pro­fondis­si­mo tra cit­ta­di­ni ed isti­tuzioni le pri­marie sono utili purché non si pen­si che con questo stru­men­to siano risolti prob­le­mi come la parte­ci­pazione più ampia alle scelte politiche e pro­gram­matiche fon­da­men­tali, un tem­po si sarebbe det­to la strate­gia oggi si dice la visione, e la parte­ci­pazione all’ap­pro­fondi­men­to e cor­rezione con­tin­ua del­la strate­gia e delle mille scelte con­seguen­ti. Un par­ti­to ha sen­so se incar­di­na le soluzioni a questi prob­le­mi e se dunque scar­ta la log­i­ca dei “com­pag­ni di scuo­la”,  alla fine sem­pre d’ac­cor­do anche se con idee diame­tral­mente opposte per sole ragioni di potere, e sceglie il con­fron­to politi­co alla luce del sole. Se nei par­ti­ti politi­ci non ricom­paiono le “battaglie politiche” si avrà un bel fare le pri­marie per scegliere i can­di­dati ai ruoli isti­tuzion­ali, si avrà comunque una classe polit­i­ca del­la quale il min­i­mo che si potrà dire è che non si sa cosa pen­sa. Per non par­lare del­la qual­ità. Forse farebbe bene andare a vedere cosa fan­no i Par­ti­ti Laburista e Con­ser­va­tore bri­tan­ni­ci.

D. — C’è una cor­sa ad andare in tv ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si che davvero i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E la riv­ista su cui scrivi?

R. — Se pro­pos­ta polit­i­ca e pro­pos­ta pro­gram­mat­i­ca sono chiare i media pos­sono aggiun­gere qual­cosa. Non potran­no mai sos­ti­tuire quel­lo che non c’è. Se Occhet­to perse e vinse Berlus­coni non fu cer­to mer­i­to dei media, fu mer­i­to del­la pro­pos­ta polit­i­ca che inter­cetta­va i bisog­ni del­la gente.
Stile libero Idee dal­la val di Cor­nia farà già tan­to se rius­cirà ad offrire  qualche infor­mazione, qualche idea, qualche conoscen­za e qualche rif­les­sione che, come noto, cos­ti­tu­is­cono in ques­ta zona una mer­ce molto rara.

D. — Il ris­chio dell’assenteismo pesa anche sul­la Val di Cor­nia. Se in casa un tuo famil­iare ti con­fes­sa di non vol­er andare al seg­gio, che fai? Lo man­di al diavo­lo, cer­chi di con­vin­cer­lo, riflet­ti e mag­a­ri lo segui?

R: — Il non voto è un dirit­to al pari del voto però farei osser­vare che il non voto raf­forza sem­pre il par­ti­to che ottiene più con­sen­si e dunque è un non voto per modo di dire. Meglio andare e votare. Del resto per for­tu­na la realtà non è solo bian­ca o nera, è fat­ta anche di sfu­ma­ture e dunque nel­l’in­de­ci­sione meglio votare la sfu­matu­ra più vic­i­na. Un grande come Indro Mon­tanel­li lo sape­va bene.

D. — Vivi le elezioni e vai a votare con più o meno con­vinzione di un tem­po?

R. — I tem­pi cam­biano e le elezioni cam­biano, ma la polit­i­ca res­ta ed il meto­do demo­c­ra­ti­co pas­sa dalle elezioni. Chi pen­sò che era meglio la democrazia diret­ta ed il “bom­bar­diamo il quarti­er gen­erale” fece più dan­ni al suo Paese di quan­ti in prece­den­za ne fos­sero mai sta­ti fat­ti. Chi pen­sò che la democrazia sostanziale potesse sos­ti­tuire la democrazia for­male creò uno dei regi­mi più san­guinosi del­la sto­ria del mon­do. Sì dunque con con­vinzione alle elezioni for­ti del pen­siero di Win­ston Churchill sec­on­do cui “..la democrazia è la peg­gior for­ma di gov­er­no, eccezion fat­ta per tutte quelle altre forme che si sono sper­i­men­tate fino­ra…”.
E poi ques­ta vol­ta ci sono delle novità vere.

