Comune: prima la sagra della zonzella poi gli asili

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Martina Pietrelli

Il pun­to è uno solo: in tem­pi di crisi nera e di man­can­za di risorse le pub­bliche ammin­is­trazioni e in par­ti­co­lare i comu­ni sono chia­mati a scegliere quali servizi e azioni ver­so i cit­ta­di­ni sono pri­or­i­tarie e per­ché. Il ris­chio che si corre, infat­ti, è quel­lo di non essere capi­ti quan­do a fronte di svari­ate decine di migli­a­ia di euro ero­gate ad asso­ci­azioni varie pre­sen­ti nel ter­ri­to­rio per man­i­fes­tazioni che van­no dal­la sagra del­la zonzel­la, alla gita tur­is­ti­ca sporti­va, gli asili nido e i servizi alla per­sona in gen­erale sono mes­si ogni giorno pesan­te­mente in dis­cus­sione, o con pro­ces­si di pri­va­tiz­zazione ed ester­nal­iz­zazione pro­gres­sivi e inesora­bili dei servizi stes­si, o con aumen­ti o comunque con­ferme delle rette a cari­co delle famiglie sem­pre più in dif­fi­coltà eco­nom­i­ca.
Basti pen­sare che a Piom­bi­no nel 2012 le iscrizioni agli asili pub­bli­ci e pri­vati pre­sen­ti nel Comune sono crol­late, tan­toché ci sono posti anco­ra vuoti, a causa del­la crisi eco­nom­i­ca che attanaglia la cit­tà e le famiglie, ma le rette sono rimaste invari­ate. Nel comune di Campiglia nel 2011 l’asilo nido pub­bli­co è sta­to sostanzial­mente polver­iz­za­to a causa del bloc­co delle assun­zioni nel quale il Comune è incap­pa­to per non aver rispet­ta­to  il rap­por­to tra spe­sa di per­son­ale e spe­sa cor­rente con la con­seguente impos­si­bil­ità di rico­prire i posti vacan­ti anche con per­son­ale a tem­po deter­mi­na­to. Per con­tin­uare a erog­a­re il sevizio il Comune ha dovu­to ester­nal­iz­zare qua­si tut­to l’asilo a una coop­er­a­ti­va sociale che garan­tisce iden­ti­ca pro­fes­sion­al­ità e qual­ità a costi infe­ri­ori, ma sen­za alcu­na dimin­uzione delle rette per le famiglie che restano le più alte di tut­ta la Val di Cor­nia. Infine San Vin­cen­zo, dove a fronte delle rette più basse forse del­la provin­cia di Livorno e una doman­da in cresci­ta, la capac­ità di inves­ti­men­to per il Comune nel set­tore è fer­ma per man­can­za di risorse da des­tinare almeno all’ottimizzazione dei servizi esisten­ti.
La ques­tione diven­ta davvero seria se, ai tagli dram­mati­ci che ci sono sta­ti in questi anni in tut­to il set­tore delle politiche sociali che va dall’handicap alla non auto­suf­fi­cien­za, al sosteg­no alla povertà in gen­erale fino ai servizi per la pri­ma infanzia, si aggiunge la sot­to­va­l­u­tazione del fenom­e­no in cor­so e del­la neces­sità di rior­ga­niz­zare su basi più traspar­en­ti e rispon­den­ti a una prog­et­tual­ità e a un inter­esse real­mente pub­bli­co il sis­tema di erogazione delle risorse pub­bliche comu­nali a isti­tu­ti, enti e asso­ci­azioni in gen­erale.

(foto di Pino Bertel­li)

 

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