Creo lignite e ammendante da rifiuti organici

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PIOMBINO 5 mag­gio 2018 – La Giun­ta regionale toscana ha approva­to con delib­era n. 457 del 2 mag­gio 2018 una pro­nun­cia pos­i­ti­va di com­pat­i­bil­ità ambi­en­tale sul prog­et­to “Real­iz­zazione dell’impianto di recu­pero di rifiu­ti organi­ci sito nel Comune di Piom­bi­no (LI) in Loc. Col­ma­ta, Area Apea, pro­pos­to da CREO Srl”, sub­or­di­nata­mente al rispet­to di 41 pre­scrizioni e rac­co­man­dazioni (pos­sono essere lette inte­gral­mente in calce all’ar­ti­co­lo, ndr).
L’is­tan­za di avvio del pro­ced­i­men­to di val­u­tazione di impat­to ambi­en­tale (VIA) era sta­ta deposi­ta­ta il 14 feb­braio 2017.

Prog­et­to
Il prog­et­to prevede la real­iz­zazione di un impianto per il trat­ta­men­to e recu­pero di rifiu­ti organi­ci medi­ante una tec­nolo­gia (real­iz­za­ta con brevet­to spag­no­lo di Ingelia) di “car­boniz­zazione idroter­male” (HydroTher­mal Car­boniza­tion — HTC), da ubi­car­si all’in­ter­no di un’area pro­dut­ti­va eco­logi­ca­mente attrez­za­ta (APEA), pos­ta in local­ità Col­ma­ta nel Comune di Piom­bi­no,
Il proces­so ripro­duce un’ac­cel­er­azione del proces­so nat­u­rale di car­bo­ge­n­e­si, in con­dizioni di tem­per­atu­ra e pres­sione con­trol­la­ta, per la pro­duzione di car­bone con carat­ter­is­tiche di lig­nite (defini­to prodot­to pri­mario e denom­i­na­to “green lig­nite” nell’ambito dell’End of Waste) e una frazione liq­ui­da ric­ca di ele­men­ti con pro­pri­età fer­til­iz­zan­ti (defini­to prodot­to sec­on­dario, ammen­dante a base­di fos­foro, fer­ro e potas­sio).
Il trat­ta­men­to dei rifiu­ti è real­iz­za­to con impianto cos­ti­tu­ito da 10 mod­uli da 6.000 ton­nel­late all’an­no cias­cuno, sud­di­visi in due “sezioni gemelle” da 5 mod­uli cias­cuno; con­sis­terà in

  1. vagliatu­ra, defer­riz­zazione e trit­u­razione del­la bio­mas­sa e sua mis­ce­lazione con acqua;
  2. pre­riscal­da­men­to e con­voglia­men­to alla sezione di reazione com­pos­ta da 10 reat­tori medi­ante pompe a pres­sione;
  3. riscal­da­men­to inter­no al reat­tore fino a tem­per­a­ture supe­ri­ori a 180°C e pres­sione di cir­ca 18 bar – in queste con­dizioni ha inizio un proces­so esoter­mi­co di car­boniz­zazione che si com­ple­ta nell’arco di 6–8 ore; l’energia è for­ni­ta da una cal­da­ia ali­men­ta­ta a gas metano-;
  4. raf­fred­da­men­to dei con­tenu­ti del reat­tore attra­ver­so una depres­sur­iz­zazione con­trol­la­ta;
  5. rimozione dei con­tenu­ti del reat­tore (mis­cela di par­ti­celle di bio­mas­sa car­boniz­za­ta, acqua e altre sostanze (bionu­tri­en­ti) come azo­to, fos­foro, potas­sio, fer­ro ecc.);
  6. sep­a­razione del­la bio­mas­sa car­boniz­za­ta dall’acqua medi­ante fil­tro­pres­sa e asci­u­gatu­ra in ess­ic­ca­tore;
  7. pel­let­tiz­zazione e con­fezion­a­men­to del­la “green lig­nite”;
  8. ultra­fil­trazione e osmo­tiz­zazione dell’acqua di proces­so in ecces­so per il recu­pero delle sostanze bionu­tri­en­ti;
  9. scari­co in fog­natu­ra del per­me­ato a valle del fil­tro a osmosi.

L’impianto avrà una poten­zial­ità a regime di 180 ton­nel­late al giorno e 60.000 ton­nel­late all’an­no in ingres­so.

Trat­tan­dosi di un prog­et­to inno­v­a­ti­vo (sul ter­ri­to­rio nazionale non vi sono impianti di questo tipo, ad oggi risul­ta un solo impianto atti­vo a Valanzia con poten­zial­ità di 4.000 ton­nel­late all’an­no e con anco­ra alcune carat­ter­is­tiche di sper­i­men­tal­ità, CREO prevede di atti­vare l’impianto per step fun­zion­ali, in modo da per­me­t­tere agli enti pre­posti al con­trol­lo di avere una anal­isi det­tagli­a­ta del proces­so inno­v­a­ti­vo pro­pos­to. L’attivazione per STEP FUNZIONALI prevede :

  • STEP 1 Rifiu­ti a matrice organ­i­ca, ricon­ducibili a quel­li già proces­sati e trat­tati sull’impianto di Valen­cia;
  • STEP 2 Rifiu­ti a matrice organ­i­ca (frazioni organiche che non han­no carat­ter­is­tiche di peri­colosità);
  • STEP 3 Rifiu­ti a matrice organica,(frazioni organiche che pos­sono pre­sentare carat­ter­is­tiche di peri­colosità).