D. — Fai una pre­vi­sione. Il risul­ta­to del voto finirà per sod­dis­far­ti? In Italia? E in Val di Cor­nia?

R. — Pre­vi­sione impos­si­bile, vai a sapere. Per for­tu­na la sto­ria non è mec­ca­ni­ca­mente deter­mi­na­ta in nes­sun luo­go ma piut­tosto la risul­tante di tan­ti con­dizion­a­men­ti e di tante scelte libere. Si potreb­bero citare mille prece­den­ti. Ne basti uno: il 18 aprile 1948 vinse alla grande la Democrazia Cris­tiana, persero comu­nisti e social­isti che sper­a­vano nel “ven­to del Nord” e perse con­tem­po­ranea­mente l’ Uomo Qualunque. Chi l’avrebbe mai det­to?

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GABRIELE BEZZINI
GabrieleD. — Le pri­marie sono un fase preelet­torale che sta pren­den­do cam­po. Sono utili, inutili, inin­flu­en­ti? Come le valu­ti?

R. — Non vedo come pos­sano essere inutili, dal mio pun­to di vista han­no non solo, dal­la loro parte, la grande oppor­tu­nità di ind­i­riz­zare il par­ti­to ver­so le elezioni, ma  anche gran­di e mai abbas­tan­za pre­sen­ti capac­ità di avvic­inare al par­ti­to e alle deci­sioni di par­ti­to, insom­ma in qualche modo ren­dere chi­unque inter­es­sato partecipe e meglio infor­ma­to di ciò che accade in modo più pro­fon­do.

D. — C’è una cor­sa ad andare in tv ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si che davvero i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E la riv­ista su cui scrivi?

R. — E’ chiaro, sec­on­do me palese, che i media abbi­amo influen­za o meglio un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale, sen­za andare trop­po nel­lo speci­fi­co abbi­amo ven­ti anni di — ormai spe­ri­amo — sto­ria ad esem­pio. Per quan­to riguar­da la riv­ista cre­do che chi ci legge non  fac­cia parte dei pla­gia­bili, per­ché purtrop­po sono le masse ( scusate il ter­mine ) più deboli ad essere affette dai media in gen­erale. Quin­di no, cre­do che per la mag­gior parte la nos­tra riv­ista ser­va a fare infor­mazione.

D. — Il ris­chio dell’assenteismo pesa anche sul­la Val di Cor­nia. Se in casa un tuo famil­iare ti con­fes­sa di non vol­er andare al seg­gio, che fai? Lo man­di al diavo­lo, cer­chi di con­vin­cer­lo, riflet­ti e mag­a­ri lo segui?

R: — L’assen­teis­mo è una brut­ta bestia.In casa non ho di questi “prob­le­mi”, ma spes­so mi sono ritrova­to a par­lare di assen­teis­mo con per­sone che ormai con­sidero di famiglia, come per ogni altra cosa cer­co di aprire un dial­o­go, poi ascoltare ed esporre è sem­pre un arric­chi­men­to per entrambe le par­ti. Chi si astiene di soli­to non lo fa “per­chè sta­mani mi sono sveg­lia­to assen­teista” ma ha delle ragioni che potrem­mo definire valide, d’al­tra parte non vedo logi­co il rin­un­cia­re al voto, cosa che ha un val­ore sem­pre.

D. — Vivi le elezioni e vai a votare con più o meno con­vinzione di un tem­po?

R. — Sicu­ra­mente con meno con­vinzione. Innega­bile che in parte la col­pa pos­sa essere mia ma non pos­so nem­meno dire che i tem­pi non mi abbiano dato una mano nel diventare un gio­vane meno “inter­es­sato”.

D. — Fai una pre­vi­sione. Il risul­ta­to del voto finirà per sod­dis­far­ti? In Italia? E in Val di Cor­nia?

R. — Sono abbas­tan­za fiducioso: cre­do che potrò definir­mi sod­dis­fat­to dei risul­tati che mi si pre­sen­ter­an­no davan­ti anche se, in realtà, sia in Italia sia in Val di Cor­nia non mi sen­to rap­p­re­sen­ta­to. Sarà anche ques­ta col­pa mia?

