Il PD dice no al referendum sul progetto RIMateria

· Inserito in Spazio aperto

PIOMBINO 20 set­tem­bre 2018 — Negli ulti­mi anni la grave crisi eco­nom­i­ca ed indus­tri­ale ha impos­to un rad­i­cale cam­bi­a­men­to del­la visione del ter­ri­to­rio e delle sue pre­rog­a­tive.
Il piano strut­turale di area, già vara­to nei con­tenu­ti politi­ci, e la vari­ante di ricon­ver­sione delle aree indus­tri­ali han­no trac­cia­to un per­cor­so.
Il prog­et­to RIMa­te­ria sta in questo quadro. Per la pri­ma vol­ta, i con­tenu­ti del­l’ac­cor­do sot­to­scrit­to al Mise indi­cano aziende locali per il trat­ta­men­to dei mate­ri­ali delle boni­fiche e per il trat­ta­men­to degli scar­ti del­la lavo­razione indus­tri­ale.
Non ci sarà alcu­na nuo­va dis­car­i­ca. Ver­ran­no colti­vati e rego­la­men­tati gli spazi che fino ad ora era­no occu­pati da rifiu­ti in modo incon­trol­la­to per­ché sit­uati all’in­ter­no del perimetro del­la fab­bri­ca.
Saran­no trat­tati rifiu­ti spe­ciali defin­i­ti tali in ter­mi­ni tec­ni­ci per­ché non urbani ma derivan­ti da attiv­ità pro­dut­tive o aziende.
Le male­odor­anze che han­no arreca­to dis­a­gi alla cit­tà nel­l’ul­ti­mo anno sono dovute alla mes­sa a nor­ma degli impianti non effet­tua­ta in prece­den­za.
Nel 2016 tut­ti i Comu­ni soci con­cor­dano per una ces­sione delle quote a pri­vati del set­tore pur man­te­nen­do il con­trol­lo del­l’azien­da.
RIMa­te­ria nasce per ter­minare il prog­et­to di mes­sa in sicurez­za del­la attuale dis­car­i­ca, risanare e rilan­cia­re questo set­tore negli spazi adi­a­cen­ti già inqua­drati per quel­la des­ti­nazione d’u­so.
Di qui le ragioni di un no al ref­er­en­dum.
La richi­es­ta di una con­sul­tazione popo­lare sul tema del­la ges­tione di RIMa­te­ria appare chiara­mente stru­men­tale, tesa ad ampli­fi­care le pau­re dei cit­ta­di­ni per soli fini elet­torali.
Il Comi­ta­to del­la salute, se pur legit­ti­mo, è guida­to da rap­p­re­sen­tan­ti politi­ci delle oppo­sizioni che, sen­za con­trad­dit­to­rio, espon­gono le “loro” ver­ità, con­sapevoli che molti degli argo­men­ti avan­za­ti han­no già avu­to risposte nei tan­ti incon­tri pub­bli­ci e nei con­sigli comu­nali.
Con la richi­es­ta di ref­er­en­dum le oppo­sizioni illudono i cit­ta­di­ni, sapen­do bene che tec­ni­ca­mente sus­sistono moti­vazioni che deter­mi­nano il non accogli­men­to:

  • per­ché per statu­to, anche volen­do, si potrebbe indire una con­sul­tazione popo­lare non pri­ma del novem­bre 2019.
  • per­ché non si pos­sono pro­muo­vere ref­er­en­dum su temi di bilan­cio o ges­tione parte­ci­pate, per­ché una tem­at­i­ca che riguar­da una parte­ci­pa­ta dovrebbe al lim­ite prevedere la stes­sa con­sul­tazione con­tem­po­ranea­mente in tut­ti i Comu­ni soci.

Vogliamo ascoltare i cit­ta­di­ni ma cre­di­amo in una democrazia di manda­to dove chi gov­er­na si assume la respon­s­abil­ità delle scelte per il ter­ri­to­rio e per questo rite­ni­amo che sia nec­es­saria la pre­sen­za di RIMa­te­ria a servizio del­la cit­tà e del per­cor­so di trasfor­mazione delle aree indus­tri­ali e resp­in­giamo provo­cazioni pro­pa­gan­dis­tiche.
La ripresa del­l’at­tiv­ità indus­tri­ale, l’ar­ri­vo di tre navi ci impone di dare risposte per lo stoccag­gio ed il trat­ta­men­to dei rifiu­ti di lavo­razione. Arginare il per­cor­so di cresci­ta azien­dale di RIMa­te­ria sig­nifi­ca dis­conoscere auto­mati­ca­mente l’e­sisten­za del­la fab­bri­ca.
Dicano le oppo­sizioni quale è la loro visione reale del futuro di Piom­bi­no.
Alle accuse pro­pa­gan­dis­tiche del Comi­ta­to del­la salute e ai cit­ta­di­ni che dubi­tano del­la volon­tà di tutela del­la salute da parte del­l’am­min­is­trazione comu­nale rispon­di­amo che il tema del­la sal­va­guardia ambi­en­tale carat­ter­iz­za il gov­er­no del­la cit­tà da anni.
Nel­lo scor­so manda­to ammin­is­tra­ti­vo, anco­ra con la fab­bri­ca a pieno regime, fu emes­sa dal sin­da­co una ordi­nan­za di chiusura del­la 27 forni al fine di con­tenere le emis­sioni inquinan­ti.
Gli atti ammin­is­tra­tivi avan­za­ti negli ulti­mi anni sono una dimostrazione tan­gi­bile che Piom­bi­no ha scel­to di val­oriz­zare e qual­i­fi­care le pro­prie bellezze nat­u­rali e pae­sag­gis­tiche per favorire l’e­cono­mia del tur­is­mo e del­l’ac­coglien­za.
Non sarebbe logi­co pen­sare che una cit­tà che sceglie la diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca come alter­na­ti­va alla mono­cul­tura indus­tri­ale non sal­va­guardasse l’in­ter­esse ambi­en­tale la salute e dei pro­pri cit­ta­di­ni.

Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co Unione Comu­nale  Piom­bi­no

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