Il futuro delle zone industriali passa dalle bonifiche

· Inserito in Lettere, Vicenda Lucchini
pervenuta in redazione

PIOMBINO 14 feb­braio 2014 — L’as­so­ci­azione Legam­bi­ente esprime pre­oc­cu­pazione per il futuro indus­tri­ale di Piom­bi­no. Per la Luc­chi­ni sono in bal­lo numerosi prog­et­ti, di cui quel­lo del­la soc. Smc dell’imprenditore gior­dano Khaled al Habah­beh, su cui reg­na incertez­za sul­la reale con­sis­ten­za finanziaria e su cui esprim­i­amo dub­bi sul­la pos­si­bil­ità che in quat­tro anni si pos­sano real­iz­zare due acciaierie elet­triche, Corex e spostare acciaieria, colate con­tin­ue, treno a rotaie rin­no­va­to, logis­ti­ca e servizi, sen­za inter­rompere la pro­duzione. Quel­lo del­la cor­da­ta Ital­iana con a capo Dufer­co che prevede il dimez­za­men­to occu­pazionale Gli altri prog­et­ti sono al momen­to sconosciu­ti.
In ogni caso, sia che vada avan­ti un prog­et­to di rilan­cio del­la siderur­gia o che si deb­ba pen­sare ad una rein­dus­tri­al­iz­zazione o riu­so del­l’area, ci si scon­tra con un prob­le­ma gigan­tesco che sono le boni­fiche del SIN (sito d’interesse nazionale). Queste aree risul­tano con­t­a­m­i­nate e richiedono ril­e­van­ti e onerosi inter­ven­ti di bonifi­ca pre­ven­ti­va dei suoli e delle falde acquifere sot­ter­ra­nee e occor­rerà rimuo­vere e trattare anche i rifiu­ti indus­tri­ali delle dis­cariche abu­sive, come quelle che era­no sot­to seque­stro giudiziario, dove ad esem­pio dovrebbe sorg­ere l’impianto Corex.
Gli Accor­di di Pro­gram­ma sulle boni­fiche, sot­to­scrit­ti nel tem­po, sus­ci­tano ampie per­p­lessità alla nos­tra Asso­ci­azione e ci por­ta a pen­sare che un quadro d’insieme chiaro e pre­ciso non sia pre­sente neanche alla cab­i­na di regia del Min­is­tero. Ulte­ri­ori dub­bi riman­gono per il prog­et­to di mes­sa in sicurez­za del­la fal­da, basato su decine di chilometri di palan­co­la­ture, un prog­et­to faraon­i­co però sot­to­scrit­to anche dagli enti locali che ave­vano prece­den­te­mente dato un parere neg­a­ti­vo, rite­nen­do­lo, con il sosteg­no di esper­ti, più dan­noso che utile.
Oltre­tut­to gran parte delle risorse finanziarie pub­bliche des­ti­nate alle boni­fiche sono state dirot­tate all’am­pli­a­men­to del por­to.
Legam­bi­ente pro­pone di aprire un tavo­lo di dis­cus­sione fra enti locali e gov­er­no per elab­o­rare e approvare un prog­et­to di mes­sa in sicurez­za del­l’area, decente e pre­sentabile, meno dis­pendioso e più fat­tibile di quel­lo vigente. È indis­pens­abile anche cam­biare la legge che impedisce di usare mate­ri­ali prove­ni­en­ti dai rifiu­ti indus­tri­ali che rien­tra­no, come qual­ità, nel­la tabel­la min­is­te­ri­ale pre­scrit­ti­va, per riem­pire le vasche di col­ma­ta nel por­to, altri­men­ti quegli enor­mi muc­chi di rifiu­ti rimar­ran­no in quelle aree per decen­ni.
La soc. TAP deve essere mes­sa in gra­do di trattare i mate­ri­ali di bonifi­ca, sia per fare il con­glomix, che per con­ferir­li in vas­ca di col­ma­ta.
In ogni caso il futuro delle zone indus­tri­ali pas­sa dalle boni­fiche.

Legam­bi­ente Val di Cor­nia

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