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FIORENZO BUCCI
fbD. — Le pri­marie sono un fase preelet­torale che sta pren­den­do cam­po. Sono utili, inutili, inin­flu­en­ti? Come le valu­ti?

R. — C’è chi le ha fat­te e chi le ha promesse. Chi le ha fat­te ha mosso ed inter­es­sato un bel po’ di gente e la cosa non è cer­to neg­a­ti­va. Che le pri­marie ser­vano effet­ti­va­mente a ind­i­riz­zare le elezioni (can­di­dati, pro­gram­mi ecc.) ho molti dub­bi. Vedo gli appa­rati anco­ra suf­fi­cien­te­mente for­ti per resp­in­gere ogni ten­ta­ti­vo effet­ti­vo di cam­bi­a­men­to. Non inutili, con l’at­tuale sis­tema elet­torale non influ­en­ti.

D. — C’è una cor­sa ad andare in tv ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si che davvero i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E la riv­ista su cui scrivi?

R. — For­tu­nata­mente gli ital­iani sono migliori di chi li gui­da e li val­u­ta. Tv e gior­nali sono nati per infor­mare e for­mare e così ven­gono con­cepi­ti; quan­do si trasfor­mano in stru­men­ti di mera per­sua­sione alla fine ven­gono riget­tati ed inci­dono sem­pre meno. Non si vince solo andan­do in tv e com­paren­do spes­so sui gior­nali anche per­ché i gior­nal­isti ci met­tono del loro e la meli­na che ne risul­ta gen­era noia, stanchez­za e alla fine repul­sione. Non era così una vol­ta, oggi è sem­pre più così. Stile Libero muove ora i pri­mi pas­si ed è già molto se in tan­ti ci grat­i­f­i­cano del­la loro atten­zione. Cre­do che con il nos­tro gior­nale on line non si guadag­n­erà né si perderà un solo voto.

D. — Il ris­chio dell’assenteismo pesa anche sul­la Val di Cor­nia. Se in casa un tuo famil­iare ti con­fes­sa di non vol­er andare al seg­gio, che fai? Lo man­di al diavo­lo, cer­chi di con­vin­cer­lo, riflet­ti e mag­a­ri lo segui?

R. — Lo invi­to ad accom­pa­g­n­ar­mi all’urna speran­do che stra­da facen­do ci ripen­si e mag­a­ri non dis­sua­da me dall’entrare. Cosa dif­fi­cile. Per il resto, di fronte alla sche­da, ognuno è asso­lu­ta­mente libero di fare quel che crede. Spet­terà alla polit­i­ca riflet­tere sulle even­tu­ali con­seguen­ze.

D. — Vivi le elezioni e vai a votare con più o meno con­vinzione di un tem­po?

R. — Un tem­po il voto era un’occasione entu­si­as­ti­ca di sin­te­tiz­zare con una cro­cetta quel che pen­savi, amavi, aus­pi­cavi. Oggi non è raro che molti vadano ai seg­gi con l’atteggiamento ben descrit­to anni fa da Indro Mon­tanel­li. Non fac­cio eccezione.

D. — Fai una pre­vi­sione. Il risul­ta­to del voto finirà per sod­dis­far­ti? In Italia? E in Val di Cor­nia?

R. — Preferirei fare pre­vi­sioni sul cam­pi­ona­to di cal­cio dove, per mia sod­dis­fazione, la vit­to­ria è scon­ta­ta. Vor­rei che almeno il risul­ta­to elet­torale fos­se tale da legit­ti­mare il gov­er­no di qual­cuno volu­to dal­la mag­gio­ran­za del Paese. L’ingovernabilità potrebbe aprire sce­nari fos­chi che non mi piac­ciono. La Val di Cor­nia non fa sto­ria. La farebbe se davvero cam­bi­asse qual­cosa ma non suc­cede da più di sessant’anni e non accadrà neanche ques­ta vol­ta. 

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LUIGI FAGGIANI
lfD. — Le pri­marie sono un fase preelet­torale che sta pren­den­do cam­po. Sono utili, inutili, inin­flu­en­ti? Come le valu­ti?

