L’archivio storico dell’Ospedale di Campiglia

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CAMPIGLIA 30 novem­bre 2015 — Un altro pez­zo impor­tante di sto­ria che viene alla luce ed è reso disponi­bile al pub­bli­co: si trat­ta dell’archivio stori­co dell’Ospedale di Campiglia Marit­ti­ma rior­di­na­to e con­ser­va­to con l’archivio stori­co comu­nale a Palaz­zo Pre­to­rio.
Saba­to scor­so l’inaugurazione e la visi­ta all’archivio e alla rel­a­ti­va mostra che ha accom­pa­g­na­to anche la set­ti­mana “Archivi Aper­ti”.
L’assessore Jacopo Bertoc­chi ha affer­ma­to: “dal 2010 ho mes­so la volon­tà polit­i­ca per rag­giun­gere questo risul­ta­to che deve anco­ra pros­eguire, ma anche altri han­no fat­to molto, quan­do si han­no risul­tati pos­i­tivi sono sem­pre il frut­to di un lavoro col­let­ti­vo e pro­l­un­ga­to nel tem­po” Ha poi ringrazi­a­to per la com­pe­ten­za e la cura del prog­et­to Agnese Loren­zi­ni e Graziana Alagna che si sono prece­den­te­mente con­cen­trate nel riordi­no del­la parte pre­uni­taria e che han­no seg­nala­to quest’altro “pez­zo” di archiv­io, rimas­to in atte­sa di tem­pi migliori che sono final­mente arrivati, nuo­va­mente gra­zie al sup­por­to del­la Fon­dazione Livorno che ha accolto con inter­esse I prog­et­ti pre­sen­tati per il Comune dal diret­tore del­la bib­liote­ca comu­nale Fuci­ni Pao­lo Volpi­ni. “Nel­l’archiv­io abbi­amo anco­ra molto da fare ma ciò che è sta­to fat­to è fat­to e bene. Nelle politiche cul­tur­ali occorre fare ciò che si può nel sen­so del­la con­cretez­za e ritorno sul ter­ri­to­rio”.
Agnese Loren­zi­ni: “Durante il riordi­no del’archivio pre­uni­tario ci siamo accorte che c’era ‘ques­ta stanz­i­na che ci chia­ma­va’, con­tene­va appun­to il mate­ri­ale che oggi è sis­tem­ato. Campiglia nei sec­oli è sta­ta impor­tante politi­ca­mente, dal medio­e­vo, come cen­tro ege­mone dove c’era un uffi­cio fiorenti­no che con­trolla­va il ter­ri­to­rio e l’ archiv­io che è spec­chio del­la civiltà e del­la sto­ria resti­tu­isce ques­ta ric­chez­za. Campiglia ave­va un’importanza che si riscon­tra anche nell’ospedale I cui pri­mi doc­u­men­ti a nos­tra dis­po­sizione sono del 600”.
L’archivista ha trac­cia­to un sin­teti­co excur­sus stori­co sull’ospedale sot­to­li­ne­nan­do che “anche se il nos­tro lavoro deve essere un po’ aset­ti­co a volte ci con­ce­di­amo una digres­sione anche per cer­care di fare un’azione di divul­gazione, come la mostra in cor­so. Il nos­tro obi­et­ti­vo di archivisti è quel­lo di indi­vid­uare e resti­tuire quel­lo che è l’or­di­na­men­to giuridi­co emer­gente dalle carte rispet­to alle isti­tuzioni che le han­no prodotte”.
DSC_0022Tra i vari spun­ti per nuove ricerche da svilup­pare attra­ver­so i doc­u­men­ti dell’ospedale si è fat­to l’esempio di tesi in med­i­c­i­na.
Graziana Alagna ha par­la­to di come è inizia­to il lavoro e come si è oper­a­to. La pri­ma fase ha con­sis­ti­to nell’ordinamento fisi­co del­l’archiv­io di cui si evi­den­zia la divi­sione in due fon­di, quel­lo dell’antico ospedale dei san­ti Jacopo e Fil­ip­po e poi da 1875 quel­lo dell’Ospedale di Marem­ma. Ha par­la­to degli sposta­men­ti subiti e del fat­to che ad ogni modo, dei mille pezzi dell’inventario del 1957 oggi ne abbi­amo 980, quin­di la grande parte. Tra le per­sone che si occu­parono dell’archivio è sta­to ricorda­to anche il campigliese Giuseppe Ingeg­neros, chiam­a­to ad aiutare l’archivista Bruno Casi­ni. Oggi l’inventario sti­la­to da Alagna e Loren­zi­ni è molto più analiti­co di quel­lo prece­dente. Infat­ti per ogni pez­zo anal­iz­za­to, è ripor­ta­to il tito­lo in maniera inte­grale, le date estreme, le note sul­la descrizione fisi­ca e le note di con­tenu­to su ogni sin­go­lo pez­zo.
Da ques­ta base le “pic­cole idee suc­ces­sive” come le chia­mano le due esperte, che però pic­cole non sono: la mostra, la gui­da alla mostra, la pub­bli­cazione futu­ra del­l’in­ven­tario, le vis­ite, la pag­i­na Face­book che con­sente di essere vici­ni all’archivio anche a dis­tan­za. stru­men­to ai cit­ta­di­ni e agli stu­diosi nel fare stu­di e appro­fondi­men­ti sul­la comu­nità dell’ epoca. Ma anche sem­pli­ci curiosi pos­sono sco­prire alcu­ni aspet­ti.
Non pote­va man­care la tes­ti­mo­ni­an­za di Gian­fran­co Benedet­ti­ni che oltre ad essere uno stu­dioso ha lavo­ra­to per 20 anni come ammin­is­tra­ti­vo dell’ospedale ed ha sostenu­to la causa del­la sua con­ser­vazione.
Fabio Seri­ni è inter­venu­to a nome del CdA di Fon­dazione Livorno por­tan­do il salu­to del pres­i­dente Luciano Bar­sot­ti.
La nos­tra è una pic­co­la ma sta­bile fon­dazione, atten­ta al ter­ri­to­rio ciò che ho vis­to sta­mani è la pro­va di aver dato fidu­cia ad un prog­et­to impor­tante il cui risul­ta­to finale è otti­mo ed è anche il frut­to di una gov­er­nance effi­ciente”. Seri­ni ha anche espres­so l’auspicio che si raf­forzi il lavoro in sin­er­gia tra i Comu­ni del­la Val di Cor­nia e che vengano pro­posti alla fon­dazione anche prog­et­ti dinam­i­ci dal pun­to di vista del­lo svilup­po eco­nom­i­co, per inve­stire in for­mazione e nuo­vo lavoro.

UFFICIO STAMPA COMUNE DI CAMPIGLIA

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