Nel­lo speci­fi­co, il prog­et­to prevede i seguen­ti inter­ven­ti:

  • Real­iz­zazione degli edi­fi­ci;
  • Sis­temazione dei piaz­za­li;
  • Real­iz­zazione delle opere impiantis­tiche.

L’impianto ha una super­fi­cie com­p­lessi­va di 21.300 metri qua­drati, intera­mente recin­ta­ta. Sull’area ven­gono real­iz­za­ti due edi­fi­ci pre­fab­bri­cati per metri qua­drati 5.800, oltre a fab­bri­cati sec­on­dari per impianti tec­no­logi­ci (cal­da­ia e motore cogen­er­a­ti­vo, cab­ine elet­triche) oltre ad impianti vari acces­sori al trat­ta­men­to (fil­tri, scrub­ber, biofil­tro, reat­tori etc.). Fra i due edi­fi­ci prin­ci­pali è col­lo­ca­ta un’area scop­er­ta pavi­men­ta­ta, super­fi­cie di metri qudrati 1.930, sul­la quale sono instal­lati i reat­tori prin­ci­pali di proces­so.
L’ edi­fi­cio A sarà des­ti­na­to alle seguen­ti attiv­ità:

  • ricezione mate­ri­ali (com­pre­so le aree di stoccag­gio);
  • pre­trat­ta­men­to (lin­ea com­ple­ta col­le­ga­ta con i reat­tori posti ester­na­mente);
  • mag­a­zz­i­no mate­ri­ali fini­ti;
  • uffi­ci;
  • servizi/spogliatoi per gli addet­ti.

L’ Edi­fi­cio B sarà des­ti­na­to alle seguen­ti attiv­ità:

  • post trat­ta­men­to del­la green lig­nite;
  • area impianti di depu­razione acque di proces­so.

In rifer­i­men­to all’ubicazione, la soci­età CREO andrà ad instal­lare la pro­pria attiv­ità pro­dut­ti­va all’interno di un’ APEA (area pro­dut­ti­va eco­logi­ca­mente attrez­za­ta). La zona si posiziona in local­ità nota come Col­ma­ta, a nord-est di Piom­bi­no e a est delle ex Casse di Col­ma­ta del Fiume Cor­nia. Dal­la car­tografia tec­ni­ca regionale (CTR, sezione 317030) il topon­i­mo di rifer­i­men­to è Podere San Francesco e la zona di prog­et­to risul­ta cir­co­scrit­ta dal Fos­so Allac­ciante e dal­la fer­rovia Piom­bi­no — Campiglia marit­ti­ma a est e a sud, dal Canale Mae­stro a nord e dal­la Via del­la Principes­sa (Stra­da Comu­nale 15 Fiorenti­na-Gag­no) a est.
Infra­strut­ture di servizio, infra­strut­ture di acces­so, reti delle uten­ze, nec­es­sarie ad assi­cu­rare alla stes­sa i req­ui­si­ti e gli stan­dard prestazion­ali pre­visti, sono deman­dati al Sogget­to Gestore, la Con­tad­i­na Toscana soci­età coop­er­a­ti­va sociale onlus. Res­ta esclu­so l’impianto di depu­razione reflui, che dovrà essere real­iz­za­to da CREO.

Per quan­to riguar­da la cantier­iz­zazione, il prog­et­to prevede che il sogget­to gestore dell’APEA attui pre­lim­i­n­ar­mente inter­ven­ti di movi­men­tazione ter­ra al fine di attuare mis­ure di mit­igazione per ridurre il ris­chio idrauli­co mod­i­f­i­can­do il piano di cam­pagna e real­izzi le opere di urban­izzzazione pri­maria (reti, via­bilit.) dell’area pro­dut­ti­va. La soci­età CREO andrà suc­ces­si­va­mente a real­iz­zare opere di natu­ra edilizia per la costruzione dei capan­noni e di instal­lazione impian­tis­ti­ca nonché la real­iz­zazione delle opere di urban­iz­zazione interne al lot­to.
Il crono­pro­gram­ma dei lavori prevede una sti­ma del­la dura­ta dei lavori pari a 15 mesi; i lavori sono sta­ti orga­niz­za­ti in 5 macro­fasi: real­iz­zazione area edi­fi­ci, for­ni­ture impianto, mon­tag­gio impianto, sis­temazionir eti e infra­strut­ture, sis­temazione impianti ausil­iari, avvi­a­men­to.

