Inutile struttura commerciale davanti al cimitero

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SAN VINCENZO 10 novem­bre 2017 — Con lo sposta­men­to del­la zona di rispet­to cimi­te­ri­ale si ricon­fer­ma che l’u­ni­co obi­et­ti­vo di ques­ta ammin­is­trazione è quel­lo di rico­prire di cemen­to ogni cen­timetro quadro di ter­ri­to­rio. Non bas­tano i fon­di sfit­ti che si molti­pli­cano o la chiusura di tre super­me­r­cati nel giro di poco tem­po, se c’è da coprire zone ver­di si tro­va il modo di far­lo. Un atto di cui nes­sun cit­tadi­no di San Vin­cen­zo sen­ti­va la neces­sità e su cui, pare, Ban­di­ni e Giun­ta lavo­ra­no già dal 2016.
La giun­ta preferisce colare nuo­vo cemen­to su un cam­po non urban­iz­za­to per assec­on­dare un inter­esse pri­va­to che impeg­nar­si in una seria piani­fi­cazione urban­is­ti­ca. Ecco l’en­nes­i­ma pre­vi­sione di una des­ti­nazione d’u­so com­mer­ciale in un’area già sovrac­car­i­ca e bisog­nosa di una piani­fi­cazione seria. Invece di prevedere altro cemen­to a caso, imper­me­abi­liz­zan­do un’area in posizione piut­tosto del­i­ca­ta — cosa che sarebbe bene ricor­dare visti i tristi even­ti di Livorno -, sarebbe più sen­sato col­le­gare il quartiere del­l’Ac­qua­vi­va al resto del paese riqual­i­f­i­can­do l’area.
Siamo di fronte ad inter­ven­ti che ven­gono piani­fi­cati solo se c’è un inter­esse pri­va­to, anche sen­za prog­et­ti min­i­mi, o almeno così dimostra il suo oper­a­to l’asses­sore all’ur­ban­is­ti­ca. Atti in cui l’am­min­is­trazione abban­dona com­ple­ta­mente la piani­fi­cazione del ter­ri­to­rio affi­dan­dola a vaghi desideri di pri­vati sen­za pen­sare all’in­ter­esse pub­bli­co. Com­por­ta­men­ti sim­ili ren­dono fer­tile il ter­reno anche a chi non opera nel­la legal­ità, fenom­e­no pre­oc­cu­pante al quale l’am­min­is­trazione non sem­bra essere min­i­ma­mente inter­es­sa­ta.
Non bas­tasse l’i­ne­sisten­za di una qual­si­asi ragione urban­is­ti­ca è da sot­to­lin­eare la ribut­tante man­can­za di sen­si­bil­ità nel prevedere una strut­tura com­mer­ciale di fronte al cimitero e che anco­ra una vol­ta si uti­lizzi ipocrita­mente la leva del “ricat­to occu­pazionale”, annun­cian­do tri­on­fal­mente posti di lavoro sen­za un prog­et­to defini­to, in un ter­ri­to­rio che ha bisog­no di lavoro ma non delle solite promesse poco lungimi­ran­ti.

Grup­po Con­sil­iare di Assem­blea San­vin­cen­z­i­na

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