L'alternanza non è una chimera

La politica dopo le elezioni livornesi

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Redazione

PIOMBINO 9 giug­no 2014 — E dunque Livorno avrà un sin­da­co espres­so dal Movi­men­to 5 Stelle. Il Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co farà l’op­po­sizione. È un risul­ta­to di per sé sim­boli­ca­mente e politi­ca­mente ril­e­van­tis­si­mo  ma ancor più sig­ni­fica­ti­vo se si pen­sa che in provin­cia di Livorno la vec­chia mag­gio­ran­za di sin­is­tra ha per­so anche i Comu­ni di Porto­fer­raio a favore del cen­tro destra e Rio nell’ Elba e Suvere­to a favore di liste civiche. Ceci­na è sta­ta ricon­quis­ta­ta per pochi voti. Ovvi­a­mente con­cor­rono a questi risul­tati tante e diverse moti­vazioni, tutte facen­ti capo alla sen­ti­ta neces­sità del cam­bi­a­men­to ma tutte tese a dimostrare che ques­ta tor­na­ta di elezioni ha fat­to defin­i­ti­va­mente emerg­ere una volon­tà di scelta dei cit­ta­di­ni asso­lu­ta­mente non ide­o­log­i­ca. Se non si vuole par­lare di elet­tora­to flut­tuante o volatile si chi­a­mi elet­tora­to laico, ma così è. Del resto se ne tro­va con­fer­ma anche là dove sono sta­ti elet­ti sin­daci apparte­nen­ti alla sin­is­tra dato che qua­si ovunque si è reg­is­tra­ta una dif­feren­za tra voti con­quis­ta­ti dal PD nelle elezioni europee ed in quelle comu­nali che si è aggi­ra­ta intorno ad un 10/15% in meno ottenu­to in queste ultime: migli­a­ia di voti che alle europee si sono espres­si per il PD e  si sono riv­olti ad altri par­ti­ti nelle comu­nali.
In sin­te­si, alle europee un voto politi­co che ha pre­mi­a­to l’of­fer­ta per­son­i­fi­ca­ta da Ren­zi, alle ammin­is­tra­tive un voto che ha rap­p­re­sen­ta­to un giudizio sulle politiche ammin­is­tra­tive locali.
Ce n’è quan­to bas­ta per molte rif­les­sioni.
Non è affat­to male che l’elet­tora­to sia volatile e dunque più atten­to alle domande alle quali è chiam­a­to a rispon­dere, domande che sono diverse se le elezioni sono europee o politiche o ammin­is­tra­tive.
Non è affat­to male che questo apra una pos­si­bil­ità di alter­nan­za che è il sale del­la democrazia.
Non è affat­to male che da tut­to questo sca­tur­isca un inci­ta­men­to alle forze politiche a non colti­vare soltan­to il pro­prio chiu­so orti­cel­lo e a non far valere solo la forza dei numeri quan­to piut­tosto ad accettare e prati­care regole che inclu­dano il con­fron­to aper­to e razional­mente moti­va­to sui prob­le­mi reali.
Un’ul­ti­ma con­seguen­za infine chia­ma in causa diret­ta­mente e forte­mente le stesse forze politiche.
In una situ­azione di alter­nan­za bloc­ca­ta è in qualche modo gius­ti­fi­ca­to che i par­ti­ti abbiano come pri­mo inter­esse quel­lo del­la rap­p­re­sen­tan­za, la pos­si­bil­ità e la neces­sità cioè di essere sin­go­lar­mente rap­p­re­sen­tati nei con­ces­si elet­tivi. In una situ­azione di alter­nan­za pos­si­bile è l’at­ten­zione alla fun­zione di gov­er­no che non può non prevalere e dunque la neces­sità di scelte politiche con­tem­po­ranea­mente sui con­tenti e sulle alleanze che insieme pos­sono avvic­inare la con­quista del­la mag­gio­ran­za e dunque del gov­er­no. Final­mente, si potrebbe dire, riemerge una neces­sità di  polit­i­ca.
Non è affat­to male che la polit­i­ca si riap­pro­pri del pro­prio ruo­lo. Le forze politiche non pos­sono non ten­erne con­to.

 

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