Pre­scrizioni e rac­co­man­dazioni

aspet­ti ambi­en­tali:
com­po­nente Atmos­fera;

1. Ai fini dell’autorizzazione deve essere pre­sen­ta­to un piano di mon­i­tor­ag­gio dell’inquinamento atmos­feri­co nelle con­dizioni ante e post opera da svol­ger­si nelle nelle zone più critiche di ricadu­ta degli inquinan­ti. Dette modal­ità di mon­i­tor­ag­gio (numero di postazioni, inquinan­ti da con­sid­er­are ecc..) dovran­no essere pre­ven­ti­va­mente con­cor­date con l’Azienda San­i­taria Locale di rifer­i­men­to e ARPAT.
2. Si rac­co­man­da che in fase di con­fer­i­men­to dei rifiu­ti in ingres­so i mezzi imp­ie­gati stazion­i­no a motori spen­ti.
3. Poiché nei pun­ti di emis­sione E1 e E2, oltre ai fumi prove­ni­en­ti dal motore cogen­er­a­ti­vo e dall’impianto ter­mi­co, con­fluisce anche l’aria imp­ie­ga­ta per l’essiccazione del soli­do car­bo­nioso, pur forte­mente riscal­da­ta, il Pro­po­nente dovrà garan­tire che tali pun­ti di emis­sione non siano causa di dis­tur­bi olfat­tivi. A questo propos­i­to si ritiene nec­es­sario anche intro­durre un VLE per i COT non supe­ri­ore a 50 mg/Nm³.
4. Nel­la definizione del­la con­fig­u­razione impian­tis­ti­ca pre­dis­pos­ta per la fase autor­iz­za­ti­va, il Pro­po­nente dovrà fornire una val­u­tazione appro­fon­di­ta delle carat­ter­is­tiche del gas di com­bus­tione prove­niente dal­la cal­da­ia, com­pre­si i microin­quinan­ti organi­ci (IPA, dios­sine, furani, PCB), a con­fer­ma del­la dinam­i­ca di reazione che prevede l’assenza di tali sostanze del gas di com­bus­tione. Nel caso even­tuale il gas di com­bus­tione non pre­sen­tasse le carat­ter­is­tiche idonee per essere avvi­a­to alla fase di ess­ic­ca­men­to, il pro­po­nente potrà val­utare l’eventuale intro­duzione di uno scam­bi­a­tore di calore aria-fumi, che man­ten­ga sep­a­rati l’aria in ingres­so dai fumi di com­bus­tione. In tal caso questi ulti­mi dovran­no essere sot­to­posti ad ido­neo trat­ta­men­to pri­ma di essere emes­si in atmos­fera.
5. Con­sid­er­a­to il carat­tere inno­v­a­ti­vo e sper­i­men­tale del­l’impianto, a con­fer­ma del­la dinam­i­ca di reazione che prevede l’assenza nel gas di com­bus­tione dei microin­quinan­ti organi­ci, si ritiene oppor­tuno che in via cautel­a­ti­va, sin dal peri­o­do di avvio e sper­i­men­tazione del­l’impianto, sia effet­tua­to un con­trol­lo speci­fi­co volto a ril­e­vare anche l’even­tuale pre­sen­za delle sud­dette sostanze nelle emis­sioni del­la cal­da­ia e negli efflu­en­ti gas­sosi in usci­ta dall’impianto, rispet­to a quel­li pre­visti nel quadro emis­si­vo pro­pos­to, da ripeter­si con fre­quen­za di almeno 2 volte/fase di avvio per step e, suc­ces­si­va­mente, con fre­quen­ze da sta­bilir­si nell’atto autor­iz­za­ti­vo.
6. Sono sta­ti pre­sen­tati due stu­di dif­fu­sion­ali, rel­a­tivi rispet­ti­va­mente all’im­pat­to olfat­ti­vo e all’im­pat­to sul­la qual­ità del­l’aria, suc­ces­si­va­mente aggior­nati alla revi­sione 2, datati dicem­bre 2017. Si ritiene oppor­tuno che nel­la suc­ces­si­va fase autor­iz­za­ti­va del­l’impianto, i lim­i­ti indi­cati dal Pro­po­nente nel quadro emis­si­vo dei due stu­di sopra citati, siano pre­si come mas­si­mi, assieme agli altri dati comu­ni­cati dal pro­po­nente medes­i­mo, per la definizione del­la con­fig­u­razione emis­si­va del­l’impianto.
7. Il Pro­po­nente ha indi­ca­to il man­ten­i­men­to del­la tem­per­atu­ra di proces­so al di sot­to di 220°C e il ricir­co­lo imme­di­a­to dei gas prodot­ti nei reat­tori HTC nel­la cal­da­ia, per ottenere la com­bus­tione com­ple­ta di tut­ti gli even­tu­ali idro­car­buri con­dens­abili prodot­ti in fase di reazione HTC. Quest’ul­ti­mo pun­to viene indi­vid­u­a­to dal Pro­po­nente come misura ausil­iaria di pre­ven­zione e con­trol­lo ver­so la for­mazione di Ben­zeni, o furani, ritenu­ti respon­s­abili del­la con­seguente pro­duzione di dios­sine e sim­ili, piut­tosto che parte effet­ti­va del proces­so di trat­ta­men­to delle emis­sioni.