R. — Le pri­marie a ridos­so delle elezioni risul­tano utili a dis­trarre gli elet­tori. Aggregano, fan­no notizia, ali­men­tano attese ed aspet­ta­tive “ politiche “ intorno a niente. Si dice per non dire, si par­la del pelo e non del­la trave.  Dob­bi­amo ram­mentare che può accadere che un par­ti­to con il 25 per cen­to delle pref­eren­ze potrà avere in rega­lo un pre­mio di mag­gio­ran­za che lo por­ti ad avere ben oltre  il 51 per cen­to dei dep­u­tati e sen­a­tori. Il  “Por­cel­lum” così vitu­per­a­to e crit­i­ca­to dal­la sin­is­tra  oggi è così caro e prezioso ai vari Bersani,Grillo, Ren­zi. E questo la dice lun­ga.

D. — C’è una cor­sa ad andare in tv ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si che davvero i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E la riv­ista su cui scrivi?

R. — I media sono deter­mi­nan­ti per il risul­ta­to elet­torale, non ci sono dub­bi. E’ rego­la di mer­ca­to. Più ti fai conoscere, più ti ascoltano, più grande è la platea, più pos­si­bil­ità ci sono di acquisire con­sen­si. La nos­tra riv­ista nel suo pic­co­lo fa parte del mon­do dei media e parte­ci­pa pro­porzional­mente al numero dei suoi let­tori al dibat­ti­to politi­co.

D. — Il ris­chio dell’assenteismo pesa anche sul­la Val di Cor­nia. Se in casa un tuo famil­iare ti con­fes­sa di non vol­er andare al seg­gio, che fai? Lo man­di al diavo­lo, cer­chi di con­vin­cer­lo, riflet­ti e mag­a­ri lo segui?

R: — Io pen­so che anche qui da noi aumenterà l’assenteismo. Se un famil­iare con­fes­sa di non andare al seg­gio gli  dico cosa farò io poi lui si com­por­ti come meglio crede. 

D. — Vivi le elezioni e vai a votare con più o meno con­vinzione di un tem­po?

R. — Con più con­vinzione di un tem­po, con più pas­sione.

D. — Fai una pre­vi­sione. Il risul­ta­to del voto finirà per sod­dis­far­ti? In Italia? E in Val di Cor­nia?

R. — Pen­so che finirà per sod­dis­far­mi sia in Italia che in Val di Cor­nia.

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DORYS MARINI
DorysD. — Le pri­marie sono un fase preelet­torale che sta pren­den­do cam­po. Sono utili, inutili, inin­flu­en­ti? Come le valu­ti?

R. —  Le pri­marie han­no cre­ato più coin­vol­gi­men­to in gen­erale, sia tra i cit­ta­di­ni sia tra i politi­ci che ave­vano da spie­gare il loro obi­et­tivi e non di tut­to lo schiera­men­to con il risul­ta­to di dare l’im­pres­sione di essere più traspar­en­ti con il pub­bli­co.
Han­no per­me­s­so alle per­sone che cre­dono nel­la polit­i­ca di dare un con­trib­u­to diret­to soste­nen­do il loro can­dida­to e a quelle più con­fuse di ritrovare sti­moli nel­la polit­i­ca stes­sa.

D. — C’è una cor­sa ad andare in tv ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si che davvero i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E la riv­ista su cui scrivi?

R. — I media non han­no un peso deter­mi­nante ma comunque pos­sono influen­zare l’opin­ione pub­bli­ca. Cer­to è che, dato i trascor­si prece­den­ti, si potrebbe ver­i­fi­care un effet­to boomerang questo per­ché sem­pre più per­sone sono ormai stanche di vivere in questo cli­ma caoti­co ed han­no l’e­si­gen­za di rice­vere risposte più con­crete.
La nos­tra riv­ista, essendo cos­ti­tui­ta da un grup­po etero­ge­neo di per­sone, si pro­pone di sen­si­bi­liz­zare i cit­ta­di­ni del­la Val di Cor­nia, sui prob­le­mi del nos­tro ter­ri­to­rio, dan­do spun­to a più linee di pen­siero con l’aus­pi­cio che aumen­ti l’in­ter­esse riguar­do l’ar­go­men­to e che ven­ga uti­liz­za­to l’u­ni­co stru­men­to che per­me­tte di esprimere ciò che deside­ri­amo, il voto.

