Costretti di nuovo a votare con una “porcata”

· Inserito in Leggi e normative

Truffe, mat­ti, tate, vas­sal­li, por­cel­li. Le elezioni nel Bel­paese han­no conosci­u­to le con­no­tazioni  più strane e le for­mule più astruse che spes­so han­no con­dizion­a­to i risul­tati e cre­ato con­sis­ten­ti prob­le­mi di gov­ern­abil­ità. Mai però, fino al 2005, era accadu­to che fos­se il padre di una nor­ma a ripu­di­ar­la con il più offen­si­vo degli epiteti: “Una por­ca­ta”. Da cui, per inizia­ti­va bat­tes­i­male di Gio­van­ni Sar­tori, è nato “Por­cel­lum”, il nome, ormai famil­iare, del­la legge con cui per la terza vol­ta, il 24 e 25 feb­braio, sceglier­e­mo chi ci rap­p­re­sen­terà in Par­la­men­to. Nel 1953 Piero Cala­man­drei bol­lò come “legge truf­fa” la rego­la per cui chi avesse super­a­to il 50 per cen­to dei con­sen­si, avrebbe avu­to in pre­mio il 65 per cen­to dei par­la­men­tari. Molti anni dopo l’Italia del pro­porzionale sco­prì il mag­gior­i­tario, anzi lo sco­prì alla democris­tiana, ovvero non abban­do­nan­do com­ple­ta­mente il meto­do anti­co. Padre dell’ ”un po’ di questo ed un po’ di quel­lo” fu Ser­gio Mattarel­la ed il soli­to Sar­tori ebbe buon gio­co a rib­at­tez­zare la novità come “Mattarel­lum”. Neanche due anni dopo ci provò il più democris­tiano degli ex missi­ni, Pin­uc­cio Tatarel­la che ci regalò una legge con carat­ter­is­tiche più mag­gior­i­tarie e così dal “Mattarel­lum” si passò al “Tatarel­lum”. Ci vollero sei anni per arrivare alla novità che ha resis­ti­to fino ai giorni nos­tri. Il leghista Rober­to Calderoli, dopo una tor­men­tosa serie di com­pro­mes­si, nel 2005, riuscì a pro­durre “il Por­cel­lum” che fin dai pri­mi vagi­ti con­trasseg­nò dis­as­tri stori­ci con mag­gio­ranze alla Cam­era che non era­no mag­gio­ranze al Sen­a­to, con la vec­chia pref­eren­za fini­ta in sof­fit­ta, con i par­ti­ti che, deci­den­do l’ordine di inser­i­men­to nelle liste, di fat­to deter­mi­na­vano la com­po­sizione dei grup­pi par­la­men­tari, con il far­ragi­noso mec­ca­n­is­mo di attribuzione dei seg­gi. Non c’è grup­po politi­co che oggi non riten­ga inadegua­ta l’attuale nor­ma­ti­va elet­torale. Dal ten­ta­ti­vo del 2007 di Sal­va­tore Vas­sal­lo (da cui il “Vas­sal­lum”) si sono susse­gui­te le più diverse pro­poste di cam­bi­a­men­to, tutte però finite col medes­i­mo “abortarel­lum”. Le ultime fan­no parte, insieme agli invi­ti del pres­i­dente Napoli­tano, del­la sto­ria di queste ultime set­ti­mane mon­tiane. Non ci toc­ca altro, quin­di, che ripas­sare le assur­dità del­la nor­ma che tut­ti riget­tano ma che nes­suno è rius­ci­to a cam­biare. Con il Por­cel­lum, che si fac­ciano le pri­marie o che solo si promet­tano, la scelta degli elet­ti di fat­to spet­ta ai grup­pi politi­ci i quali, non essendo pre­viste pref­eren­ze da parte degli elet­tori, han­no la pos­si­bil­ità di inserire nelle liste i can­di­dati sec­on­do l’ordine che desider­a­no. E pro­prio in quell’ordine saran­no scelti gli elet­ti. Così, se un par­ti­to con­quista, per esem­pio, otto poltrone, ad occu­par­le saran­no i pri­mi otto del­la lista. Non è raro che chi vince le pri­marie finis­ca poi in una bas­sa posizione di lista che rende pres­soché impos­si­bile la sua elezione. Tan­to per chiarire, non appare questo il caso del dep­u­ta­to locale Sil­via Velo che nel 2008 era per esem­pio, al sedices­i­mo pos­to quan­do i dep­u­tati elet­ti in Toscana per il Pd furono 19 ed addirit­tura altri due, al 20esimo e  21esimo, pos­to pas­sarono in con­seguen­za dell’opzione del capolista Dario Frances­chi­ni, elet­to anche in altro col­le­gio, e delle dimis­sioni nel 2011 del già sin­da­co di Siena Fran­co Cec­cuzzi. La rego­la del­la lista bloc­ca­ta vale sia per la Cam­era e sia per il Sen­a­to. E sia per la Cam­era che per il Sen­a­to ver­rà con­seg­na­ta all’elettore una sola sche­da. Scor­diamo­ci l’antico con­cet­to del par­la­mentare di cir­co­scrizione che, se ave­va un sen­so anni fa con il pro­porzionale, viene prati­ca­mente annul­la­to dal Por­cel­lum.