8. Sem­pre in relazione alla fase di com­bus­tione in cal­da­ia, il Pro­po­nente indi­vid­ua come para­metri essen­ziali per val­utare l’efficienza del proces­so, la tem­per­atu­ra rag­giun­ta e il tem­po di res­i­den­za all’interno del­la cam­era di com­bus­tione, indi­can­do come para­metri nec­es­sari 1058°C, come tem­per­atu­ra min­i­ma di com­bus­tione, e 2 sec­on­di come tem­po di res­i­den­za in cal­da­ia, al fine di rag­giun­gere la dis­truzione del 99,99% dei VOC (Com­posti Organi­ci Volatili).
9. In fase autor­iz­za­ti­va il Pro­po­nente dovrà pre­sentare il prog­et­to, correda­to dai dis­eg­ni mec­ca­ni­ci e dal dimen­sion­a­men­to del­la cam­era di com­bus­tione, o la sche­da tec­ni­ca, com­pren­si­va dei dia­gram­mi CFD (Com­pu­ta­tion Flu­id Dynam­ic), del­la cal­da­ia scelta, che attesti il rispet­to delle con­dizioni sopra indi­cate.
10. Il Pro­po­nente dovrà fornire i para­metri di dimen­sion­a­men­to cor­ret­ti di tut­ti i com­po­nen­ti pre­visti nel­l’impianto, sot­to for­ma di data-sheet, svilup­pan­do il prog­et­to almeno alla fase BASIC ed indi­can­do chiara­mente le ipote­si sem­pli­fica­tive che sono state assunte nel suo dimen­sion­a­men­to. Inoltre dovrà essere for­ni­to un dia­gram­ma P&ID, aggior­na­to, dove sono ripor­tati in ter­mi­ni di por­ta­ta, pres­sione e tem­per­atu­ra tut­ti i flus­si di mate­ria e, in relazione all’e­lab­o­ra­to 2.2.2 (Schema di proces­so del reat­tore), chiarire se real­mente il “21-Depos­i­to con­den­sati” dispone di uno sfi­a­to in atmos­fera e pos­sa dare luo­go ad emis­sione, nonché se sia pre­vis­to l’in­vio di uno flus­so liq­ui­do alla cal­da­ia a vapore.
11. In con­sid­er­azione del carat­tere inno­v­a­ti­vo e sper­i­men­tale del­l’impianto pro­pos­to, il Pro­po­nente dovrà garan­tire un sis­tema di acces­so ai dati di tele­con­trol­lo dal­la Sede ARPAT, con pos­si­bil­ità di estrazione dei dati reg­is­trati. Dovrà essere for­ni­ta garanzia che i dati trasmes­si saran­no iden­ti­ci a quel­li mis­urati sul­l’impianto, anche attra­ver­so l’adozione di un sis­tema di crip­tazione a chi­ave pub­bli­ca del flus­so trasmes­so. Allo stes­so modo si sug­gerisce di indi­vid­uare un set di para­metri fon­da­men­tali di proces­so (por­tate, pres­sioni, even­tu­ali dati SME) che dovran­no essere disponi­bili in tem­po reale per ARPAT, in caso si ver­i­fichi la neces­sità di relazionarli con le infor­mazioni rel­a­tive al mon­i­tor­ag­gio ambi­en­tale. In par­ti­co­lare dovrà essere pre­vis­to un sis­tema di reg­is­trazione in con­tin­uo che attesti le modal­ità e il buon fun­zion­a­men­to de sis­tema di ricam­bio aria all’interno dei capan­noni.
12. Nel­la suc­ces­si­va fase autor­iz­za­ti­va del­l’impianto, i lim­i­ti indi­cati dal Pro­po­nente nel quadro emis­si­vo, pre­sen­ta­to come adden­dum in segui­to alla pub­bli­cazione del D.Lgs.183 del 15/11/2017, dovran­no essere pre­si come mas­si­mi, assieme agli altri dati comu­ni­cati dal pro­po­nente medes­i­mo, per la definizione del­la con­fig­u­razione emis­si­va del­l’impianto.
13. Dovrà essere assi­cu­ra­ta la piena effi­cien­za dei sis­te­mi di con­teni­men­to degli odori legati alla fase di accettazione e stoccag­gio dei rifiu­ti in ingres­so, con par­ti­co­lare rifer­i­men­to alla depres­sione da assi­cu­rare all’in­ter­no degli edi­fi­ci ed alla tenu­ta dei portel­loni di acces­so. Dovrà essere val­u­ta­ta inoltre la neces­sità di instal­lare idonei sis­te­mi di aspi­razione local­iz­za­ti in prossim­ità delle sor­gen­ti odor­i­gene più ril­e­van­ti. Tali sis­te­mi devono garan­tire la veloc­ità min­i­ma di cat­tura degli inquinan­ti all’interfaccia sor­gente ‑ambi­ente di lavoro (man­uale ACGIH di ven­ti­lazione indus­tri­ale). E’ ovvio che i volu­mi di aria sogget­ti ad aspi­razione local­iz­za­ta pos­sono derivare dal sis­tema di ven­ti­lazione gen­erale già pre­vis­to se lo stes­so è ben dimen­sion­a­to per garan­tire quan­to sopra. La quo­ta com­p­lessi­va­mente aspi­ra­ta (non supe­ri­ore ai 4 ricambi/ora del vol­ume dei locali) deve con­verg­ere nell’unico impianto di abbat­ti­men­to (biofil­tro) che di con­seguen­za dovrà essere oppor­tu­na­mente dimen­sion­a­to. Questo aspet­to dovrà essere oppor­tu­na­mente defini­to nel­la fase autor­iz­za­to­ria.
