Enel Tor del Sale: un mistero su cui il sindaco tace

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Riccardo Gelichi

PIOMBINO 30 aprile 2018 — Dell’outlet se n’e par­la­to per mesi, di cosa si insedierà domani al pos­to dell’Enel di Tor del Sale non se ne deve par­lare. Tut­to inizia con un arti­co­lo del Tir­reno “Salta il Prog­et­to dell’Outlet a Tor del Sale”. Ispi­rati, i con­siglieri comu­nali di oppo­sizione chiedono chiari­men­ti in con­siglio comu­nale. Il sin­da­co non ritiene di dover rispon­dere e il pres­i­dente Ange­lo Trot­ta riman­da la dis­cus­sione ad una futu­ra IV com­mis­sione, ma la pres­i­dente Bruna Geri lo smen­tisce un min­u­to dopo. Ascol­ta Piom­bi­no per quel con­siglio, ave­va una mozione iner­ente gli usi del­lo spec­chio acqueo por­tuale ex por­to Enel e vasche lim­itrofe, nel­la disponi­bil­ità del demanio marit­ti­mo gesti­to dall’Autorità Por­tuale, chieden­do di des­tinare le attuali strut­ture per la per­ma­nen­za delle attiv­ità già esisten­ti di itti­coltura, ma soprat­tut­to per garan­tirne l’assegnazione a sogget­ti terzi per un uti­liz­zo nau­ti­co e tur­is­ti­co. Questo in atte­sa del­la bonifi­ca delle aree di pro­pri­età Enel dove, sem­pre in base alle indis­crezioni gior­nal­is­tiche, dovrebbe sorg­ere un cen­tro tur­is­ti­co ricetti­vo. La mozione è sta­ta boc­cia­ta.
L’obbiettivo del­la lista era di atti­vare nell’immediato la poten­zial­ità di un por­to che al momen­to sta caden­do a pezzi men­tre qual­cuno potrebbe inve­stir­ci. La lin­ea del PD è unanime, le aziende di acqua­coltura si insedier­an­no nel molto futuro por­to del­la Chiusa e sen­za prog­et­ti non si par­la di niente. Ergo le pre­vi­sioni urban­is­tiche le fa anco­ra una vol­ta il pri­va­to sen­za con­cer­tazione alcu­na, sopra la tes­ta dei piom­bi­ne­si, il leit­mo­tiv di ques­ta ide­olo­gia tut­ta locale. Il prog­et­to di ricon­ver­sione dell’Enel rien­tra all’interno di un proces­so di riqual­i­fi­cazione di siti indus­tri­ali dismes­si pen­sato da Enel che si chiama“Futur‑e”, ci sem­bra stra­no che non lo si con­cer­ti con le ammin­is­trazioni, fino all’outlet almeno ci sem­bra­va lo fos­se. Ci è sem­bra­to altresì para­dos­sale sbandier­are l’avvio di attiv­ità eco­nomiche come l’itticoltura, che per essere pre­cisi iniziano nel 2009, “ammin­is­trazione Ansel­mi”, e poi essere del tut­to indif­fer­en­ti alle esi­gen­ze logis­tiche di quest’ultime.

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