Elettori in Val di Cornia: chi più chi meno tutti traditi

· Inserito in Teoria e pratica
Walter Gasperini

SUVERETO 14 feb­braio 2016 — Cre­do non vi siano più scuse da parte di nes­suno, comunque non sareb­bero più accetta­bili. Tut­ti i sin­daci elet­ti in Val di Cor­nia alle ultime ammin­is­tra­tive di due anni fa ave­vano nel pro­prio pro­gram­ma la real­iz­zazione dell’Unione dei Comu­ni per garan­tire una ges­tione e un gov­er­no del­la cosa pub­bli­ca con minori spese e con visioni che sapessero guardare oltre i pro­pri angusti con­fi­ni comu­nali. Cer­can­do di riaf­fer­mare una visione e una polit­i­ca che in questo ter­ri­to­rio è pre­sente e atti­va, con più o meno inci­siv­ità, da oltre trent’anni. Si è pro­prio così ci han­no tra­di­to e stan­no fre­gan­dosene degli impeg­ni assun­ti quan­do chiede­vano i loro voti per essere elet­ti. Cer­to è anche dif­fi­cile com­pren­dere per­ché le stesse forze politiche che han­no sostenu­to queste mag­gio­ranze di gov­er­no locale con quegli obi­et­tivi oggi non chiedano con­to, per­ché anche loro sono tra­dite. Forse sono trop­po affac­cen­date in altre promesse che dovreb­bero ammaliare il popo­lo del­la Val di Cor­nia.
Eppure la coeren­za in polit­i­ca è sta­to sem­pre il balu­ar­do cen­trale che non dovrebbe mai essere tra­di­to, per­ché la pena sarebbe quel­la di perdere la fidu­cia. Ma non voglio atten­dere il prossi­mo turno elet­torale per chiedere con­to, lo fac­cio dopo due anni di colpev­ole silen­zio e dopo che  abbi­amo vis­to che ognuno ha saputo e con­tin­ua colpevol­mente a pen­sare solo al pro­prio orti­cel­lo, sen­za ren­der­si con­to che da soli non siamo nes­suno. Non impor­ta essere poco più gran­di, siamo sem­pre un’inezia. Riten­go oppor­tuno ricor­dare ai cari sin­daci del­la Val di Cor­nia che sono elet­ti per con­cretiz­zare le cose dette e sostenute nel­la cam­pagna elet­torale e che se non lo fan­no tradis­cono i pro­prio elet­tori e si incam­mi­nano nel brut­to sen­tiero del man­ca­to rispet­to nei con­fron­ti nos­tri ma anche di loro stes­si.
L’unica cosa pos­i­ti­va fat­ta di liv­el­lo sovra­co­mu­nale è l’ufficio di piano (meno­male almeno questo), dal quale però man­ca Suvere­to, che ovvi­a­mente ha tra­di­to due volte il pro­prio elet­tora­to, per­ché non ha com­pre­so la natu­ra vera e gli obi­et­tivi dell’ufficio di piano. In esso si devono preparare le even­tu­ali mod­i­fiche e/o scelte al Piano strut­turale e al rego­la­men­to urban­is­ti­co, per giun­gere in segui­to alla loro approvazione da parte dell’Unione dei Comu­ni Qeusto pone due rif­les­sioni sem­pli­ci. La pri­ma: se non si cos­ti­tu­isce l’Unione dei Comu­ni Suvere­to non potrà fare il pro­prio Piano strut­turale e rego­la­men­to urban­is­ti­co. La sec­on­da: è con­cezione miope pen­sare comunque di fare in pro­prio, cioè sen­za con­fron­to con gli altri, tutte le scelte di gov­er­no del ter­ri­to­rio e poi, all’ipotetica e anco­ra non esistente Unione dei Comu­ni, chiedere l’ap­provazione sen­za curar­si delle nec­es­sarie con­nes­sioni e pos­i­tivi rap­por­ti di inter­scam­bio con gli altri Comu­ni. Ques­ta è sem­plice miopia e totale incom­pren­sione delle cose da fare per l’esclusivo inter­esse dei cit­ta­di­ni. Noi cit­ta­di­ni elet­tori di Suvere­to siamo sta­ti tra­di­ti due volte.

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