14. I pun­ti di misura per le indagi­ni olfat­to­met­riche non preve­dono pun­ti di rilie­vo entro il quad­rante com­pre­so tra le direzioni NNO e NNE, quan­do il ven­to preva­lente risul­ta essere quel­lo da NNE.Si ritiene per­tan­to nec­es­sario prevedere due ulte­ri­ori pun­ti di misura, nel­l’am­bito del Cir­co­lo Ponte d’oro: uno in cor­rispon­den­za del­la roton­da d’in­gres­so ed un sec­on­do a Nord del dis­trib­u­tore car­bu­ran­ti Por­to Auro­ra.
15. Al fine di man­tenere le con­dizioni che ren­dono, per le emis­sioni odor­i­gene, gli impat­ti atte­si con­tenu­ti (minori delle soglie di accetta­bil­ità adot­tate dal­la Provin­cia di Tren­to), la suc­ces­si­va autor­iz­zazione dovrà recepire il quadro emis­si­vo indi­ca­to dal pro­po­nente nel­la doc­u­men­tazione inte­gra­ti­va volon­taria (elab­o­ra­to 7.3i, par. 8; elab­o­ra­to 10i, Tabel­la 1 e Tabel­la 2).
16. Giac­ché le stime di impat­to olfat­ti­vo assumono come pre­sup­pos­to l’assenza di emis­sioni odor­i­gene dif­fuse e fug­gi­tive, il gestore dovrà adottare porte con tem­pi di apertura/chiusura rap­i­da coman­date auto­mati­ca­mente, ed even­tual­mente dotate di “velo d’aria”, in lin­ea con le BAT di set­tore. In fase autor­iz­za­ti­va dovrà essere oppor­tu­na­mente val­u­ta­ta la neces­sità di instal­lare un sis­tema com­bi­na­to a doppio portel­lone e lama d’aria per l’ingresso dei mezzi per impedire la dif­fu­sione degli odori ver­so l’esterno.
17. Dovran­no essere rese disponi­bili le Schede di Sicurez­za o le Schede tec­niche rel­a­tive a even­tu­ali prodot­ti ausil­iari che il Pro­po­nente prevede di imp­ie­gare in con­dizioni critiche del Biofil­tro.
18. Ai fini dell’autorizzazione in relazione ai para­metri da deter­minare indi­cati in Tabel­la A del­la Relazione sulle Emis­sioni R1 (pag.24), i medes­i­mi dovran­no essere inte­grati con la deter­mi­nazione del pH matrice sol­i­da (almeno semes­tral­mente) e del tenore car­bo­nio organ­i­co del­la matrice fil­trante (almeno annualmente).Dovrà inoltre essere for­ni­ta la spe­ci­azione dei VOC, di cui è pre­vis­to il mon­i­tor­ag­gio solo come som­ma (vedi nota 1 a fine pag­i­na). I para­metri umid­ità e tem­per­atu­ra dovran­no essere con­trol­lati quo­tid­i­ana­mente. Durante i pri­mi due anni suc­ces­sivi all’avvio del­l’impianto, i para­metri indi­cati come sogget­ti a con­trol­lo semes­trale, dovran­no essere con­trol­lati con fre­quen­za almeno bimes­trale.
19. Dovrà essere deposi­ta­to, per l’approvazione di ARPAT, un Piano di mon­i­tor­ag­gio e con­trol­lo del biofil­tro, al fine di man­ten­erne su liv­el­li adeguati il gra­do di abbat­ti­men­to delle emis­sioni odor­i­gene, in lin­ea con le BAT di set­tore. Al fine di pre­dis­porre tale Piano il pro­po­nente può ori­en­ta­ti­va­mente far rifer­i­men­to alle Linee gui­da di set­tore pre­dis­poste da ARTA Abruz­zo.
20. In relazione alle pro­ce­dure oper­a­tive di ges­tione del biofil­tro, ai fini del­l’au­tor­iz­zazione, il Pro­po­nente dovrà descri­vere il sis­tema di con­trol­lo dei para­metri essen­ziali per il buon fun­zion­a­men­to del biofil­tro (T, U.R., pH, O2, CO2, nutri­en­ti, etc.), le modal­ità di reg­is­trazione ed anal­isi di tali para­metri, e illus­trare un piano di miglio­ra­men­to con­tin­uo, da attuare almeno nei pri­mi cinque anni di ges­tione del­l’impianto.
21. Ai fini del­l’au­tor­iz­zazione, nel dimen­sion­are i due scrub­ber ed il biofil­tro, dovrà essere ver­i­fi­ca­ta la rispon­den­za delle loro carat­ter­is­tiche (por­ta­ta speci­fi­ca, tem­pi di con­tat­to, veloc­ità di attra­ver­sa­men­to, rap­por­to tra flu­i­do abbat­tente ed efflu­ente inquinante) alle indi­cazioni con­tenute nel D.M. 29/1/2007 Emanazione di linee gui­da per l’in­di­vid­u­azione e l’u­ti­liz­zazione delle migliori tec­niche disponi­bili in mate­ria di ges­tione dei rifiu­ti, per le attiv­ità elen­cate nel­l’al­le­ga­to I del D.Lgs. 18 feb­braio 2005, n. 59 (par. E.2.3 per Impianti di trat­ta­men­to mec­ca­ni­co bio­logi­co).

