MENTRE LE ISTITUZIONI NON DISCUTONO PIÙ DI POLITICHE DELLA SANITÀ

La povertà sanitaria: i casi di otorino e di urologia

· Inserito in Sotto la lente
Luigi Faggiani

PIOMBINO 23 gen­naio 2018 – Men­tre l’idea del­la fusione delle due zone san­i­tarie Val di Cor­nia e Val di Ceci­na con­tin­ua ad essere dif­fusa come garanzia del­la qual­ità dei servizi san­i­tari ospedalieri e ter­ri­to­ri­ali a van­tag­gio di cit­ta­di­ni, la realtà par­la un lin­guag­gio com­ple­ta­mente diver­so. Par­la cioè la lin­gua dell’impoverimento pro­gres­si­vo di servizi san­i­tari che devono essere vici­ni ai cit­ta­di­ni e che invece pro­gres­si­va­mente se ne sono allon­ta­nati.
Pren­di­amo come esem­pio la situ­azione di quel­li che un tem­po era­no i servizi di otori­no­laringoia­tria e urolo­gia pre­sen­ti a Vil­la­ma­ri­na.
Otori­no­laringoia­tria
Il servizio ha a disp­po­sizione una vol­ta a set­ti­mana, il lunedì, la sala oper­a­to­ria per gli inter­ven­ti pro­gram­mati e sem­pre il lunedì, in questo caso anche la notte, un medico in pronta disponi­bil­ità per gli inter­ven­ti nec­es­sari.
Negli altri giorni del­la set­ti­mana è pre­sente un’ attiv­ità ambu­la­to­ri­ale solo nel­la mat­ti­na.
Dal mart­edì per tut­ta la set­ti­mana i pazi­en­ti con prob­le­mi di otori­no­laringoia­tria che neces­si­tano di ricovero non ven­gono accettati a Vil­la­ma­ri­na e quin­di ven­gono ricoverati all’ospedale di Livorno. E non si trat­ta solo di casi peri­colosi come ad esem­pio l’insufficienza res­pi­ra­to­ria acu­ta in malati neo­plas­ti­ci,  in cui si chi­udono le vie aeree, oppure l’ ede­ma del­la glot­tide. Anche nel caso di patolo­gie meno gravi il dis­a­gio per il cit­tadi­no non è evi­ta­to. Fac­ciamo il caso di un cit­tadi­no che deve par­tire di sera o la domeni­ca per toglier­si una lis­ca di pesce dal­la gola o il cor­po estra­neo nell orec­chio o nel naso nel bam­bi­no. Sono per­sone che per un inter­ven­to di cinque minu­ti devono far­si due ore di auto. Non par­liamo degli abi­tan­ti dell Elba che avreb­bero un enorme van­tag­gio a trovare un medico otori­no in servizio a  Piom­bi­no. Ed invece può accadere ciò che accadde la scor­sa estate quan­do una domeni­ca un bam­bi­no tedesco in vacan­za all Elba passò l intera gior­na­ta in viag­gio per toglier­si un sas­soli­no dal naso.
Urolo­gia
Per questo servizio la sala oper­a­to­ria è invece disponi­bile il mart­edì. Visti i casi trat­tati e le patolo­gie uro­logiche è garan­ti­ta la pre­sen­za in disponi­bil­ità not­tur­na per tre giorni a par­tire dal mart­edì di un medico spe­cial­ista. Negli altri giorni del­la set­ti­mana nes­suno spe­cial­ista è in pronta reperi­bil­ità. Può accadere che un cit­tadi­no al quale si pre­sen­tano o prob­le­mi di san­guina­men­to vesci­cale pos­trau­mati­co o riten­zione uri­nar­ia acu­ta causa­ta da ipertrofia pro­sta­t­i­ca deb­ba essere in questi giorni trasfer­i­to a Livorno. Persi­no inutile descri­vere i dis­a­gi rel­a­tivi.

Sen­za immag­inare soluzioni impos­si­bili, come ad esem­pio quelle di riportare i due pri­mariati a Piom­bi­no, è invece real­is­ti­ca­mente pos­si­bile pen­sare ed attuare soluzioni che garan­tis­cano la reperi­bil­ità not­tur­na e fes­ti­va dei medici spe­cial­isti.
E non si ven­ga a sostenere che si trat­terebbe di una soluzione finanziari­a­mente insosteni­bile.
E allo­ra sorge imme­di­ata­mente la doman­da: da dove derivano questi (ed altri) mal­fun­zion­a­men­ti così evi­den­ti? Doman­da non stru­men­tale per­ché sta alla base di quel­la rif­les­sione polit­i­ca sulle scelte fino ad oggi com­piute in mate­ria di san­ità su cui invece ben pochi si inter­rogano.
Il prob­le­ma fon­da­men­tale sta pro­prio nel dis­eg­no segui­to dal­la Regione Toscana nelle più recen­ti rior­ga­niz­zazioni attuate. Da quel­la che potrem­mo chia­mare “l’operazione delle megaAsl, cioè la rior­ga­niz­zazione dei servizi che in con­seguen­za del loro accen­tra­men­to avreb­bero dovu­to garan­tire la qual­ità dei servizi ed anche il risparmio del­la spe­sa, in realtà sono sca­tu­rite com­pli­cazioni orga­niz­za­tive, dif­fi­coltà delle attiv­ità ter­ri­to­ri­ali, crisi dei servizi pre­ven­tivi e allon­tana­men­to dei servizi dai cit­ta­di­ni.
L’impressione che si ha osser­van­do come van­no le cose in gen­erale nei servizi san­i­tari locali, i due esem­pi citati sono sig­ni­fica­tivi, è che il risul­ta­to ottenu­to sia sta­to pro­gram­ma­to con ottusità pro­gram­ma­to­ria. L’ultima rifor­ma san­i­taria ha prodot­to, anche e forse soprat­tut­to in una per­ife­ria come la Val di Cor­nia, soltan­to un taglio dei finanzi­a­men­ti tale da aver assi­cu­ra­to mal fun­zion­a­men­to dei servizi, aumen­to dei dis­a­gi per le per­sone e, ulti­ma ma non per impor­tan­za, la con­seg­na di gran parte dell’attività del sis­tema san­i­tario al set­tore pri­va­to che non a caso si è ben orga­niz­za­to.
Ma i respon­s­abili politi­ci nelle isti­tuzioni locali sem­bra­no non accorg­ersene.

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