24 osservazioni presentate dalle liste civiche e da molti cittadini

La variante Aferpi da revocare più che da modificare

PIOMBINO 21 gen­naio 2017 — Sul­la vari­ante urban­is­ti­ca per l’at­tuazione del piano indus­tri­ale Afer­pi, adot­ta­ta il 28 otto­bre 2016  dal con­siglio comu­nale di Piom­bi­no,  sono state pre­sen­tate, è lo stes­so Comune che lo affer­ma in un comu­ni­ca­to stam­pa, 24 osser­vazioni, di cui 17 di cit­ta­di­ni che fan­no rifer­i­men­to soprat­tut­to al “Comi­ta­to per”. Le altre sette sono state pre­sen­tate da : WWF, Leonar­do Mez­za­capo, Liste civiche del­la Val di Cor­nia, Giuseppe Trin­chi­ni, Autorità Por­tuale, Tenaris Dalmine e Agroit­ti­ca. “Le ultime tre sono richi­este di pic­coli aggius­ta­men­ti del­la nor­ma­ti­va sul­la vari­ante – affer­ma l’asses­sore all’ur­ban­is­ti­ca Car­la Maestri­ni – e non rap­p­re­sen­tano mod­i­fiche sostanziali alla vari­ante. In alcu­ni casi, invece, come già emer­so durante la fase di dis­cus­sione del­la vari­ante con i cit­ta­di­ni e con i diver­si por­ta­tori di inter­esse, ven­gono pro­poste nuove ipote­si prog­et­tuali, in par­ti­co­lare per il trac­cia­to del­la 398 e per l’area del Quaglio­dro­mo, che dovran­no essere atten­ta­mente vagli­ate dal­l’am­min­is­trazione comu­nale per l’e­lab­o­razione delle pro­prie con­trod­e­duzioni. Per ques­ta fase ulte­ri­ore, che pre­cede l’ap­provazione del­l’at­to in con­siglio comu­nale, ci pren­der­e­mo il tem­po nec­es­sario per dare il gius­to val­ore alle pro­poste che ci sono state invi­ate”.
Nel giro di alcu­ni mesi quin­di, il tem­po nec­es­sario all’e­lab­o­razione delle con­trod­e­duzioni, la vari­ante ver­rà dis­cus­sa, con­tin­ua il comu­ni­ca­to stam­pa del Comune, nuo­va­mente dal con­siglio comu­nale, per la sua approvazione defin­i­ti­va.

IMG_0178Le liste civiche del­la Val di Cor­nia (Un’Altra Piom­bi­no, Assem­blea San­vin­cen­z­i­na, Assem­blea popo­lare Suvere­to e Comune dei Cit­ta­di­ni di Campiglia) ci ten­gono a far pre­sente che han­no pre­sen­ta­to con­giun­ta­mente un’osservazione alla vari­ante che con­tiene pro­poste pun­tu­ali su tut­ti gli argo­men­ti affrontati ma, pri­ma di tut­to, evi­den­ziano tre ril­e­van­ti aspet­ti politi­ci:

  • il man­ca­to coin­vol­gi­men­to del con­siglio comu­nale di Piom­bi­no nel momen­to in cui, con gli accor­di di pro­gram­ma, si decide­va il futuro urban­is­ti­co del­la cit­tà;
  • la mera trascrizione nel piano urban­is­ti­co di scelte com­piute dal­la soci­età pri­va­ta Cevital/Aferpi;
  • l’assenza di qual­si­asi con­fron­to tra i Comu­ni del­la Val di Cor­nia, nep­pure con Campiglia e Suvere­to con i quali Piom­bi­no ha approva­to nel 2007 un piano strut­turale d’area che dove­va essere uni­co e che uni­co non è sta­to.