com­po­nente Ambi­ente idri­co, suo­lo e sot­to­suo­lo;
22.
L’attuazione del prog­et­to è sub­or­di­na­ta alla pre­ven­ti­va real­iz­zazione delle pre­viste opere di mes­sa in sicurez­za idrauli­ca dell’area e mit­igazione del ris­chio idrauli­co pre­viste nel PIPAPEA e da eseguir­si da parte del sogget­to Gestore dell’APEA.
(Sogget­to com­pe­tente al con­trol­lo: Comune di Piom­bi­no)

com­po­nente Pae­sag­gio e beni cul­tur­ali;
23. Lun­go il perimetro del­l’impianto dovrà essere real­iz­za­ta una corti­na a verde con alber­a­ture di oppor­tu­na altez­za.
(Sogget­to com­pe­tente al con­trol­lo: Comune di Piom­bi­no)
24. Si rac­co­man­da di tenere in con­sid­er­azione le indi­cazioni di fini­tu­ra dei man­u­fat­ti in ele­vazione for­nite dal­la Soprint­en­den­za ai fini del rilas­cio del tito­lo edilizio.

com­po­nente Rumore e vibrazioni;
25
. Durante l’at­ti­vazione dei macchi­nari interni agli edi­fi­ci pre­visti e lo svol­gi­men­to delle cor­rispon­den­ti attiv­ità in inter­no, tut­ti gli infis­si (porte e finestre) dei due edi­fi­ci devono essere man­tenu­ti chiusi al fine di garan­tire l’at­ten­u­azione sono­ra spec­i­fi­ca­ta dal TCA nelle val­u­tazioni di impat­to acus­ti­co. A tal propos­i­to dovran­no essere instal­lati infis­si spe­ciali con carat­ter­is­tiche di iso­la­men­to adeguate. L’ad­den­dum 2 alla VIAc dovrà essere per­fezion­a­to medi­ante la sot­to­scrizione da parte di un Tec­ni­co Com­pe­tente in Acus­ti­ca.
26. Le indagi­ni stru­men­tali pre­viste dal Piano di mon­i­tor­ag­gio acus­ti­co dovran­no riguardare anche la ver­i­fi­ca del­l’im­pat­to acus­ti­co lega­to al traf­fi­co indot­to dal­l’at­tiv­ità. I risul­tati delle indagi­ni dovran­no essere inviati tem­pes­ti­va­mente agli enti di con­trol­lo.
27. Per quan­to riguar­da la fase di cantiere, in fase di prog­et­tazione esec­u­ti­va, o comunque pri­ma del­l’inizio dei lavori, dovrà essere pre­sen­ta­ta, ai sen­si del­l’art. 16 e del­l’Al­le­ga­to 4 del Rego­la­men­to regionale 2R/2014, apposi­ta doman­da di autor­iz­zazione al Comune com­pe­tente. In base alla tipolo­gia di cantiere, la richi­es­ta di autor­iz­zazione dovrà essere even­tual­mente corre­da­ta dal­la relazione che dovrà speci­fi­care, tra le altre cose, le tipolo­gie di attiv­ità rumor­ose pre­viste, gli orari e la dura­ta, i macchi­nari imp­ie­gati (che dovran­no essere con­for­mi alle nor­ma­tive tec­niche di omologazione di cui al D.Lgs. 262/2002), i liv­el­li di rumore pre­visti in prossim­ità degli edi­fi­ci più esposti e la ver­i­fi­ca del rispet­to di tut­ti i lim­i­ti di legge del PCCA (emis­sione ed immis­sione asso­lu­ta e lim­ite dif­feren­ziale). Qualo­ra, per alcune fasi di lavoro par­ti­co­lar­mente rumor­ose, sia pre­vis­to il supera­men­to dei lim­i­ti del PCCA (com­pre­so il dif­feren­ziale) sarà nec­es­sario richiedere al Comune com­pe­tente, con le modal­ità pre­viste dai rego­la­men­ti comu­nale e regionale, la dero­ga ai lim­i­ti nor­ma­tivi, speci­f­i­can­do la dura­ta dei peri­o­di in cui si prevede che le attiv­ità svolte pos­sano pro­durre il supera­men­to dei lim­i­ti di legge e la descrizione in det­taglio dei meto­di e degli inter­ven­ti pre­visti per la riduzione del­l’im­pat­to acus­ti­co ai ricet­tori. (Sogget­to com­pe­tente al con­trol­lo: Comune di Piom­bi­no)
28. Si rac­co­man­da l’effettuazione, nei tem­pi pre­visti dal­l’au­tor­iz­zazione, di una cam­pagna fono­met­ri­ca già pre­vista dal pro­po­nente, da real­iz­zare con l’impianto a regime con tutte le sor­gen­ti di rumore attive com­pre­si i mezzi d’opera per il trasporto dei mate­ri­ali, l fine di attestare l’ef­fet­ti­vo rispet­to di tut­ti i lim­i­ti acus­ti­ci ivi vigen­ti nelle con­dizioni oper­a­tive di mag­gior crit­ic­ità