CAMERA
Per l’elezione dei dep­u­tati l’Italia è sta­ta divisa dal­la attuale legge elet­torale in 27 cir­co­scrizioni in base al numero degli abi­tan­ti. La Toscana, mal­gra­do abbia aumen­ta­to la pro­pria popo­lazione (ref­er­en­dum 2011) ha, come nel 2006 e nel 2008, una sola cir­co­scrizione elet­torale nel­la quale si dovran­no eleg­gere 38 dep­u­tati. Quin­di nel­la sche­da elet­torale, gli elet­tori di tut­ta la regione tro­ver­an­no le stesse liste con­te­nen­ti fino ad un mas­si­mo di 38 nom­i­na­tivi. Le liste poi potran­no pre­sen­tar­si da sole indi­can­do un capolista e un pro­gram­ma oppure “apparentate”, cioè rag­grup­pate in una coal­izione con lo stes­so pro­gram­ma e lo stes­so ed uni­co capo. Che non nec­es­sari­a­mente, vin­cen­do, diven­terà pres­i­dente del con­siglio dei min­istri essendo anco­ra attribui­ta al Capo del­lo sta­to l’indicazione del pre­mier. L’ordine delle coal­izioni e delle liste non col­le­gate, nonché l’ordine dei con­trasseg­ni delle liste di cias­cu­na coal­izione sono sta­bil­i­ti medi­ante sorteg­gio. Ogni elet­tore dispone di un uni­co voto, che si esprime trac­cian­do un solo seg­no, comunque appos­to, nel ret­tan­go­lo con­te­nente il con­trasseg­no del­la lista prescelta. Per la Cam­era l’assegnazione dei seg­gi avviene su base nazionale attra­ver­so un com­pli­ca­to mec­ca­n­is­mo che gli appas­sion­ati pos­sono even­tual­mente con­sultare all’indirizzo Inter­net http://www.camera.it/temiap/Manuale27dicembre2012.pdf. Qui basti ricor­dare che dei 630 dep­u­tati da eleg­gere 12 spet­tano alle cir­co­scrizioni estere e uno alla Valle d’Aosta. Quin­di 13 seg­gi non entra­no nel con­teg­gio glob­ale per la ripar­tizione. Alla coal­izione che vince spet­ta comunque un pre­mio di mag­gio­ran­za di 340 seg­gi. Se, a con­ti fat­ti, non li ottiene gli ven­gono attribuiti per legge, se li supera ovvi­a­mente mantiene quel­li che ha con­se­gui­to. Al di là di chi li con­quis­terà, rib­a­di­amo che alla Toscana spet­ter­an­no 38 seg­gi. Alla ripar­tizione dei seg­gi pos­sono parte­ci­pare solo le liste o i rag­grup­pa­men­ti che han­no super­a­to gli sbar­ra­men­ti. Così ven­gono escluse le coal­izioni che non con­seguono almeno il 10 per cen­to dei voti nazion­ali e le liste non col­le­gate che non rag­giun­gono il 4 per cen­to. Sem­pre se non rag­giun­gono il 4 per cen­to restano a boc­ca asciut­ta le liste col­le­gate in coal­izioni che non han­no super­a­to lo sbar­ra­men­to. Men­tre per divider­si i seg­gi all’interno di una coal­izione pro­mossa dal­lo sbar­ra­men­to, le liste apparentate devono ottenere almeno il 2 per cen­to. Qua­si incred­i­bile il caso, comunque pre­vis­to, di una coal­izione che superi il 10 per cen­to ma che rag­grup­pi liste tutte sot­to il due per cen­to. In questo caso è sta­ta inven­ta­ta la for­mu­la del cosid­det­to “miglior per­dente” . Ovvero la mag­giore per con­sen­si delle liste boc­ciate potrà essere recu­per­a­ta e parte­ci­pare comunque alla spar­tizione.

