Gli amministratori del Pd dicano la verità ai cittadini

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CAMPIGLIA 9 feb­braio 2016 — Il momen­to che vivi­amo è dif­fi­cilis­si­mo e non dipende cer­to da chi ammin­is­tra i nos­tri Comu­ni. La crisi trae orig­ine dal prevalere degli inter­es­si del­la finan­za su quel­li dell’economia reale. Ma questo non assolve chi (in pre­sen­za del­la crisi siderur­gi­ca che risale ad almeno un quar­to di sec­o­lo) non ha saputo met­tere basi solide per la diver­si­fi­cazione dell’economia, pri­ma di tut­to attribuen­do mag­giore val­ore alle nos­tre risorse, dall’agricoltura al pat­ri­mo­nio nat­u­rale e stori­co. Da anni non esistono pro­gram­mi seri per questi set­tori. Il prog­et­to dei parchi risale a due decen­ni orsono e nell’ultimo si è lavo­ra­to più per inde­bolir­lo che per sosten­er­lo. In cam­po agri­co­lo, se si escludono le pregevoli inizia­tive di alcune imp­rese agri­cole, nul­la è sta­to fat­to dai Comu­ni. A Campiglia si è per­sa ogni trac­cia dell’accordo con l’Italian Food che prevede­va il poten­zi­a­men­to dell’industria agroal­i­menta­re a par­tire dal 2014. Di questo impor­tante argo­men­to non si è mai nep­pure fat­to cen­no nei tan­ti accor­di nazion­ali sot­to­scrit­ti per il rilan­cio pro­dut­ti­vo. L’attenzione si è con­cen­tra­ta solo sul­la crisi indus­tri­ale piom­bi­nese, cer­ta­mente la più ril­e­vante per impat­ti sociali, ma non più risolvi­bile nell’ottica del­la sola ristrut­turazione siderur­gi­ca. La coop­er­azione tra i Comu­ni, di cui c’è grande bisog­no in Val di Cor­nia, è sta­ta com­ple­ta­mente demoli­ta per scelta con­sapev­ole.
Il quadro è aggra­va­to dall’abitudine di chi gov­er­na, ormai diven­ta­ta insop­porta­bile pras­si polit­i­ca, a fare annun­ci su tau­matur­gi­ci prog­et­ti dimostratisi poi del tut­to incon­sis­ten­ti. In man­can­za di idee pro­prie, le ammin­is­trazioni a gui­da Pd si sono affi­date a prog­et­ti di altri, rite­nen­doli sem­pre cred­i­bili e riso­lu­tivi. In questi anni di crisi non abbi­amo mai sen­ti­to una sola rif­les­sione sui clam­orosi fal­li­men­ti in cui sono incorse. Basti ricor­dare le boni­fiche mai fat­te, nonos­tante gli annun­ci di stanzi­a­men­ti mil­iar­dari, che ora rap­p­re­sen­tano il più grave prob­le­ma per la rein­dus­tri­al­iz­zazione; l’annuncio epocale del cen­tro europeo per il trat­ta­men­to dei sed­i­men­ti mari­ni inquinati che dove­va sorg­ere con l’arrivo a Piom­bi­no dei fanghi di Bag­no­li, naufra­ga­to nel nul­la; l’annuncio del polo europeo per la rot­ta­mazione delle gran­di navi che dove­va decol­lare con l’arrivo del­la Con­cor­dia, ora in demolizione nel por­to di Gen­o­va; il rip­ie­ga­men­to sul polo nazionale per la rot­ta­mazione delle navi mil­i­tari che van­no però in altri por­ti, men­tre i lavori nel por­to di Piom­bi­no sono anco­ra in cor­so; il com­ple­ta­men­to del­la stra­da 398, dato per cer­to negli accor­di sot­to­scrit­ti dal 2007 in avan­ti e mai nep­pure finanzi­a­to, con la gravis­si­ma con­seguen­za di aver las­ci­a­to sen­za acces­so l’ampliamento del por­to costa­to oltre 160 mil­ioni; il sosteg­no acriti­co all’illusorio prog­et­to del gior­dano Khaled dimostratosi poi pri­vo di basi tec­niche e finanziarie e per questo fini­to nel ridi­co­lo; l’altrettanto acriti­co sosteg­no (in buona com­pag­nia del gov­er­no regionale e nazionale) al piano indus­tri­ale del grup­po algeri­no Cevi­tal che ha ril­e­va­to la ex Luc­chi­ni, dato per esistente e attendibile per con­tenu­ti e tem­pi men­tre non lo era affat­to, come purtrop­po dimostra­no i fat­ti; l’annuncio di immi­nen­ti inves­ti­men­ti nelle aree indus­tri­ali e sulle ban­chine del por­to quan­do anco­ra non sono anco­ra iniziate le boni­fiche e le opere infra­strut­turali che potran­no ren­der­le uti­liz­z­abili. Tut­to questo men­tre chi ha per­so lavoro non lo tro­va e si riducono risorse e tem­pi degli ammor­tiz­za­tori sociali per chi ne ben­e­fi­cia.
I temi sono com­p­lessi e le soluzioni non sem­pli­ci. Dall’opposizione abbi­amo avan­za­to pro­poste, sem­pre respinte. Non abbi­amo la pre­sun­zione del­la ver­ità, ma una cosa chiedi­amo al Pd e a chi gov­er­na: dire la ver­ità, anal­iz­zare i fat­ti per quel­li che sono, ammet­tere i fal­li­men­ti, smet­tere di con­sid­er­are fas­tidiosi tut­ti col­oro che avan­zano dub­bi sull’efficacia di prog­et­ti dati sem­pre per buoni anche quan­do buoni non lo sono affat­to. Sen­za il cor­ag­gio del­la ver­ità e l’umiltà di ammet­tere i pro­pri errori non si uscirà da ques­ta crisi. Per noi la dis­cus­sione devono far­la insieme i Comu­ni del­la Val di Cor­nia. Cosa che non accade da tem­po.

Comune dei Cit­ta­di­ni Campiglia

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