Traf­fi­co indot­to
29.
I flus­si veico­lari di traf­fi­co indot­to pre­visti (mas­si­mo di 20 transiti/die) devono essere equa­mente dis­tribuiti nel peri­o­do diurno in un numero di ore mag­giore o uguale a 4. (Sogget­to com­pe­tente al con­trol­lo: Comune di Piom­bi­no)

Rifiu­ti
30. I tem­pi di stoccag­gio pri­ma del­l’avvio al trat­ta­men­to dovran­no essere ridot­ti al min­i­mo indis­pens­abile.
31. Al fine di min­i­miz­zare la pos­si­bil­ità di for­mazione di microin­quinan­ti organi­ci come PCDD+PCDF, si sug­gerisce di evitare il con­fer­i­men­to di rifiu­ti con sig­ni­fica­tive pre­sen­ze di com­posti cloru­rati (es. rifiu­ti prove­ni­en­ti da itti­o­coltura e indus­tria lat­tiero-casearia).
32. Con­sid­er­a­to che il proces­so in ques­tione rap­p­re­sen­ta una novità asso­lu­ta nel panora­ma nazionale, in via pre­cauzionale, si ritiene nec­es­sario avviare grad­ual­mente il proces­so anche in fun­zione del­la capac­ità di trat­ta­men­to. Si pre­scrive che la fase iniziale di eser­cizio sia con­dot­ta preve­den­do 3 mod­uli oper­a­tivi (3 reat­tori), inizial­mente ali­men­tati con i medes­i­mi CER imp­ie­gati nel­l’impianto di Valen­cia; suc­ces­si­va­mente all’e­si­to pos­i­ti­vo dei con­trol­li di cui al con­trib­u­to ARPAT, potran­no essere atti­vati gli ulte­ri­ori mod­uli sec­on­do le modal­ità che saran­no indi­cate in sede autor­iz­za­ti­va. A tal fine l’azien­da dovrà pre­sentare una pro­pos­ta di piano di avvi­a­men­to e con­trol­lo.
33. In rifer­i­men­to alla vari­abil­ità ogget­ti­va dei CER richi­esti, con­sid­er­a­to l’avvio per fasi richiesto all’azien­da, quest’ul­ti­ma dovrà ver­i­fi­care e relazionare quan­to accer­ta­to in mer­i­to alla cor­re­lazione tra rifiu­ti in ingres­so e carat­ter­is­tiche dei mate­ri­ali prodot­ti. In par­ti­co­lare, si ritiene oppor­tuno che il pro­po­nente effet­tui anal­isi sta­tis­tiche per tipolo­gia di CER trat­ta­to, con con­seguente abbina­men­to delle carat­ter­is­tiche dei prodot­ti ottenu­ti e in rifer­i­men­to alla nor­ma­ti­va tec­ni­ca di set­tore in relazione alla loro des­ti­nazione com­mer­ciale.
34. In sede autor­iz­za­ti­va dovran­no essere for­nite le adeguate garanzie ai sen­si dell’art.184-ter per la definizione delle varie tipolo­gie di end-of-waste derivan­ti dal­lo speci­fi­co proces­so pro­dut­ti­vo, dovrà essere indi­ca­ta chiara­mente la nor­ma tec­ni­ca che cos­ti­tuirà rifer­i­men­to per la ces­sazione del­la qual­i­fi­ca di rifi­u­to, sia per l’hy­drochar (green lig­nite), sia per il con­cen­tra­to, tenen­do pre­sente gli obb­lighi di cui all’All.X del­la Parte Quin­ta del D.Lgs.152/06 e s.m.i., per quan­to riguar­da l’u­so del prodot­to del recu­pero come com­bustibile.
35. Nel piano di mon­i­tor­ag­gio ges­tionale speci­fi­co per ogni pas­sag­gio che prevede varie tipolo­gie di con­trol­lo dovrà essere imple­men­ta­to in fase autor­iz­za­ti­va come segue:
— per i rifiu­ti con CER spec­u­lare in ingres­so la ver­i­fi­ca del­la clas­si­fi­cazione di peri­colosità del rifi­u­to, nonché la ver­i­fi­ca del­la doc­u­men­tazione che la attes­ta da parte del pro­dut­tore dovran­no, in fase di autor­iz­zazione, essere pre­viste e con­tenute nel­la fase “C1” come descrit­ta negli elab­o­rati prog­et­tuali;
— la per­centuale di indesiderati dovrà essere con­sid­er­a­ta quale dato di carat­ter­iz­zazione dei rifiu­ti in ingres­so nel­l’e­ser­cizio del­l’impianto e come tale dovrà essere misurata/stimata e reg­is­tra­ta e com­pre­so nel­la fase C1 come descrit­ta negli elab­o­rati prog­et­tuali.
36. L’impianto pro­pos­to rien­tra, parzial­mente, nel cam­po di appli­cazione del doc­u­men­to BAT (Best Avail­able Tech­niques — migliori tec­niche disponi­bili) (BREF) “Waste Incin­er­a­tion” (WI) attual­mente aggior­nate all’agos­to 2006 e per le quali è sta­to recen­te­mente pre­sen­to il for­mal draft D1 (mag­gio 2017), in quan­to “…sebbene l’incenerimento rap­p­re­sen­ti l’argomento prin­ci­pale del doc­u­men­to, ven­gono for­nite anche infor­mazioni sui pro­ces­si di pirolisi e di gas­si­fi­cazione dei rifiu­ti”. Tali BAT, insieme a quelle rel­a­tive a “Waste Treat­ment” e a “Emis­sions from Stor­age” (attual­mente rispet­ti­va­mente allo sta­to D1 e BREF) dovran­no essere tenute bene pre­sen­ti nel­la stesura del­la doc­u­men­tazione prog­et­tuale pre­dis­pos­ta al fine di ottenere l’au­tor­iz­zazione all’e­ser­cizio del­l’impianto. com­po­nente

