Il M5S interroga i Ministri sulla “questione” Aferpi

ROMA 2 agos­to 2016I sen­a­tori Pagli­ni, Bot­ti­ci, Puglia, Ser­ra, Gia­r­rus­so, Cap­pel­let­ti, Moronese, Castal­di, Nugnes, Catal­fo han­no pre­sen­ta­to il 1° agos­to ai Min­istri del­lo svilup­po eco­nom­i­co e del lavoro e delle politiche sociali la seguente inter­rogazione riguardante la “ques­tione Afer­pi”:
“Pre­mes­so che:

  • le acciaierie di Piom­bi­no cos­ti­tu­is­cono un sito indus­tri­ale impor­tante, tra i più ril­e­van­ti del­l’in­dus­tria siderur­gi­ca ital­iana, stori­ca­mente rad­i­ca­ta a Piom­bi­no (Livorno) dal­l’Ot­to­cen­to;
  • le acciaierie di Piom­bi­no han­no avu­to, negli ulti­mi anni, una serie di pas­sag­gi di pro­pri­età: dal­la famiglia Luc­chi­ni alla soci­età rus­sa Sev­er­s­ta fino ad arrivare, dopo il com­mis­sari­a­men­to, all’ac­qui­sizione del grup­po algeri­no Cevi­tal che per gestire gli impianti toscani, ha cos­ti­tu­ito Afer­pi (acciaierie e fer­riere di Piom­bi­no SpA a socio uni­co);

con­sid­er­a­to che:

  • il 17 dicem­bre 2014, la pri­ma fir­mataria del pre­sente atto di sin­da­ca­to ispet­ti­vo ha for­mu­la­to la pri­ma richi­es­ta scrit­ta al Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co per avere acces­so ai doc­u­men­ti rel­a­tivi all’ac­cor­do, fir­ma­to pres­so la Pres­i­den­za del Con­siglio dei min­istri tra il pres­i­dente del­la soci­età Cevi­tal, Issad Rebrab, il com­mis­sario stra­or­di­nario del­l’ac­ciaieria di Piom­bi­no, Piero Nar­di, alla pre­sen­za del Pres­i­dente del Con­siglio dei min­istri, Mat­teo Ren­zi, del Min­istro pro tem­pore del­lo svilup­po eco­nom­i­co Fed­er­i­ca Gui­di, del pres­i­dente del­la Regione Toscana, Enri­co Rossi, e del sin­da­co di Piom­bi­no;
  • ad oggi, il Min­is­tero non ha for­ni­to gli atti, né alcu­na infor­mazione speci­fi­ca sul­l’ac­cor­do, omet­ten­do di rispon­dere anche ai suc­ces­sivi sol­leciti;
    la vicen­da è sta­ta ogget­to di una prece­dente inter­rogazione, pre­sen­ta­ta al Sen­a­to nel­la sedu­ta del 22 aprile 2015, n. 435 (4–03838), che ad oggi non ha rice­vu­to rispos­ta;

con­sid­er­a­to che, a quan­to risul­ta agli inter­ro­gan­ti:

  • il Gov­er­no e il pres­i­dente del­la Regione Toscana ave­vano defini­to l’ac­cor­do come il pri­mo atto che avrebbe pos­to le pre­messe per attrarre nuovi inves­ti­men­ti e rilan­cia­re l’area indus­tri­ale di Piom­bi­no, dopo la chiusura del­l’alto­forno;
  • recen­te­mente, la pri­ma fir­mataria del pre­sente atto di sin­da­ca­to ispet­ti­vo ha incon­tra­to una del­egazione di lavo­ra­tori delle ex acciaierie Luc­chi­ni di Piom­bi­no e del­l’in­dot­to, che si sono rac­colti e asso­ciati nel “Coor­di­na­men­to art. 1‑Camping CIG” per tute­lare il pro­prio dirit­to al lavoro, mes­so sem­pre più in dis­cus­sione da politiche indus­tri­ali sbagli­ate e dal­l’assen­za di un inter­ven­to deciso e chiaro da parte del Gov­er­no, delle isti­tuzioni locali e dei sin­da­cati;

con­sid­er­a­to inoltre che, a giudizio degli inter­ro­gan­ti:

  • gli even­ti suc­ces­sivi all’ac­cor­do smen­tis­cono le dichiarazioni fat­te dal Gov­er­no e dal pres­i­dente del­la Regione;
    i prob­le­mi emer­si fino ad oggi sono: il piano indus­tri­ale del­l’aprile 2015, alle­ga­to all’ac­cor­do di pro­gram­ma del giug­no 2015 e su cui si basano tut­ti gli accor­di fino­ra sot­to­scrit­ti, non è mai sta­to real­iz­za­to, sia per la parte siderur­gi­ca, che per la parte agroal­i­menta­re e logis­ti­ca; la pro­ce­du­ra di ver­i­fi­ca del­la neces­sità del­la VIA (val­u­tazione impat­to ambi­en­tale) si basa su un piano indus­tri­ale ridot­to e per­tan­to i lavo­ra­tori non potran­no avere il lavoro assi­cu­ra­to; l’assen­za del­la sicurez­za sui finanzi­a­men­ti, sia per il cir­colante, che per gli inves­ti­men­ti che Issad Rebrab ha attual­mente vin­co­lati in Alge­ria;
  • sus­sistono, altresì, prob­le­mi strut­turali: la bonifi­ca nec­es­saria non è sta­ta mai prog­et­ta­ta ed i 50 mil­ioni di euro stanziati sono lun­gi dal pot­er essere uti­liz­za­ti; i finanzi­a­men­ti per la rein­dus­tri­al­iz­zazione non sono sta­ti spe­si per man­can­za di prog­et­ti, man­can­za di aree e per­ché ind­i­riz­za­ti ver­so inter­ven­ti teori­ci; i lavori sul por­to che sono pros­e­gui­ti rischi­ano di essere inutili, per­ché man­cano i col­lega­men­ti fer­roviari e viari mai finanziati;
  • anche se Cevi­tal real­iz­zasse il piano indus­tri­ale (sep­pur in ver­sione ridot­ta) lo sta­bil­i­men­to di Piom­bi­no non avrebbe un futuro cer­to, sen­za il varo di un piano nazionale del­la siderur­gia che per­me­t­ta di met­tere in sin­er­gia (invece che in com­pe­tizione, come avviene oggi) i vari siti siderur­gi­ci e pro­muo­va la ricer­ca per giun­gere a prodot­ti di qual­ità sem­pre più alti;
  • riman­gono dub­bi su quel­lo che accadrà il 1° luglio 2017, quan­do Afer­pi non avrà più obb­lighi di legge a pros­eguire per almeno un bien­nio le attiv­ità impren­di­to­ri­ali e a man­tenere, per il medes­i­mo peri­o­do, i liv­el­li occu­pazion­ali sta­bil­i­ti all’at­to del­la ven­di­ta,

si chiede di sapere quali inizia­tive di com­pe­ten­za i Min­istri in ind­i­riz­zo inten­dano intrapren­dere, affinché non sia pregiu­di­ca­to il futuro indus­tri­ale del­l’area di Piom­bi­no e sia garan­ti­to il man­ten­i­men­to del­l’oc­cu­pazione nel ter­ri­to­rio, sia per quan­to riguar­da le acciaierie ex Luc­chi­ni, sia per quan­to riguar­da le aziende del­l’in­dot­to”.

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