D. — Il ris­chio dell’assenteismo pesa anche sul­la Val di Cor­nia. Se in casa un tuo famil­iare ti con­fes­sa di non vol­er andare al seg­gio, che fai? Lo man­di al diavo­lo, cer­chi di con­vin­cer­lo, riflet­ti e mag­a­ri lo segui?

R: — Capis­co la posizione degli assen­teisti delusi dal­la polit­i­ca attuale tut­tavia nel momen­to in cui mi ren­dono partecipe del­la loro deci­sione cer­co di trasmet­ter­gli la mia esi­gen­za di andare a votare, anche se può sem­brare un gesto pic­co­lo qua­si insignif­i­cante mi per­me­tte di non dare com­ple­ta­mente la mia vita nelle mani di altri ma di costru­ir­la insieme agli altri cit­ta­di­ni.

D. — Vivi le elezioni e vai a votare con più o meno con­vinzione di un tem­po?

R. — Essendo entra­ta nel mon­do delle elezioni in un peri­o­do dove la polit­i­ca pre­sen­ta­va già lim­i­ti di cred­i­bil­ità ver­so l’opin­ione pub­bli­ca pos­so dire che vivo con la stes­sa sen­sazione queste elezioni. Tut­tavia sono con­vin­ta come allo­ra che andare a votare sia per me impor­tante per­ché ques­ta situ­azione cam­bi.

D. — Fai una pre­vi­sione. Il risul­ta­to del voto finirà per sod­dis­far­ti? In Italia? E in Val di Cor­nia?

R. — Non pos­so fare una pre­vi­sione del voto in quan­to moltepli­ci sono le esi­gen­ze degli ital­iani, c’è chi è osses­sion­a­to dalle tasse, chi vor­rebbe un po’ più di rig­ore nel­la polit­i­ca, chi vor­rebbe rifar­si alle idee per cui era nato quel par­ti­to, chi invece vor­rebbe azzer­are tut­to il quadro politi­co e iniziare una nuo­va fase. Spero che vin­cerà colui che si occu­perà dei veri prob­le­mi degli ital­iani come per esem­pio la salute e l’istruzione, in gen­erale spero che ritorni il buon sen­so e la voglia di cam­biare costru­en­do, insieme e mi auguro che questo pos­sa essere il risul­ta­to anche nel­la Val di Cor­nia.

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ROBERTO MARINI
rmD. — Le pri­marie sono un fase preelet­torale che sta pren­den­do cam­po. Sono utili, inutili, inin­flu­en­ti? Come le valu­ti?

R. — Le pri­marie sono un fat­to pos­i­ti­vo e utile soprat­tut­to in un con­testo come il nos­tro in cui la classe polit­i­ca ha grossi prob­le­mi di legit­ti­mazione, autorev­olez­za e cred­i­bil­ità e in cui le per­sone si sentono esautorate dal loro dirit­to di scegliere i pro­pri rap­p­re­sen­tan­ti. E poi sono uno stru­men­to for­mi­da­bile per tenere acce­sa la luce sul par­ti­to o  lo schiera­men­to che le fa ben pri­ma dell’inizio del­la cam­pagna elet­torale vera e pro­pria. L’unico errore che dob­bi­amo evitare è di farne da un lato l’unico stru­men­to di selezione del­la classe polit­i­ca, per­ché il mec­ca­n­is­mo che le regge si fon­da molto di più sul­la capac­ità del can­dida­to (o dell’apparato che lo sostiene) di mobil­itare l’elettorato e con­dur­lo, dici­amo così, a sé, che sulle sue reali com­pe­ten­ze a rico­prire il ruo­lo per cui si can­di­da e dall’altro lato stare atten­ti a non farne l’unico modo di riat­ti­vare la parte­ci­pazione alla vita polit­i­ca, un con­cet­to tal­mente ampio, pro­fon­do e di una tale ril­e­van­za eti­ca e civile che ridur­lo alla scelta di questo o quel can­dida­to è impos­si­bile, oltre che sbaglia­to.

