Il tribunale di Portoferraio deve essere rilanciato”

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PORTOFERRAIO 27 luglio 2018 - Il pre­sente comu­ni­ca­to affinché riman­ga “tes­ti­mo­ni­an­za” dell’ impeg­no che sti­amo ded­i­can­do, come Lega, alla soprav­viven­za delle sezioni dis­tac­cate dei Tri­bunali nelle isole minori, pur nel­la dif­fi­coltosa situ­azione det­ta­ta da con­tin­gen­ze eco­nomiche e visioni spes­so con­dizio­nan­ti delle buro­cra­zie degli uffi­ci min­is­te­ri­ali. Se per la situ­azione di Ischia i numeri dell’ uten­za ril­e­vati, oltre ad recente con­veg­no molto parte­ci­pa­to e uni­to all’ indub­bio ruo­lo dell’ avvo­catu­ra cam­pana, han­no avu­to un ruo­lo deter­mi­nante, altra e più dif­fi­cile par­ti­ta si gio­ca in Toscana. Come rap­p­re­sen­tante del mio ter­ri­to­rio e, soprat­tut­to, come iscrit­to al Foro di Livorno, al quale mi pre­gio di appartenere, riv­ol­go un pen­siero alla vicen­da del­la Sezione dis­tac­ca­ta del Tri­bunale di Livorno a Porto­fer­raio. Nel 2014 questo uffi­cio si è vis­to garan­ti­ta una pre­caria oper­a­tiv­ità sino al 31 dicem­bre 2018. Di fat­to, come facoltà riconosci­u­ta dalle norme al Pres­i­dente del tri­bunale, molte delle pen­den­ze di ques­ta sede sono state comunque trat­tate in Livorno. Devo quin­di riv­ol­gere più di un elo­gio ad alcu­ni col­leghi elbani per le dif­fi­coltà da loro quo­tid­i­ana­mente affrontate per rag­giun­gere la sede del Tri­bunale di Livorno. Cito i tem­pi nec­es­sari a rag­giun­gere l’ imbar­co da alcu­ni comu­ni dell’ iso­la. Aggiun­go il prob­le­ma dei “dis­servizi” di col­lega­men­to marit­ti­mo, ben più com­p­lessi di quel­li cam­pani, e ter­mi­no con la par­ti­co­lar­ità, una vol­ta giun­ti sul­la ter­rafer­ma, di pros­eguire un viag­gio in auto di oltre 80 chilometri per arrivare al capolu­o­go di provin­cia. Per l’ effet­to, pare ridut­ti­vo uti­liz­zare quale cri­te­rio di val­u­tazione per il man­ten­i­men­to di un servizio del­lo Sta­to, almeno in queste realtà, la sem­plice “pesa” del cari­co di lavoro. Nel­la prat­i­ca, alcu­ni cit­ta­di­ni ed oper­a­tori rischiereb­bero quin­di di ved­er osta­co­la­to il dirit­to all’ acces­so ad un servizio, vuoi per motivi logis­ti­ci, vuoi anche per ragioni eco­nomiche. Le forze di mag­gio­ran­za han­no espres­so nel con­trat­to di gov­er­no la loro sen­si­bil­ità ad una geografia giudiziaria garante di un servizio più vici­no alla gente e sono cer­to che ques­ta visione polit­i­ca potrà e dovrà inter­venire per mit­i­gare gravi situ­azioni come quel­la descrit­ta. Come con­fer­mato­mi da entram­bi i sot­toseg­re­tari alla gius­tizia, On. Mor­rone e On. Fer­raresi, la deci­sione finale spet­ta al Min­istro, ma vi sarebbe la pos­si­bil­ità e volon­tà di inter­venire comunque, non rin­un­cian­do a tentare mod­i­fiche al cosid­det­to Millepro­roghe, attra­ver­so il prossi­mo riordi­no del­la geografia giudiziaria, con inter­ven­to mira­to, dan­do sta­bil­ità alla soluzione del prob­le­ma che andrebbe altri­men­ti a ripro­por­si nel­la prossi­ma leg­is­latu­ra.

On. Man­fre­di Poten­ti (Lega) — mem­bro Com­mis­sione gius­tizia Cam­era dei dep­u­tati

 

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