I Comuni non si fondono: a Suvereto stravince il No

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VALDICORNIA  7 otto­bre 2013 — Tut­to sec­on­do le pre­vi­sioni e anzi anche oltre le pre­vi­sioni. La fusione tra i Comu­ni di Campiglia Marit­ti­ma e Suvere­to non si farà: da una parte, a Suvere­to, han­no strav­in­to i con­trari al mat­ri­mo­nio tra i due enti locali, dal­l’al­tro, a Campiglia, han­no primeg­gia­to i favorevoli. Il ref­er­en­dum chiesto dai sin­daci di Suvere­to e Campiglia non si carat­ter­iz­za però col dato finale del voto, ampia­mente preved­i­bile, ma piut­tosto col com­por­ta­men­to del cor­po elet­torale. A Suvere­to ha infat­ti rispos­to al voto qua­si il set­tan­ta per cen­to dei cit­ta­di­ni, che bandiere al ven­to, in un entu­si­as­mo vis­to rara­mente, han­no river­sato i loro con­sen­si sul “No” in modo “bul­garo” (82,12%). A Campiglia invece è anda­to a votare solo il 26,63 per cen­to dei cit­ta­di­ni. Come dire che un elet­tore su quat­tro è rimas­to a casa com­ple­ta­mente dis­in­ter­es­sato al prob­le­ma.
Tab referendumEppure la cam­pagna elet­torale nel Comune è sta­ta mas­s­ic­cia. Il sin­da­co Sofrit­ti in pri­ma per­sona non si è risparmi­a­ta; sono sta­ti orga­niz­za­ti incon­tri in ogni rione, riu­nioni a iosa, mes­sag­gi di invi­to a votare sui tele­foni­ni, cene per finanziare l’inizia­ti­va, opus­coli illus­tra­tivi. Il pres­i­dente del­la giun­ta regionale Rossi è arriva­to in soc­cor­so del Comi­ta­to dei favorevoli. Nul­la, la gente non ha rispos­to. E lo avrebbe fat­to anche meno se, pre­oc­cu­pati dal­l’an­daz­zo delle prime ore del voto, gli orga­niz­za­tori del “Sì” non si fos­sero mossi mas­s­ic­cia­mente per sol­lecitare la parte­ci­pazione nelle ore di domeni­ca pomerig­gio e di lunedì. Indub­bi­a­mente e al di là di tut­to, il risul­ta­to del ref­er­en­dum impone una seria rif­les­sione agli ammin­is­tra­tori in car­i­ca. A quel­li di Campiglia per la scarsa rispos­ta che le loro sol­lecitazioni han­no ottenu­to. A quel­li di Suvere­to per­ché non è cer­to edi­f­i­cante vedere una cit­tà in fes­ta, donne, uomi­ni, gio­vani, anziani, uni­ti in carosel­li con­tinui di auto con le bandiere al ven­to, ascoltare un entu­si­as­mo raro per la boc­ciatu­ra di una pro­pos­ta volu­ta dal­la giun­ta in car­i­ca.
E’ dif­fi­cile dire se è sta­ta per­sa un’oc­ca­sione come sosten­gono quel­li del Sì o se siamo di fronte ad un peri­co­lo scam­pa­to come urlano quel­li del “No”. Di cer­to c’è molto da rivedere in un mec­ca­n­is­mo che ha let­teral­mente divi­so per set­ti­mane e set­ti­mane intere comu­nità, che las­cia strasci­chi, che ha costru­ito molte polemiche e poche cose con­crete. Ora si andrà alla definizione delle fun­zioni accor­pate che Campiglia e Suvere­to dovran­no gestire in un modo nuo­vo. Quel­li del Sì a questo prog­et­to non cre­dono e lo han­no det­to infi­nite volte. Quel­li del No vedono in cagnesco i favorevoli alla fusione. Per tornare alla nor­mal­ità ci vor­rà tem­po, pazien­za e matu­rità. E pen­sare che per arrivare a tut­to questo si sono anche but­tati bei sol­di­ni per orga­niz­zare un ref­er­en­dum.

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