D. — C’è una cor­sa ad andare in tv ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si che davvero i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E la riv­ista su cui scrivi?

R. — Una vol­ta ho vis­to un film, c’era una soci­età sicu­ra­mente imper­fet­ta, con lim­i­ti, ma fon­da­ta sul rap­por­to diret­to, sul­la parte­ci­pazione e il con­fron­to con la gente. Quel film non l’ho più vis­to, non è più in cir­co­lazione oggi ci dob­bi­amo accon­tentare di  immag­i­ni che ci proi­et­ta la tv, di mes­sag­gi inter­net e quan­do va bene di inter­ven­ti sui gior­nali. A ques­ta situ­azione si è uni­for­ma­to tut­to il sis­tema, anzi oggi si giu­di­ca dal gra­do di pre­sen­za più o meno alto e dal ritorno di immag­ine che si esprime. In ger­go tec­ni­co si dice “quel­lo buca l’obiettivo”. Tut­to questo è frut­to del pro­gres­so, del nuo­vo modo di fare polit­i­ca? Forse è così, ma mio suo­cero non ha il com­put­er e la tele­vi­sione la vede male, a lui cosa dico?! Fidati di me! No , non mi con­vince questo modo, ne sono den­tro ma mi piac­erebbe tornare nel­la cinete­ca e ritrovare quel film. La riv­ista su cui scri­vo mi piace, è nuo­va e sti­molante, ma, come ho det­to pri­ma, c’è una idea su cui si scrive la sceneg­giatu­ra e ques­ta può, come no, las­cia­re libere inter­pre­tazioni sul finale.

D. — Il ris­chio dell’assenteismo pesa anche sul­la Val di Cor­nia. Se in casa un tuo famil­iare ti con­fes­sa di non vol­er andare al seg­gio, che fai? Lo man­di al diavo­lo, cer­chi di con­vin­cer­lo, riflet­ti e mag­a­ri lo segui?

R: — Sicu­ra­mente lo con­vin­cerei, las­cian­do a lui la scelta, anche se riten­go legit­ti­mo dis­cutere nel mer­i­to.

D. — Vivi le elezioni e vai a votare con più o meno con­vinzione di un tem­po?

R. — La con­vinzione non è quel­la di pri­ma, ci vado per­ché come ho det­to lo riten­go un dirit­to a cui non potrei mai rin­un­cia­re.

D. — Fai una pre­vi­sione. Il risul­ta­to del voto finirà per sod­dis­far­ti? In Italia? E in Val di Cor­nia?

R. — Sul­la sod­dis­fazione non ci giur­erei, ma pen­so che avrà mag­giori con­sen­si la coal­izione che già oggi i sondag­gi dan­no vin­cente, anche se cre­do che il risul­ta­to sarà al di sot­to delle aspet­ta­tive. In V.di Cor­nia invece pen­so ad un risul­ta­to sod­dis­facente, per ques­ta coal­izione, non tan­to e per quan­to ha saputo sem­i­nare e colti­vare, quan­to per i nuovi sis­te­mi di colti­vazione, per i fer­til­iz­zan­ti usati, per le sta­gioni che sono cam­bi­ate e di cui nes­suno si è accor­to, un frut­to, non so quan­to sano, ma sicu­ra­mente sen­za sapore. 

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MARTINA PIETRELLI
Martina1D. — Le pri­marie sono un fase preelet­torale che sta pren­den­do cam­po. Sono utili, inutili, inin­flu­en­ti? Come le valu­ti?

R. — Utili e impor­tan­ti: così le val­u­to. Van­no per­fezion­ate, ma lo stru­men­to è gius­to. Han­no un effet­to benefi­co sia per chi le fa sia per i cit­ta­di­ni che sono chia­mati a parte­ci­pare alla scelta dei can­di­dati da pre­sentare, in un peri­o­do in cui di armi per con­tare e incidere in polit­i­ca i cit­ta­di­ni ne han­no davvero poche.

