I punti critici della riforma costituzionale

pervenuta in redazione

SUVERETO 4 giug­no 2016 — Parte­ci­pazione da tut­ta la Val di Cor­nia, tante domande e molte firme rac­colte all’incontro con la cos­ti­tuzion­al­ista Donatel­la Loprieno, docente di dirit­to pub­bli­co all’Università del­la Cal­abria e fir­mataria del doc­u­men­to dei 56 cos­ti­tuzion­al­isti che si oppon­gono alla mod­i­fi­ca del­la Cos­ti­tuzione. Sono inter­venu­ti anche il sin­da­co di Suvere­to Giu­liano Par­o­di e il prof. Rossano Paz­za­gli. Loprieno ha illus­tra­to la rifor­ma (il cosid­det­to dis­eg­no Boschi) pez­zo per pez­zo, indi­vid­uan­do i pun­ti più crit­i­ci per le sor­ti del­la democrazia e i dirit­ti degli ital­iani, dimostran­do come le mod­i­fiche del­la sec­on­da parte (rel­a­tive all’ordinamento del­lo Sta­to) finis­cano per intac­care anche i prin­cipi fon­da­men­tali come l’uguaglianza, la rap­p­re­sen­tan­za, la sovran­ità popo­lare. “Le cos­ti­tuzioni – ha det­to la pro­fes­sores­sa – han­no la fun­zione di lim­itare il potere attra­ver­so le norme, non di con­cen­trar­lo o di ren­der­lo asso­lu­to. Quel­la ital­iana è la Cos­ti­tuzione dei lavo­ra­tori, dei più deboli che final­mente nel 1947 vede­vano riconosciu­ti i loro dirit­ti.” Si è sof­fer­ma­ta in par­ti­co­lare sul nuo­vo Sen­a­to, non più elet­to diret­ta­mente, che non rap­p­re­sen­terebbe più la nazione e com­plicherebbe il proces­so leg­isla­ti­vo. Ha ricorda­to come ques­ta rifor­ma sia sta­ta fat­ta sot­to det­tatu­ra del gov­er­no e vara­ta da un Par­la­men­to nato da un vizio di incos­ti­tuzion­al­ità del­la legge elet­torale. Le ragioni del No non riguardano solo il meto­do, ma soprat­tut­to i con­tenu­ti di ques­ta rifor­ma che ha come obi­et­ti­vo il raf­forza­men­to del potere esec­u­ti­vo, l’indebolimento del ruo­lo del Par­la­men­to e la riduzione del­la rap­p­re­sen­tan­za dei cit­ta­di­ni che con­ter­an­no sem­pre meno. È peri­coloso anche che il dis­eg­no di legge Ren­zi-Boschi cam­bi le modal­ità di elezione del Pres­i­dente del­la Repub­bli­ca e del­la Corte cos­ti­tuzionale, inde­bolen­done il ruo­lo di garanzia. Il tut­to è reso più grave dal­la aggres­si­va cam­pagna a favore del si che sta por­tan­do avan­ti il gov­er­no, con­travve­nen­do palese­mente al sig­ni­fica­ti­vo avver­ti­men­to che ave­va già dato Cala­man­drei quan­do dice­va che ogni vol­ta che si par­la di Cos­ti­tuzione i banchi del gov­er­no dovreb­bero restare vuoti. “In uno Sta­to demo­c­ra­ti­co – ha con­clu­so Rossano Paz­za­gli, coor­di­na­tore del Comi­ta­to Salvi­amo la Cos­ti­tuzione che ha orga­niz­za­to l’evento – il gov­er­no dovrebbe rispettare e attuare la Cos­ti­tuzione, non stravol­ger­la. Anche per questo è impor­tante un voto con­trario, reso con­sapev­ole da inizia­tive come ques­ta che han­no lo scopo di spie­gare e infor­mare, liberi da logiche di parte.”

Comi­ta­to Val di Cor­nia Salvi­amo la Cos­ti­tuzione

(Foto di Pino Bertel­li)

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