La crisi di Piombino in rapporto al Discernimento

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 18 mag­gio 2017 — Il Dis­cern­i­men­to è una Rego­la spir­i­tuale adot­ta­ta dai Padri Gesuiti. È final­iz­za­ta a dis­cernere, dis­tinguere ed anal­iz­zare per pot­er fare scelte respon­s­abili e con­sapevoli.
Recen­te­mente Papa Francesco, nel sol­co del­la Rego­la, ed in rifer­i­men­to a “Fat­ti Con­creti”, non ha avu­to esi­tazione nel ril­e­vare e denun­cia­re i dan­ni del­la glob­al­iz­zazione e l’inefficacia del­la polit­i­ca di fronte alle troppe ineguaglianze dell’economia glob­ale, evi­den­zian­do che la man­can­za di lavoro non è più toller­a­bile per­ché las­cia sen­za futuro le nuove gen­er­azioni.
Nasce da qui l’idea, nel sol­co del Dis­cern­i­men­to, di tentare un’analisi di come potrà evolver­si nel con­testo di ques­ta dev­as­tante crisi glob­ale, la crisi vis­su­ta nel­la nos­tra Cit­tà: il pas­sag­gio dal vec­chio al nuo­vo.
Osser­van­do alcune foto del sign­or Rebrab si trae l’impressione di un uomo capace, di forte tem­pera­men­to, non fos­se altro per esser­si strut­tura­to e real­iz­za­to in Alge­ria. Un Paese con una sto­ria com­p­lessa e dif­fi­cile. Prob­a­bil­mente d’istinto, ha com­pre­so che avrebbe potu­to accrescere la sua cred­i­bil­ità rap­por­tan­dosi con rap­p­re­sen­tan­ti politi­ci e sin­da­cali privi di adegua­ta espe­rien­za ed autorev­olez­za. Il fat­to è emer­so con la com­me­dia tragi­co-com­i­ca del Ringrazi­a­men­to (Grand Mer­ci) orga­niz­za­to a Ven­tu­ri­na. Un atto di sot­tomis­sione polit­i­ca e sin­da­cale difronte ad un impren­di­tore che sor­ri­den­do sem­bra­va dire: fidat­e­vi di me…
Rebrab: il tramite per risol­vere lo smar­ri­men­to di quan­ti han­no per­so la certez­za di un lavoro. Per­sona fisi­ca e sim­bol­i­ca capace di resti­tuire alla Cit­tà di Piom­bi­no una con­ti­nu­ità siderur­gi­ca immutabile ed imper­me­abile alle crisi del­la glob­al­iz­zazione.
È mai pos­si­bile che a nes­suno sia pas­sato per la mente un ragionev­ole dub­bio, l’esigenza di una anal­isi crit­i­ca in rap­por­to ad un prog­et­to siderur­gi­co, anni luce lon­tano dalle dinamiche del­la glob­al­iz­zazione? Un’ipotesi medievale se rap­por­ta­ta a sis­te­mi inno­v­a­tivi, aper­ti, dinam­i­ci e prag­mati­ci che basano le loro proiezioni e gli ingen­ti inves­ti­men­ti eco­nomi­ci sul­la base di lunghi stu­di ed anal­isi appro­fon­dite di mer­ca­to.
Pos­si­bile che nes­suno abbia colto, nel mon­do, la ten­den­za a pre­vile­gia­re la delo­cal­iz­zazione del­la pro­duzione siderur­gi­ca nei Pae­si in via di svilup­po anziché inve­stire nell’esistente, per poi rimanere fer­mi in una realtà ritenu­ta immutabile? Oltre­tut­to nel con­testo di una crisi polit­i­ca euro­pea che sot­trae fidu­cia e sper­an­za nel con­cet­to di Europa, nos­tra Casa Comune. Una polit­i­ca che ha per­so rap­p­re­sen­ta­tiv­ità quan­do viene per­cepi­to che la Finan­za con­diziona e deter­mi­na certe scelte politiche. Allo­ra, che sen­so ha par­lare di Bipo­lar­is­mo anziché Tripo­lar­is­mo, destra con­tro sin­is­tra, con­ser­va­tori con­tro pro­gres­sisti, quan­do tut­to si mesco­la e si con­fonde, quan­do i prin­cipi, i val­ori, le ide­olo­gie degli uni e degli altri sono per­cepi­ti, e/o peg­gio, risul­tano asservi­ti e sub­or­di­nati alle scelte finanziarie? Ren­zi è sta­to pron­to ad inter­pretare ques­ta nuo­va realtà. Non ha avu­to alcu­na esi­tazione ad abolire l’articolo 18, fare il pat­to del Nazareno, spal­mare con­tribu­ti a piog­gia, nel sol­co del­la nar­razione cred­i­bile final­iz­za­ta a rac­cogliere con­sen­si sia da destra che da sin­is­tra, ormai tut­ti svin­co­lati dal­la coeren­za di tute­lare prin­cipi, val­ori e rifer­i­men­ti ide­o­logi­ci.
E nel sol­co di ques­ta nuo­va realtà, in Fran­cia, Macron è sta­to altret­tan­to pron­to a real­iz­zare in bre­vis­si­mo tem­po un par­ti­to dei­de­ol­o­giz­za­to: en marche!
Il prob­le­ma per le prossime gen­er­azioni è com­pren­dere “Ver­so Dove” sino a quan­do il futuro del­la Democrazia e del­la Coe­sione sociale in Europa con­tin­uerà ad essere insidi­a­to da guerre, dal­la emer­gen­za immi­grati, dal ter­ror­is­mo, dal­la per­son­ale inco­lu­mità, dal­la legit­ti­ma dife­sa, dal­la eva­sione fis­cale, dal­la delo­cal­iz­zazione delle attiv­ità pro­dut­tive nei Pae­si in via di svilup­po, dal­la dila­gante dis­oc­cu­pazione che uccide l’idea di un futuro sereno.
Forse per questo, sono poco inter­es­sato al nuo­vo film di Wal­ter Vel­troni: Indizi di felic­ità.
Avrei prefer­i­to che qual­cuno si facesse cari­co di edu­care le nuove gen­er­azioni ad un diver­so approc­cio cul­tur­ale in rap­por­to con la realtà.
Uti­liz­zare il Dis­cern­i­men­to per tentare di immag­inare il futuro su basi prag­matiche: il divenire di cias­cuno, dis­tin­to e sep­a­ra­to dal­la nar­razione di una realtà cred­i­bile ed immutabile.

(let­tera fir­ma­ta)

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