Per queste ragioni, con­tin­u­ano le liste civiche, abbi­amo chiesto la revo­ca del­la vari­ante e l’avvio di un con­fron­to in tut­ta la Val di Cor­nia. A queste moti­vazioni se ne aggiunge un’altra. Dopo aver pro­pa­ganda­to per mesi la piena fat­tibil­ità del piano indus­tri­ale, dal min­istro Cal­en­da fino al seg­re­tario del PD locale sono oggi tut­ti a chiedere all’imprenditore Rebrab un piano indus­tri­ale, a con­fer­ma che quel­lo pro­pa­ganda­to non è mai sta­to tale. Del resto nes­suno degli inter­ven­ti urgen­ti per la siderur­gia pre­visti entro il 2016 ha pre­so avvio, men­tre si è rin­un­ci­a­to al pre­vis­to sec­on­do forno elet­tri­co. Per non par­lare di logis­ti­ca por­tuale e agroin­dus­tria di cui non c’è trac­cia alcu­na. Ce n’è quan­to bas­ta per fer­mar­si a med­itare, sen­za con questo pregiu­di­care i pos­si­bili inves­ti­men­ti nel­la siderur­gia e nel­la logis­ti­ca por­tuale, vis­to che il piano urban­is­ti­co con­sente già gran parte degli inter­ven­ti pre­visti e nep­pure avviati.
Cosa diver­sa sono le scelte pro­poste da Afer­pi per il trac­cia­to del­la SS 398 e per i 42 ettari di ter­reni per l’agroindustria a ridos­so del quartiere Cotone-Pogget­to. In questo caso siamo di fronte al com­ple­to rib­al­ta­men­to delle scelte del piano strut­turale che aus­pi­ca­vano per quelle zone la dis­mis­sione degli impianti indus­tri­ali esisten­ti (da rilo­cal­iz­zare a nord) e la loro riqual­i­fi­cazione per fini urbani. Sen­za con­sid­er­are le fan­ta­siose pre­vi­sioni del non meglio pre­cisato set­tore arti­gianale-com­mer­ciale di Cit­tà Futu­ra (23 ettari di ter­reni pri­vati) nel quale, tra indus­trie vec­chie e nuove e strade di scor­ri­men­to, dovreb­bero trovare pos­to gran­di cen­tri com­mer­ciali, con “griffe che fun­gereb­bero da tes­ta di ponte per lo svilup­po di un ter­ri­to­rio ric­co di poten­zial­ità e ele­men­ti carat­ter­is­ti­ci, fusi in un unicum sin­go­lare e irripetibile”, come recita il mas­ter­plan Afer­pi.
Questo vol­e­va Rebrab e questo ha ottenu­to: è par­ti­to dall’impegno di sal­vare la siderur­gia piom­bi­nese e tut­ti i suoi posti di lavoro, ma in cam­bio ha chiesto di avere mani libere sul por­to e sul­la cit­tà. Piom­bi­no gli si è con­seg­na­ta nel modo peg­giore, sen­za garanzie e, quel che è peg­gio, sen­za un’autonoma visione del futuro. L’unica pre­oc­cu­pazione è sta­ta quel­la di non creare ali­bi a Rebrab. La crisi indus­tri­ale pone enor­mi prob­le­mi a tut­to il ter­ri­to­rio. Le liste civiche ne han­no piena con­sapev­olez­za e non sot­to­va­l­u­tano affat­to le dif­fi­coltà. Nel­lo stes­so tem­po esp­ri­mono un giudizio forte­mente neg­a­ti­vo su come le tutte le isti­tuzioni (nazion­ali, region­ali e locali) han­no affronta­to la crisi. Con le osser­vazioni han­no inte­so offrire un con­trib­u­to di mer­i­to e di meto­do che non riguar­da solo Piom­bi­no, ma tut­ti i Comu­ni del­la Val di Cor­nia”.

Schermata 2017-01-21 alle 18.05.21Due impor­tan­ti osser­vazioni sono fir­mate da Leonar­do Mez­za­capo che già le ave­va antic­i­pate nel­l’ar­ti­co­lo Soluzioni alter­na­tive per Quaglio­dro­mo e SS 398 pub­bli­ca­to dal­la nos­tra riv­ista.
Una riguar­da “il trac­cia­to per il pro­l­unga­men­to del­la SS 398 che men­tre sod­dis­fa gli inter­es­si di Afer­pi, non sod­dis­fa quel­li del­la cit­tà e non risponde pien­amente alle neces­sità del por­to” e per questo pro­pone una soluzione alter­na­ti­va sif­fat­ta: “dal Gag­no, come pros­egui­men­to del pri­mo trat­to, la SS 398 gira a Sud — Sud Est e cor­ren­do sem­pre a quo­ta 0,00, tranne nel­la zona di inter­feren­za con la stra­da che por­ta ver­so i lam­i­na­toi ed i nuovi bina­ri, rag­giunge l’area por­tuale, il tut­to per una lunghez­za di cir­ca 1000 metri. Per­cor­ren­do la via­bil­ità esistente da adeguare, dopo ulte­ri­ori 800 metri, rag­giunge la zona prospiciente il ponte sul­la lin­ea fer­roviaria che con­duce in Via Por­tovec­chio. Anche in ques­ta ipote­si dovrà essere indi­vid­u­a­ta un’area adegua­ta ove real­iz­zare un parcheg­gio con bigli­et­terie, pri­ma di rag­giun­gere gli imbarchi”.
L’al­tra affronta il tema del “ Il bina­rio di evac­uazione delle rotaie che così come pre­vis­to nel mas­ter­plan Afer­pi alle­ga­to alla vari­ante e fat­to pro­prio dal­la vari­ante, descrive una grande cur­va, che va ad occu­pare la total­ità del Quaglio­dro­mo (nel­la foto), pos­ta a sud dei lam­i­na­toi e avente un’estensione di cir­ca 40 ettari, che è poi la parte più vic­i­na al mare”.
L’osser­vazione pro­pone una soluzione alter­na­ti­va a sal­va­guardia del Quaglio­dro­mo: “Sostanzial­mente si trat­ta di real­iz­zare un trat­to di bina­rio (può essere anche rad­doppi­a­to) che sfrut­ta tut­to lo spazio disponi­bile dal futuro treno rotaie al con­fine e che corre in direzione Est per una lunghez­za di cir­ca 450/500 metri, sti­mati con approssi­mazione. I con­vogli in usci­ta dal nuo­vo treno rotaie, ma anche dagli altri lam­i­na­toi, pos­sono per­cor­rerlo per tut­ta la sua lunghez­za, inver­tire il sen­so di mar­cia e scam­biare nel­la posizione più oppor­tu­na per pros­eguire nel­la direzione già ipo­tiz­za­ta da Afer­pi per avviare i con­vogli ver­so la spedi­zione”.

Molte del­la altre osser­vazioni, 18 delle quali già pub­bli­cate dal quo­tid­i­ano on line CORRIERE ETRUSCO.it , ripren­dono e arric­chis­cono gli stes­si tem­pi sia pure con moti­vazioni diverse.

Persi­no inutile sot­to­lin­eare l’ampiez­za e la pro­fon­dità delle prob­lem­atiche sus­ci­tate dalle osser­vazioni sia dal pun­to di vista politi­co che da quel­lo tec­ni­co, cosa che sicu­ra­mente non è sfug­gi­ta ai prop­ug­na­tori e agli esten­sori del­la vari­ante.

(Foto di Pino Bertel­li)

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