E’ come se fosse caduto il muro di Berlino

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Stefano Ferrini

PIOMBINO 1 giug­no 2019 — Pren­dere oltre 900 voti come can­dida­to sin­da­co, 860 come lista, attes­tar­si intorno al 5% e non entrare in Con­siglio Comu­nale per 8 voti è ovvio che las­cia molto amaro in boc­ca. In una cam­pagna elet­torale per­al­tro dom­i­na­ta dal­lo scon­tro tra due colos­si come era­no gli schiera­men­ti che sostenevano Fer­rari e Tem­pes­ti­ni, con una ide­ol­o­giz­zazione del­lo scon­tro al di là dei con­tenu­ti e piaz­zan­do­ci al sec­on­do pos­to tra le liste civiche dopo quel­la di Fer­rari. Per pri­ma cosa quin­di ringrazio i 913 elet­tori che mi avreb­bero volu­to come sin­da­co. Subito dopo il fan­tas­ti­co grup­po dei 24 can­di­dati che mi ha sup­por­t­a­to e sop­por­ta­to, insieme ai sim­pa­tiz­zan­ti e sosten­i­tori che pur non can­di­dan­dosi ci han­no aiu­ta­to. Però non sarei onesto se non riconosces­si che il risul­ta­to, al di là degli 8 voti che mi han­no imped­i­to di entrare in Con­siglio, è sta­to al di sot­to delle mie aspet­ta­tive. Han­no inciso tan­ti fat­tori, non ulti­mo una sep­a­razione dal­l’al­leato di sem­pre, cioè il PD, sicu­ra­mente tar­di­va e prob­a­bil­mente anche alcu­ni errori commes­si in cam­pagna elet­torale. Ero io alla gui­da, me ne pren­do io le respon­s­abil­ità. Di cer­to abbi­amo saputo tradurre in con­sen­so solo in min­i­ma parte ques­ta esi­gen­za di cam­bi­a­men­to. Un mer­i­to però cre­do lo abbi­amo avu­to: quel­lo di aver capi­to che un ciclo si sta­va chi­u­den­do e quin­di era nec­es­sario voltare pag­i­na. Siamo una lista civi­ca, ma pur apparte­nen­do la gran parte di noi ideal­mente al cam­po del cen­tro sin­is­tra, abbi­amo capi­to che lo scon­tro era tra cam­bi­a­men­to e con­ser­vazione, non tra destra e sin­is­tra. Infat­ti Fer­rari prende 1.110 voti in più delle liste di cen­tro destra alle europee ed il PD qua­si 900 in meno. Il 70% ha vota­to per cam­biare, con­tro il 56% di cinque anni fa. A Piom­bi­no è come se fos­se cadu­to il muro di Berli­no: il vec­chio sis­tema, eco­nom­i­co e politi­co, incen­tra­to sul binomio cen­tral­ità del­la fab­bri­ca e PD, è venu­to meno per­ché da tem­po non c’era più “pane e spolveri­no” e si vol­e­vano offrire ai piom­bi­ne­si non più tur­is­mo o diver­si­fi­cazione, ma più rifiu­ti o almeno ques­ta è sta­ta la percezione. Ad essere rifi­u­ta­to allo­ra è sta­to il PD. Dopo una ampia dis­cus­sione inter­na abbi­amo deciso per coeren­za con la scelta fat­ta e non riconoscen­do­ci con nes­suno dei due con­tenden­ti di non fare apparenta­men­ti con nes­suno, las­cian­do ai nos­tri elet­tori la pos­si­bil­ità di scegliere. E del resto, sarebbe pura illu­sioni pen­sare di spostare voti dan­do indi­cazioni. Anche se fuori dal Con­siglio e val­u­tan­do la pos­si­bil­ità di fare ricor­so per ver­i­fi­care se vi fos­sero sta­ti errori Spir­i­to Libero con­tin­uerà ad esistere chieden­do con­to a chi vin­cerà ed a chi sarà all’opposizione di con­frontar­si con le nos­tre pro­poste. Per­sonal­mente, e l’avrei fat­to anche se fos­si sta­to in Con­siglio Comu­nale, lavor­erò per orga­niz­zare e costru­ire un nuo­vo grup­po diri­gente che pos­sa già a breve guidare questo movi­men­to per­ché non si può essere per tutte le sta­gioni ed occorre pren­der­si le pro­prie respon­s­abil­ità. 913 piom­bi­ne­si al momen­to non saran­no purtrop­po rap­p­re­sen­tati per un cal­co­lo pura­mente matem­ati­co, ma fare­mo di tut­to per portare la loro voce sul­la sce­na polit­i­ca del­la cit­tà.

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