La narrazione felice è ormai arrivata al capolinea

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 6 feb­braio 2016 — Per quan­to emerge dal­la impi­etosa inchi­es­ta gior­nal­is­ti­ca (dolorosa e infaus­ta per i lavo­ra­tori ma profi­cua per altri) sul mod­el­lo Piom­bi­no e la sua real­iz­zazione, apparsa sul il Sole 24 ore, viene richiesto rispet­to. È indis­pens­abile invece una sono­ra e cir­costanzi­a­ta smen­ti­ta uffi­ciale diret­ta­mente da Afer­pi, se nel­la fat­tispecie davvero i fat­ti ripor­tati non cor­rispon­dono a ver­ità.
Se l’inchi­es­ta evi­den­zia aspet­ti che andran­no appro­fon­di­ti, ci sono altri fat­ti che comunque non sono ras­si­cu­ran­ti:

  • 1) Man­cano pochi giorni all’11 e tut­to tace; cosa vuol dire che è salta­to l’in­con­tro per l’en­nes­i­ma vol­ta? Se è così, cosa si aspet­ta a dir­lo?
  • 2) Sarebbe assur­do che l’in­con­tro si svolgesse addirit­tura a fine mese, o giù di lì, sig­ni­ficherebbe che non c’è niente di defin­i­ti­vo e che si con­tin­ua a lan­cia­re la pal­la in cal­cio d’an­go­lo per­ché non si sa più che cosa fare o cosa dire.
  • 3) Se l’in­con­tro va abbon­dan­te­mente oltre l’11, alla luce, anche, di ciò che ha scrit­to il Sole 24 ore ( “se suc­cede il mira­co­lo i sol­di ci sono solo per la ges­tione quo­tid­i­ana, non cer­to per gli inves­ti­men­ti”), è indis­pens­abile che sia pro­mossa la man­i­fes­tazione di tut­to il ter­ri­to­rio di Piom­bi­no lo stes­so giorno del­l’in­con­tro, o addirit­tura anche pri­ma. La man­i­fes­tazione pres­so le isti­tuzioni ( locali e nazion­ali) deve servire, final­mente, a sco­prire la ver­ità sul prog­et­to Piom­bi­no: si trat­ta di una cosa seria o di una vera e pro­pria truf­fa , come ipo­tiz­zò Lan­di­ni nell ulti­ma man­i­fes­tazione a Piom­bi­no e come, ora­mai, ver­rebbe spon­ta­neo pen­sare? A questo pun­to, se i sin­da­cati e le isti­tuzioni faran­no anco­ra ” meli­na”, saran­no, insieme a Cevital/Aferpi, i veri respon­s­abili del­la sorte dei lavo­ra­tori del­l’in­tera comu­nità. Ciò sig­ni­ficherebbe che sareb­bero chia­mati a trarne le con­seguen­ze anche in ter­mi­ni di ces­sazione del loro manda­to politi­co e sin­da­cale.

Infine denun­ci­amo che, in ques­ta vicen­da infini­ta , gli uni­ci che han­no già paga­to e stan­no tut­to­ra pagan­do sono i lavo­ra­tori che sono sta­ti costret­ti a cedere, con il famoso accor­do cape­stro, una parte con­sis­tente del loro già mis­ero salario e dei loro dirit­ti (oltre che, ad oggi, migli­a­ia di posti di lavoro, quel­li del­l’in­dot­to diret­to e non). In com­pen­so han­no rice­vu­to solo promesse e illu­sioni. Adesso bas­ta davvero, sono i lavo­ra­tori che devono incas­sare gli impeg­ni che han­no sot­to­scrit­to i fir­matari del mod­el­lo Piom­bi­no. Il tem­po dei pif­ferai magi­ci è ter­mi­na­to e le per­sone com­in­ciano a ren­der­si con­to che la nar­razione felice è arriva­ta al capo­lin­ea.

Grup­po di mino­ran­za sin­da­cale-Camp­ing CIG

(Foto di Pino Bertel­li)

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