Da incontro decisivo a incontro decisivo

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 13 set­tem­bre 2016 — La riu­nione al MiSE che, sec­on­do le affer­mazioni di sin­da­cati e isti­tuzioni, avrebbe dovu­to san­cire asso­lu­ta­mente che il col­lo­ca­men­to degli ulti­mi 719 lavo­ra­tori del­la Luc­chi­ni in AFERPI attra­ver­so i con­trat­ti di sol­i­da­ri­età si è con­clusa con un “forse, ma anche no!”
Nonos­tante che la ver­ità sia sem­pre più espos­ta, nonos­tante che la Direzione di Afer­pi dichiari can­di­da­mente che il prog­et­to Piom­bi­no sul quale è sta­to fir­ma­to l’accordo fos­se solo una grossolana boz­za ( ma, aggiun­giamo noi, a tut­ti pre­sen­ta­ta come grande Piano sal­va-Piom­bi­no), cre­a­ta fret­tolosa­mente per far accettare Cevi­tal, e che era da ingenui non aver­lo capi­to, non si perde il vizio del­la “nar­razione felice”, del vol­er ad ogni cos­to forzare la realtà ai pro­pri desider­a­ta e quin­di a nascon­dere la ver­ità.
Lavo­ra­tori, cit­ta­di­ni, riflet­tete bene:

  • Vi diran­no (vi han­no già det­to da subito) che i con­trat­ti di sol­i­da­ri­età sono sta­ti ottenu­ti, ma non è vero! Quel­lo che è effet­ti­va­mente usci­to dal­la riu­nione al Min­is­tero è una gener­i­ca dichiarazione di prin­ci­pio sul fat­to tut­ti sono d’accordo nel dire che i con­trat­ti di sol­i­da­ri­età sareb­bero la soluzione migliore. Ma il gov­er­no, attore prin­ci­pale di ques­ta recita, non ha volu­to pren­dere nes­sun impeg­no e ha rin­vi­a­to le par­ti a dis­cutere “gli aspet­ti ges­tion­ali” tra di loro in sede locale.
  • Vi diran­no che è solo una ques­tione tec­ni­ca ma non è vero! Con gli attuali liv­el­li pro­dut­tivi in Afer­pi, non è asso­lu­ta­mente pos­si­bile garan­tire l’ impiego min­i­mo dovu­to dei lavo­ra­tori (30% men­sile, 40% ann­uo).
  • Vi diran­no che i lavo­ra­tori potran­no essere uti­liz­za­ti per lo smon­tag­gio e la demolizione degli impianti dismes­si ma non è vero! E se diver­rà vero potrà essere accetta­to solo da sin­da­cati cor­po­ra­tivi!
    È un com­por­ta­men­to da sin­da­cati cor­po­ra­tivi per­ché si pone il sal­vatag­gio dei lavo­ra­tori Luc­chi­ni a scapi­to dei lavo­ra­tori dell’indotto, ai quali era sta­to promes­so il rien­tro al lavoro pro­prio per queste attiv­ità. Con ques­ta scelta si decide di ali­menta­re uno scon­tro tra lavo­ra­tori e lavo­ra­tori; si decide di dis­trug­gere tut­to il set­tore pro­dut­ti­vo cos­ti­tu­ito di imp­rese mec­ca­niche, elet­triche, edili che era pat­ri­mo­nio del­la cit­tà. Le imp­rese che veni­vano da altre regioni se ne sono già andate; quelle di orig­ine locale, se non han­no già chiu­so, vedono ulte­ri­or­mente ridot­ti i loro spazi.
    Inoltre pro­prio pochi giorni fa l’AD di Afer­pi, in una sede isti­tuzionale, come l’incontro alla quar­ta com­mis­sione del Con­siglio Comu­nale, ha dichiara­to che non ci sono i sol­di per fare queste oper­azioni.
  • Vi diran­no che ora­mai ci siamo, che tutte le dif­fi­coltà sono super­ate ma non è vero! Nonos­tante le sec­chi­ate “Pro­fu­mo di ottimis­mo” che con­tin­u­ano a gettar­ci addos­so, i prob­le­mi sono tut­ti anco­ra lì: man­cano i sol­di per il cir­colante, per cui si pro­duce molto al di sot­to delle stime ed in perdi­ta; a gen­naio Cevi­tal dovrà iniziare ad ono­rare il con­trat­to per la for­ni­tu­ra del forno elet­tri­co e dell’acciaieria e anco­ra non esiste nes­suna ipote­si dimostra­ta dell’interesse delle banche a con­cedere i finanzi­a­men­ti nec­es­sari. Per la stes­sa ammis­sione di Pro­fu­mo, nov­el­lo sal­va­tore del­la patria, se Rebrab non tira fuori i altri sol­di (tan­ti, aggiun­giamo noi), le banche non lo pren­dono nem­meno in con­sid­er­azione.

Adesso tut­ti aspet­tano il prossi­mo incon­tro “deci­si­vo” (ogni vol­ta lo si dice, sal­vo poi rin­viare ad un altro anco­ra più “deci­si­vo”, in un perenne gio­co delle tre carte) del 26 set­tem­bre, dove Cevi­tal e Afer­pi dovreb­bero sciogliere il nodo dei sol­di. Lavo­ra­tori, cit­ta­di­ni dici­amo BASTA. Non las­ci­amo­ci dis­san­guare goc­cia a goc­cia da una riu­nione all’altra, da un tavo­lo ad una com­mis­sione, da un rin­vio al prossi­mo, men­tre i nos­tri figli sono costret­ti ad emi­grare, men­tre sem­pre più capan­noni indus­tri­ali si chi­udono men­tre sem­pre più fon­di com­mer­ciali si riem­pi­ono di pol­vere.
Esi­giamo che i sin­da­cati la smet­tano di man­tenere la loro posizione di ren­di­ta sul­la nos­tra pelle, ma che si com­porti­no da veri rap­p­re­sen­tan­ti di tut­ti i lavo­ra­tori.
Esi­giamo che le isti­tuzioni (dall’Amministrazione locale al Gov­er­no) svol­gano il loro ruo­lo di garan­ti dell’accordo e rap­p­re­sen­tan­ti di tut­ta la comu­nità.
Esi­giamo soprat­tut­to che la smet­tano di sparg­ere false ver­ità ed apra­no un con­fron­to ed una mobil­i­tazione ampia con tut­ti i lavo­ra­tori e la cit­tad­i­nan­za.
Noi, per parte nos­tra, con­tin­uer­e­mo impert­er­ri­ti a guardare dietro le parole e a denun­cia­re le false ver­ità, ma anche a ricer­care e pro­porre pos­si­bili soluzioni per una rinasci­ta, eco­nom­i­ca ma non solo, del­la nos­tra comu­nità.

Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG

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