Il tempo passa e Jsw Piombino non si marita

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PIOMBINO 12 mag­gio 2020 — Il Coro­n­avirus non coprirà per sem­pre i prob­le­mi di JSW.
Nonos­tante la pan­demia JSW Steel Italy Piom­bi­no ha ripreso a mar­cia­re con tut­ti i suoi tre treni di lam­i­nazione.
Questo ci ripor­ta per l’ennesima vol­ta a dover pren­dere in con­sid­er­azione il futuro di questo sta­bil­i­men­to con tutte le sue ricadute eco­nomiche e sociali su Piom­bi­no e i Comu­ni lim­itrofi.
Sono ormai qua­si trascor­si i 4 mesi richi­esti e di fat­to ottenu­ti dall’azienda, tramite il silen­zio-assen­so (nonché lati­tan­za isti­tuzionale) da parte del Gov­er­no e del Min­is­tero del­lo Svilup­po Eco­nom­i­co.
Il ris­chio con­cre­to è che l’azienda uti­lizzi come moti­vazione la pan­demia per chiedere ulte­ri­ori pro­roghe a tem­po indefini­to per elab­o­rare uno strac­cio di piano indus­tri­ale prob­a­bil­mente solo provvi­so­rio.
È nec­es­sario ricor­dare che i 4 mesi attuali arrivano dopo i 18 pre­visti per la pre­sen­tazione del piano di fat­tibil­ità per la costruzione (even­tuale) di 3 forni elet­tri­ci e 2 nuovi treni di lam­i­nazione oltre agli inves­ti­men­ti per l’ammodernamento dei tre treni attual­mente in lavo­razione.
Il gov­er­no entro mag­gio deve svol­gere il suo ruo­lo, assieme ad azien­da, isti­tuzioni locali e sin­da­cati, pre­tenden­do da Jin­dal un piano indus­tri­ale defin­i­ti­vo e fornire garanzie certe e defin­i­tive sul cos­to dell’energia.
L’azienda a sua vol­ta deve intan­to far par­tire imme­di­ata­mente l’investimento di 18 mil­ioni di euro sul revamp­ing dei treni di lam­i­nazione e quel­li per lo sman­tel­la­men­to dell’ex area a cal­do (pro­ce­du­ra pre­vista a com­pi­men­to per il 31 dicem­bre 2019….).
L’azienda dimostri, doc­u­men­ti alla mano, quali aree intende uti­liz­zare e quali lib­er­are affinché il Comune di Piom­bi­no pos­sa val­utare le cor­rette pro­ce­dure per riu­ti­liz­zare tali aree con nuovi inse­di­a­men­ti pro­dut­tivi.
È’ arriva­to il momen­to di avere risposte certe su prob­le­mi ormai decen­nali. Se in tale incon­tro le risposte non arrivassero o fos­sero ulte­ri­or­mente dila­to­rie o insuf­fi­ci­en­ti per il nos­tro ter­ri­to­rio il Gov­er­no, le isti­tuzioni locali e i sin­da­cati (ai quali chiedi­amo di intrapren­dere azioni di lot­ta dal­lo sciopero al bloc­co delle portiner­ie se nec­es­sario e di chiarire sul­la pos­si­bil­ità di licen­zi­a­men­to da parte del­l’azien­da, chieden­do il pro­l­unga­men­to con poteri raf­forza­ti del­la pre­sen­za com­mis­sar­i­ale ) deb­bono dichiarare con­clusa l’era Jin­dal costru­en­do una soluzione alter­na­ti­va sen­za esclud­ere una pre­sen­za totale o parziale nel­la ges­tione del­lo sta­bil­i­men­to allo scopo di tornare a colare acciaio in maniera ecososteni­bile e con un mod­el­lo di fab­bri­ca che las­ci ampi spazi ad un econo­mia asso­lu­ta­mente diver­si­fi­ca­ta rispet­to al vec­chio mod­el­lo del­la cit­tà-fab­bri­ca.

Coor­di­na­men­to Arti­co­lo 1- Camp­ing Cig

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