La crisi economica ci travolgerà come uno tsunami

· Inserito in Lettere, Teoria e pratica
Riccardo Petraroja

PIOMBINO 11 aprile 2020 — Questo arti­co­lo, che non avrei mai volu­to scri­vere, lo inti­to­lo “il peg­gio deve anco­ra venire”. Mi dispi­ace essere pes­simista: forse nel breve peri­o­do ci sarà un miglio­ra­men­to per la pan­demia- e questo ce lo auguri­amo tut­ti — ma la crisi eco­nom­i­ca che si deter­min­erà nel prossi­mo futuro, gra­zie anche alla asso­lu­ta cecità del nos­tro gov­er­no, ci travol­gerà come uno tsuna­mi e sarà molto peg­gio di quel­la del 2008, per­ché quel­la nasce­va da una crisi finanziaria amer­i­cana, quest’altra purtrop­po ha come causa occa­sion­ale il Covid-19, ma la causa remo­ta è la evi­dente crisi del nos­tro sis­tema eco­nom­i­co che, anche gra­zie al deb­ito pub­bli­co di 2.443 mil­iar­di di cui cir­ca 443 dal 2011 in poi, è des­ti­na­to a col­las­sare e a con­dur­ci in un irre­versibile default.
Gli inter­ven­ti per ora pro­gram­mati con il prece­dente decre­to e con quel­lo di ieri, oltre che essere asso­lu­ta­mente insuf­fi­ci­en­ti, han­no evi­den­zi­a­to ed evi­den­zier­an­no il mag­gior male che attanaglia la vita degli Ital­iani, sia che si par­li di cit­ta­di­ni pri­vati che di impren­di­tori, e cioè una assur­da buro­crazia ammin­is­tra­ti­va che alla fine finirà per dec­i­mare i pos­si­bili inter­ven­ti sta­bil­i­ti nei decreti. Abbi­amo assis­ti­to nell’ultimo mese ad una farsa mes­sa in sce­na da un grup­po di dilet­tan­ti allo sbaraglio e cito soltan­to alcu­ni casi incon­tro­vert­ibili:

  • 5 auto­cer­ti­fi­cazioni coro­n­avirus diverse in 15 giorni da parte del Min­is­tero dell’Interno per pot­er cir­co­lare e spes­so in con­trad­dizione l’una con l’altra;
  • 600 euro ai tito­lari di par­ti­ta IVA, con un bal­lo di con­trad­dizioni risolto in cir­ca 15 giorni per capire anche nell’ambito delle varie soci­età chi ave­va dirit­to o meno a ques­ta ele­mosi­na;
  • rif­fa pres­so il sito dell’INPS del tut­to imprepara­to a rice­vere un numero impre­cisato di domande per i 600 euro e, col­mo dei col­mi, negazione, dopo false promesse, alle cat­e­gorie pro­fes­sion­ali (com­mer­cial­isti, con­sulen­ti del lavoro e trib­u­taristi) del­la pos­si­bil­ità di accedere diret­ta­mente al sito per pre­sentare le domande; e si nutrono river­i­ti dub­bi sul­la pos­si­bil­ità che tutte le domande vengano sod­dis­fat­te vis­to le note ristret­tezze di bilan­cio dell’istituto;
  • nel prece­dente decre­to sposta­men­to, a dir poco ridi­co­lo, del­la data di ver­sa­men­to delle imposte IVA, ritenute, con­tribu­ti dal giorno 16 mar­zo al giorno 20 mar­zo;
  • prob­le­ma delle mascher­ine e degli apparec­chi di res­pi­razione, sulle cui con­seguen­ze è preferi­bile sten­dere un pietoso velo, per­ché in questo caso par­liamo di mor­ti e non di sol­di.

E questo è soltan­to un min­i­mo cam­pi­onario delle scon­cezze e con­trad­dizioni del pri­mo peri­o­do, ma è oppor­tuno pas­sare all’analisi min­i­ma anche del sec­on­do peri­o­do con par­ti­co­lare rifer­i­men­to al sec­on­do decre­to, cioè quel­lo dell’8 aprile.
In più di 30 anni di attiv­ità pro­fes­sion­ale non mi era anco­ra cap­i­ta­to di leg­gere un decre­to così lun­go, scrit­to male, dif­fi­cile da inter­pretare, farci­to di aspet­ti buro­crati­ci total­mente inutili che sem­bra qua­si siano sta­ti posti con som­mo stu­dio al fine di ren­dere dif­fi­cile la vita di quei sogget­ti che dovreb­bero approf­ittare dei cosid­det­ti ben­efi­ci inser­i­ti nel­lo stes­so. Vista la par­ti­co­lare situ­azione che sti­amo viven­do, almeno come obbli­go morale ver­so gli ital­iani, questo decre­to avrebbe dovu­to avere la dote del­la bre­vità e del­la chiarez­za e soprat­tut­to dell’efficacia imme­di­a­ta. Tralas­cian­do tut­ti gli aspet­ti tec­ni­ci e buro­crati­ci di natu­ra fis­cale e trib­u­taria, per i quali finirei per essere noioso, mi lim­i­to a fare le seguen­ti con­sid­er­azioni sull’art.1 rel­a­ti­vo alle cosid­dette mis­ure tem­po­ra­nee per il sosteg­no alla liq­uid­ità delle imp­rese:

  1. non si è mai vis­to, e in dot­t­ri­na ciò viene con­sid­er­a­ta una totale bestem­mia, che un impren­di­tore fac­cia un mutuo, quale che sia il val­ore, per riparare alla dimin­uzione dei ricavi, avvenu­ta non cer­to per col­pa sua, e le con­seguen­ti perdite di eser­cizio; l’imprenditore se fa un mutuo lo fa per inve­stire in beni stru­men­tali, inno­vazioni ecc;
  2. se ha per­so 100.000 euro di ricavi, finirà per resti­tuire alla ban­ca 100.000 euro in 6 anni , sul pre­sup­pos­to che in tut­ti i sei anni tut­to vada bene e lui abbia un sur­plus di euro 16.667 ogni anno da des­tinare alla resti­tuzione aggiun­gen­do a questo val­ore anche i costi del­la com­mis­sione, degli inter­es­si e dei rel­a­tivi oneri ban­cari che di sicuro non mancher­an­no con l’ulteriore chic­ca che nei sei anni di resti­tuzione del presti­to è com­pre­so un peri­o­do di pre­am­mor­ta­men­to pari a 24 mesi, ciò vuol dire che il cap­i­tale dovrà essere resti­tu­ito in 4 anni, restituen­do quin­di 25.000 in 4 anni più il resto non essendo chiaro se l’imprenditore pos­sa o meno rin­un­cia­re al pre­am­mor­ta­men­to;
  3. un sif­fat­to mutuo potrebbe anche gener­are un appe­san­ti­men­to del rat­ing del sogget­to , con gravi con­seguen­ze nei rap­por­ti ban­cari in genere;
  4. il cosid­det­to  sis­tema delle garanzie 90%/80%/70% , a sec­on­da dei casi, dif­fer­ente­mente da quan­to strom­baz­za­to alle tele­vi­sioni non è gra­tu­ito ma cos­ta una com­mis­sione pro­porzionale nei vari anni sul­la base di cal­coli e indi­ci defin­i­ti a pag. 3 e 4, del decre­to in un modo incom­pren­si­bile e teso evi­den­te­mente a ren­dere dif­fi­cile la vita al richiedente il cd aiu­to;
  5. la garanzia del 90% , e questo non l’hanno scrit­to, dovrà pas­sare anche al vaglio del­la UE e se non approva­ta rischia di scen­dere all’80%, con ulte­ri­ore pos­si­bil­ità che le banche, come stan­no facen­do da qualche anno, aven­do per­so di vista la pro­pria mis­sion, negh­i­no il finanzi­a­men­to stes­so non rite­nen­do suf­fi­ciente quel­la all’80% offer­ta da SACE SPA;
  6. si legge anche nel com­ma 5 dell’art.1 che la garanzia del­lo Sta­to è esplici­ta, incon­dizion­a­ta ecc…….e si estende al rim­bor­so del cap­i­tale, al paga­men­to degli inter­es­si e di ogni altro onere acces­so­rio (ma non era tut­to gra­tu­ito ?????????).
  7. dul­cis in fun­do viene il peg­gio per­ché dopo che leg­gi i pri­mi 11 com­mi dell’articolo, cer­can­do di inter­pretare quel­lo che c’è scrit­to, al dodices­i­mo c’è scrit­to che i com­mi da 1 a 9, cioè tut­ta la parte rel­a­ti­va all’ac­ces­so ai fon­di, è sogget­ta all’au­tor­iz­zazione del­la comu­nità europea…e li ti cadono.…

Tralas­cio gli altri par­ti­co­lari tec­ni­ci di questo arti­co­lo e tut­to il resto del decre­to, che se non è peg­gio dell’articolo 1, sicu­ra­mente non è meglio, per evi­den­ziare il fat­to che indub­bi­a­mente qual­cosa dove­va essere fat­to di fronte alla pan­demia eco­nom­i­ca che si sta pre­sen­tan­do e qual­cosa è sta­to fat­to. Non è sta­to regala­to niente dal­lo Sta­to tant’ è che quel­lo che ti viene dato lo devi resti­tuire anche in un medio peri­o­do (6 anni o 4 sono davvero pochi) e non sono chiare nem­meno le cosid­dette con­dizioni eco­nomich . Indub­bi­a­mente si pote­va fare meglio  e chi chiederà questo aiu­to dovrà com­bat­tere per l’ennesima vol­ta con una buro­crazia assur­da e potrà alla fine anche soc­combere.
Forse , anzi sen­za forse, questo è il momen­to di pen­sare seri­amente ad un rifor­ma trib­u­taria e con­tribu­ti­va seria che ci met­ta alla pari delle altre nazioni europee in ter­mi­ni di con­cor­ren­za eco­nom­i­ca e che per­me­t­ta di pagare le stesse aliquote che si pagano negli altri pae­si europei sia in ter­mi­ni di imposte che di con­tribu­ti pen­sion­is­ti­ci, sal­va­guardan­do gli inter­es­si dei lavo­ra­tori dipen­den­ti ma anche quel­li dell’imprenditoria e pos­si­bil­mente anche del­lo sta­to sociale del tut­to dis­trut­to negli ulti­mi 10 anni. In caso con­trario siamo des­ti­nati nel breve peri­o­do alla soc­comben­za e scusate­mi se sono pes­simista, ma dopo la per­for­mance del nuo­vo decre­to ed in man­can­za di riforme serie anche del­la buro­crazia, la vedo davvero nera.

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