D. — C’è una cor­sa ad andare in tv ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si che davvero i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E la riv­ista su cui scrivi?

R. — È evi­dente che abbiano un peso, se no per­ché cor­rere per essere pro­tag­o­nisti in tele­vi­sione o sul­la stam­pa? Non ci sono altri stru­men­ti per par­lare a così tante per­sone nel­lo stes­so tem­po e in una vol­ta sola, e poi i media sono impor­tan­ti per­ché inci­dono in par­ti­co­lare su due mec­ca­n­is­mi deci­sivi per vin­cere le elezioni e soprat­tut­to crear­si un con­sen­so: l’attivazione dell’elettorato e la for­mazione dell’opinione pub­bli­ca. La nos­tra riv­ista non sfugge a questo ragion­a­men­to, ha solo un lim­ite: è nata da poco, ma il prog­et­to è molto vali­do e cre­do che pros­eguen­do così sarà una voce sem­pre più autorev­ole e segui­ta nel dibat­ti­to locale.

D. — Il ris­chio dell’assenteismo pesa anche sul­la Val di Cor­nia. Se in casa un tuo famil­iare ti con­fes­sa di non vol­er andare al seg­gio, che fai? Lo man­di al diavo­lo, cer­chi di con­vin­cer­lo, riflet­ti e mag­a­ri lo segui?

R: — Cer­co di con­vin­cer­lo ad andare a votare. Poi scel­ga chi e cosa vuole, al lim­ite anche nul­la. Tro­vo sbaglia­to e inutile restare a casa. Alla fine che uno vin­ca col 10% di asten­sione o il 50%, purtrop­po, non fa nes­suna dif­feren­za né in ter­mi­ni prati­ci né in ter­mi­ni politi­ci.

 D. — Vivi le elezioni e vai a votare con più o meno con­vinzione di un tem­po?

R. — Stes­sa con­vinzione sull’importanza del voto e del­la scelta di chi ci rap­p­re­sen­ta, un po’ meno ver­so la mia parte polit­i­ca. Ma ho deciso di restare e fare una battaglia in pri­ma per­sona per cam­biar­la, per­ché voglio ved­er­la cam­biare le cose nel­la direzione che cre­do sia la più gius­ta.

D. — Fai una pre­vi­sione. Il risul­ta­to del voto finirà per sod­dis­far­ti? In Italia? E in Val di Cor­nia?

R. — Val di Cor­nia e Italia sono la stes­sa cosa quan­do si trat­ta di elezioni politiche. Sod­dis­fat­ta al 100% non lo sarò: vole­vo Mat­teo Ren­zi pres­i­dente del Con­siglio e con lui un modo diver­so di inten­dere la polit­i­ca e di essere del Pd, e m’è anda­ta male. Det­to questo, la mia pre­oc­cu­pazione è che le forze in cam­po non sap­pi­ano costru­ire l’equilibrio gius­to per fare le cose che ser­vono all’Italia, che non ne abbiano la forza, insom­ma, e qualche vol­ta anche l’intenzione. Preve­do un risul­ta­to finale di dif­fi­cile ges­tione per chi­unque vin­cerà, e non vor­rei che alla fine si dovesse tornare a votare pri­ma del pre­vis­to. Stare­mo a vedere. 

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NICCOLÒ PINI
NiccolòD. — Le pri­marie sono un fase preelet­torale che sta pren­den­do cam­po. Sono utili, inutili, inin­flu­en­ti? Come le valu­ti?

R. — Le pri­marie in astrat­to sono uno stru­men­to molto impor­tante, in altri pae­si rap­p­re­sen­tano momen­ti molto sen­ti­ti del­la vita polit­i­ca (vedi gli Usa). Per adesso, in Italia, pos­sono essere parag­o­nate alle domeniche di bloc­co del traf­fi­co nelle gran­di cit­tà: grande clam­ore ma lo smog rimane. La parte­ci­pazione diret­ta dei cit­ta­di­ni alla polit­i­ca è impor­tante, ma non può lim­i­tar­si ad un sin­go­lo giorno di “fes­ta”. Quest’an­no nel cen­tro sin­is­tra c’è sta­ta una vera con­te­sa tra can­di­dati, aus­pi­co che il coin­vol­gi­men­to diret­to del­la popo­lazione sia este­so anche ad altri liv­el­li.

