La paura del referendum sull’urbanistica

· Inserito in Sotto la lente
Massimo Zucconi

Nes­suno oggi sostiene che tra polit­i­ca, isti­tuzioni e cit­ta­di­ni ci sia sin­to­nia, nep­pure chi fa polit­i­ca e siede nelle assem­blee elet­tive. Il ris­chio di dis­so­nan­za tra deci­sioni politiche e opin­ioni dei cit­ta­di­ni è, dunque, molto ele­va­to. Ragione in più per prevedere il ricor­so a stru­men­ti come il ref­er­en­dum, anche nei Comu­ni. In Val di Cor­nia l’unico ref­er­en­dum, svolto, in tut­ti i Comu­ni, risale al 1984 e decise di negare il rad­doppio del­la cen­trale Enel di Torre del Sale.  Sono pas­sati decen­ni, la polit­i­ca ha ridot­to la sua capac­ità d’interpretare e rap­p­re­sentare le sen­si­bil­ità dei cit­ta­di­ni, le leg­gi han­no dato ai Comu­ni mag­giore autono­mia nel­la dis­ci­plina di questo stru­men­to, ma al ref­er­en­dum non si è fat­to mai più ricor­so, nep­pure di fronte a scelte che han­no sus­ci­ta­to forte dis­cus­sione tra la popo­lazione.
I ref­er­en­dum con­sul­tivi sono pre­visti negli Statu­ti dei nos­tri Comu­ni, ma nes­suno, a dis­tan­za di decen­ni, si è dota­to di rego­la­men­ti per con­sen­tirne lo svol­gi­men­to. Inoltre non ven­gono ammes­si su una mate­ria come l’urbanistica che, per sua natu­ra, si occu­pa di inter­es­si comu­ni come la tutela del pae­sag­gio, la sal­va­guardia del pat­ri­mo­nio cul­tur­ale e la qual­ità del­la vita, all’interno dei quali devono trovare equi­li­bra­ta sod­dis­fazione i fab­bisog­ni di abitazioni, di servizi e di edi­fi­ci pro­dut­tivi­In ques­ta leg­is­latu­ra, a Campiglia, é sta­ta avan­za­ta la pro­pos­ta di esten­dere il ref­er­en­dum anche all’urbanistica. La mag­gio­ran­za l’ha respin­ta con le moti­vazioni che in Val di Cor­nia i Piani rego­la­tori sono coor­di­nati tra più Comu­ni, che si andreb­bero a ledere dirit­ti acquisi­ti da parte di pri­vati, che la mate­ria urban­is­ti­ca é trop­po com­p­lessa e che il ref­er­en­dum svilirebbe il ruo­lo delle isti­tuzioni.
Moti­vazioni fran­ca­mente incon­sis­ten­ti poiché la piani­fi­cazione urban­is­ti­ca coor­di­na­ta in Val di Cor­nia purtrop­po non esiste più da tem­po (e in ogni caso non potrebbe essere imped­i­men­to a con­sultare i cit­ta­di­ni); i dirit­ti acquisi­ti da pri­vati non potreb­bero mai essere ogget­to di ref­er­en­dum; non è per niente com­p­lesso, in un piano urban­is­ti­co, iso­lare le scelte che sus­ci­tano forte dis­cus­sione e, qualo­ra lo richie­da un con­gruo numero di cit­ta­di­ni, sot­to­por­le a ver­i­fi­ca del ref­er­en­dum.
Si può invece dedurre che il Comune di Campiglia teme la democrazia diret­ta e in par­ti­co­lare teme che pos­sa inter­ferire con la ren­di­ta fon­di­aria, che non è affat­to dirit­to acquisi­to. Evi­den­te­mente, per chi ammin­is­tra, meri­ta mag­giore tutela degli inter­es­si col­let­tivi.

 

 

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