Risor­sa idri­ca e scarichi
37.
Gli scarichi dovran­no essere recap­i­tati nel­la pub­bli­ca fog­natu­ra. Qualo­ra al momen­to del­la mes­sa in eser­cizio del­l’impianto la rete fog­nar­ia non fos­se anco­ra disponi­bile potrà essere uti­liz­za­to uno scari­co diret­to nel Fos­so Cagliana con autor­iz­zazione a carat­tere tem­po­ra­neo.
38. Ai fini del­l’au­tor­iz­zazione dovrà essere for­ni­ta la sti­ma del­la quan­tità di per­co­la­to prove­niente dal­l’area ricezione e dal­l’area trat­ta­men­ti e stoc­ca­to nel­la vas­ca V8 pri­ma del­l’avvio al ricir­co­lo.
39. In fase autor­iz­za­ti­va, dovran­no essere resi coer­en­ti i val­ori di sti­ma dei quan­ti­ta­tivi di reflui prodot­ti e scar­i­cati in cor­po idri­co super­fi­ciale, ripor­tati nel­la Tabel­la scarichi in Figu­ra 9 con quel­li ripor­tati nel­lo schema a bloc­chi di Figu­ra 7, con par­ti­co­lare rifer­i­men­to ai val­ori in m3/a delle reti S1B, S1C ed S1E ed alle acque mete­oriche prove­ni­en­ti dalle cop­er­ture (rete S1D), con por­ta­ta cir­ca equiv­a­lente a quel­la delle AMPP, il cui flus­so non è pre­sente in Figu­ra 7 (cfr. anche Elab.2.2.4i rev.1).
40. Nel­la fase di avvio dell’impianto ed annual­mente, è pre­vis­to il pre­lie­vo di acque des­ti­nate al ciclo pro­dut­ti­vo e pre­cisa­mente 500mc per l’avvio impianto e 1000mc/anno per i riavvii peri­od­i­ci. Tali acque non pos­sono essere for­nite dal civi­co acque­dot­to pota­bile, ben­sì even­tual­mente dall’acquedotto indus­tri­ale da noi gesti­to, qualo­ra le carat­ter­is­tiche chim­i­co fisiche delle acque da esso con­vogli­ate siano idonee al ciclo pro­dut­ti­vo in esame. In questo caso in sede di prog­et­to esec­u­ti­vo, il Pro­po­nente si dovrà inter­fac­cia­re con ASA per indi­vid­uare il pun­to d’allaccio più ido­neo, ver­i­fi­care la qual­ità delle acque in dis­tribuzione e sta­bilire modal­ità di pre­lie­vo tali da non arrecare dis­servizi alle uten­ze già allac­ciate, con par­ti­co­lare rifer­i­men­to ai tem­pi entro i quali si intende prel­e­vare i 500 o i 1000 mc. Le opere all’allaccio saran­no a cari­co del Pro­po­nente.
41. Ai fini del­la suc­ces­si­va autor­iz­zazione, dovran­no essere tenute in con­sid­er­azione tutte le indi­cazioni di cui al parere del set­tore Boni­fiche e autor­iz­zazioni rifiu­ti prot 117002 del28/02/2018 per quan­to non diver­sa­mente dis­ci­plina­to dal pre­sente quadro pre­scrit­ti­vo.

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Una risposta a “Creo lignite e ammendante da rifiuti organici”

  1. Leonardo Mezzacapo says:

    La qual­ità del­la Speci­fi­ca Tec­ni­ca è eccel­lente e depone a favore del­la seri­età del­l’azien­da pro­po­nente. Un aspet­to da evi­den­ziare è quel­lo rel­a­ti­vo alla manuten­zione ed all’ac­cu­d­ien­za con­tin­ua che non può venir meno, pena il degra­do degli impianti e la perdi­ta di effi­cien­za.

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