È morto Guido Bonanni protagonista socialista
PIOMBINO 30 marzo 2018 — Se n’é andato a 94 anni portandosi dietro infiniti ricordi di una Piombino lontana, con le grandi fabbriche che davano pane e companatico, con la politica che tutto decideva e che infinite passioni generava e alimentava. Guido Bonanni, socialista, da tempo era scomparso dalla scena politica e il suo nome forse dirà poco ai più giovani. Non era così negli anni settanta e ottanta quando le dispute tra le forze politiche erano pane quotidiano e le alleanze e i divorzi roba da sollecitare entusiasmi e riflessioni.
Bonanni politicamente nacque socialdemocratico ma dopo l’unificazione del 1966, decise di restare nel Psi di Pietro Nenni. Localmente era stato uno dei fautori del partito unico dei socialisti italiani e per lui fu naturale rimanere nel Psi dopo la fine del partito delle biciclette come veniva allora denominato il Psu in ragione dei simboli rotondi, simili a ruote di una bicicletta, riuniti all’interno del nuovo marchio della forza politica nata appunto dalla unificazione.
Fornaio nella sua bottega in vicolo Rosa e poi operaio alle acciaierie, Guido diventò ben presto uno dei personaggi più in vista nella sezione socialista di piazza Niccolini. Già nel 1970 era in consiglio comunale, sui banchi dell’opposizione alla giunta guidata da Rolando Tamburini. Erano però i tempi dell’alternativa a sinistra del Psi e degli “equilibri più avanzati” del segretario nazionale Francesco De Martino. Strategie che anche in Val di Cornia fecero breccia. Così nel 1975 socialisti e comunisti si ritrovarono di nuovo a braccetto nelle giunte locali e a Piombino Bonanni diventò assessore all’urbanistica con la carica di vice dello stesso Tamburini. Per continuare un anno dopo (Tamburini nel frattempo era stato eletto deputato) ad occupare la seconda poltrona in Comune col nuovo sindaco Enzo Polidori e con l’incarico di assessore ai lavori pubblici dopo un rimpasto nell’esecutivo.
Guido, in quegli anni di grandi rielaborazioni, fu anche protagonista del comitato politico per la redazione dei piani regolatori coordinati della Val di Cornia. Un grande sogno allora, finito in un meno grande risveglio.
“Fu un uomo argusto e bonario – ha scritto di Bonanni Gianfranco Benedettini, già amministratore nel Comune di Campiglia, che di Guido fu amico, compagno di partito e collega come assessore -. “Un uomo curioso e attento, colto nel modo che sanno esserlo coloro che si son fatti da sé. Leggeva molto e, in sezione, capitava di sentirlo ripetere ad alta voce i punti di un articolo che di più lo avevano colpito. Spesso ci ironizzava quasi per sdrammatizzare il momento. Lavorò nel forno di famiglia e, naturalmente, in fabbrica. Ricordava spesso questi momenti”.
“Credo – sottolinea ancora Bendettini — di aver goduto di un suo particolare affetto perché si interessava alle mie ricerche aggiungendovi sempre qualche particolare.
Mi aveva regalato tre libri, testi sul socialismo “della prim’ora che tu non hai” — mi diceva. Era un “fisicone”. Da giovane e nell’immediato dopoguerra aveva calcato i campi da gioco della zona. Lo ricordo a Suvereto e a Gavorrano. Giocava in difesa, mediano, “dove vuoi che giocassi con tutto quel che mi ritrovavo addosso” — e ci rideva”.
Gianfranco, che da sempre riunisce anche i minimi particolari della vita della vallata, ha voluto ricordare anche un aneddoto finito ormai nel baule dei ricordi di Guido: “ L’8 gennaio 1950, al Pantalla di Venturina, venne la squadra di Suvereto accompagnata da un centinaio di tifosi. Adolfo, il suo fratello, giocava per la Virtus Venturina. I due fratelli vestivano la maglia numero 10 e numero 4. Per il sistema di gioco del tempo erano rivali diretti. Adolfo costruiva e Guido intercettava. “Vi misi paura, dimmi la verità” — Bonanni diceva a me venturinese quando gli capitava di ricordare quella partita”.
“Paura? Sì perché proprio Guido portò in vantaggio la sua squadra. Però, l’incontro è passato alla nostra storia per un altro fatto. Dice la cronaca: «Commovente è stata l’uscita dal campo a fine partita del bianco-nero Bonanni con il fratello Adolfo, il bianco-blu, sulle spalle avendo riportato la frattura del malleolo destro…»”.
Guido Bonanni lascia la moglie Norma, i figli Stefano, Simone e Tiziana ed i nipoti. La sua salma è stata esposta nella sala del commiato della Pubblica assistenza in attesa di essere trasferita a Livorno per la cremazione.
Bel pezzo, Fiorenzo. Manca l’ultima parte, quella di Guido che porta
sulle spalle Adolfo infortunatosi. Ti ringrazio per l’attenzione e ti saluto.
Grazie Gianfranco. Adesso il pezzo è completo.
Una grande persona, lo conoscevo da tantissimi anni. Ciao Guido!