SENATO
L’elezione dei sen­a­tori avviene su base regionale. La Toscana, in relazione alla popo­lazione res­i­dente, deve eleg­gere 18 dei 315 sen­a­tori. Quin­di nel­la sche­da elet­torale, gli elet­tori di tut­ta la regione tro­ver­an­no le stesse liste con­te­nen­ti fino ad un mas­si­mo di 18 nom­i­na­tivi. Come per la Cam­era le liste potran­no pre­sen­tar­si da sole indi­can­do un capolista e un pro­gram­ma oppure “apparentate”, cioè rag­grup­pate in una coal­izione con gli stes­si  pro­gram­ma e capo del­la coal­izione.  L’ordine di inser­i­men­to nelle schede di coal­izioni e liste non col­le­gate, anche in questo caso, viene sorteggia­to. Ogni elet­tore dis­porrà di un uni­co voto da esprimer­si trac­cian­do un solo seg­no nel ret­tan­go­lo con­te­nente il sim­bo­lo del­la lista prescelta. Per Il Sen­a­to l’assegnazione dei seg­gi avviene su base regionale, con­teggian­do cioè i voti ottenu­ti da liste e rag­grup­pa­men­ti in ogni sin­go­la regione. Anche il pre­mio di mag­gio­ran­za (55%) avviene regione per regione. Ugual­mente com­pli­ca­to il mec­ca­n­is­mo di attribuzione dei seg­gi. Chi vuole può con­sul­tar­lo al soli­to ind­i­riz­zo Inter­net: http://www.camera.it/temiap/Manuale27dicembre2012.pdf. Preme solo  ricor­dare che dei 315 sen­a­tori da eleg­gere, sei spet­tano alle cir­co­scrizioni estere. Alla coal­izione che vince andrà in Toscana un pre­mio di 10 sui 18 seg­gi totali. Alla ripar­tizione dei seg­gi pos­sono parte­ci­pare solo le liste o le coal­izione che han­no super­a­to gli sbar­ra­men­ti. Così ven­gono escluse le coal­izioni che non con­seguono nel­la loro regione almeno il 20 per cen­to dei voti e le liste non col­le­gate che non rag­giun­gono l’8 per cen­to. Sem­pre se non rag­giun­gono l’8 per cen­to non avran­no seg­gi le liste col­le­gate in coal­izioni che non han­no super­a­to lo sbar­ra­men­to. Men­tre per divider­si i seg­gi all’interno di una coal­izione pro­mossa dal­lo sbar­ra­men­to, le liste apparentate devono ottenere almeno il 3 per cen­to.

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