D. — C’è una cor­sa ad andare in tv ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si che davvero i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E la riv­ista su cui scrivi?

R. — Occorre fare una dis­tinzione tra Tv ed Inter­net: gen­er­al­iz­zan­do si può dire che la Tv è un mez­zo di comu­ni­cazione pas­si­vo: chi vi si relaziona si sot­to­pone a recepire molte infor­mazioni (tra cui quelle politiche) sen­za però avere la pos­si­bil­ità di riflet­tere e mis­urare l’in­for­mazione rice­vu­ta. Inter­net invece è  uno stru­men­to atti­vo: l’in­for­mazione viene ricer­ca­ta  volon­tari­a­mente dal­l’u­tente, che leggen­do la può meglio elab­o­rare. Chiara­mente la Tv essendo il mez­zo di infor­mazione più dif­fu­so, e anche l’u­ni­co in alcune fasce di età, rimane, purtrop­po, quel­lo più impor­tante. Stile libero è cos­ti­tu­ito da una redazione etero­ge­nea dove non ci sono sche­mi di pen­siero da seguire, è un otti­mo stru­men­to per conoscere meglio la realtà del­la Val di Cor­nia.

D. — Il ris­chio dell’assenteismo pesa anche sul­la Val di Cor­nia. Se in casa un tuo famil­iare ti con­fes­sa di non vol­er andare al seg­gio, che fai? Lo man­di al diavo­lo, cer­chi di con­vin­cer­lo, riflet­ti e mag­a­ri lo segui?

R: — Sono un elet­tore rel­a­ti­va­mente gio­vane  ho parte­ci­pa­to a tutte le elezioni e ho sem­pre vota­to con­vin­ta­mente. L’ul­ti­ma vol­ta però ricor­do che ho vota­to “tap­pan­do­mi il naso” , come si usa dire adesso, usci­to dal seg­gio elet­torale ero avvil­i­to per quel voto (l’u­ni­co per me accetta­bile) che non ave­vo dato con con­vinzione. Capis­co quin­di chi non se la sente di votare: è una reazione di “pan­cia”, per non provare di nuo­vo lo scon­for­to di un voto non con­vin­to. Se si riflette più razional­mente, però, è chiaro nei fat­ti, che vi è un sostanziale dis­in­ter­esse dei par­ti­ti al numero degli asten­sion­isti, anzi para­dos­salmente ven­gono favoriti. Quin­di il mio con­siglio è: riflet­ti­amo­ci bene, ma andi­amo a votare.

D. — Vivi le elezioni e vai a votare con più o meno con­vinzione di un tem­po?

R. — Nelle ultime elezioni politiche ero  un sem­plice cit­tadi­no che com­pie­va il suo diritto\dovere di votare, da quel­la data mi sono approc­cia­to più atti­va­mente alla polit­i­ca pren­den­dovi parte,dunque le vivo con più parte­ci­pazione.

D. — Fai una pre­vi­sione. Il risul­ta­to del voto finirà per sod­dis­far­ti? In Italia? E in Val di Cor­nia?

R. —  L’u­ni­co atto impor­tante che i par­ti­ti dove­vano fare atti­va­mente in questo anno sab­bati­co, era cam­biare la legge elet­torale e non l’han­no fat­to. Quin­di qualunque sia il risul­ta­to non sarò sod­dis­fat­to, in quan­to frut­to di una legge elet­torale pes­si­ma. Det­to questo, il risul­ta­to da scon­giu­rare è l’in­govern­abil­ità, non sop­porterei altri mesi di fan­tapo­lit­i­ca per creare un gov­er­no. Per la Val di Cor­nia è un dis­cor­so a parte: l’età media di ques­ta zona è molto alta e non per­cepis­co voglia di cam­bi­a­men­to, ho fidu­cia nelle nuove gen­er­azioni. 

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