Le riflessioni in redazione dopo il voto

· Inserito in Spazio aperto

Lo abbi­amo fat­to pri­ma delle elezioni e ci sen­ti­amo di ripro­porre le nos­tre val­u­tazioni anche dopo aver conosci­u­to i risul­tati delle ultime politiche. Del resto la nos­tra redazione, per­al­tro abbas­tan­za etero­ge­nea, è carat­ter­iz­za­ta dal comune deside­rio di esprimere con­vinzioni ed idee sen­za vin­coli e nel rispet­to asso­lu­to degli altri. Se non siamo pro­prio un cam­pi­one del­la var­i­opin­ta situ­azione ital­iana, poco ci man­ca. Ecco quin­di i nos­tri opin­abili pen­sieri espres­si rispon­den­do a tre domande con­seguen­ti agli esi­ti del­la con­sul­tazione di feb­braio. 

PAOLO BENESPERI

PbD. — Come sei usci­to dalle ultime elezioni: delu­so, sod­dis­fat­to, sor­pre­so, indif­fer­ente o che altro?

R. — Pre­oc­cu­pa­to, molto pre­oc­cu­pa­to. Da queste elezioni ci si pote­va aspettare di tut­to, nel sen­so che la reazione dei cit­ta­di­ni a una situ­azione fat­ta di gravis­si­ma crisi eco­nom­i­ca, gravis­si­ma crisi sociale, gravis­si­ma crisi isti­tuzionale, rot­tura rad­i­cale di fidu­cia nel rap­por­to tra cit­ta­di­ni, polit­i­ca, isti­tuzioni, buro­crazia a tut­ti i liv­el­li pote­va essere asso­lu­ta­mente impreved­i­bile. E del resto la stes­sa polit­i­ca ave­va ammes­so la sua impoten­za nel momen­to in cui ave­va com­mis­sion­a­to a dei tec­ni­ci ciò che non si sen­ti­va politi­ca­mente in gra­do di fare. I risul­tati del voto sono sta­ti peg­giori delle peg­gior­ri pre­vi­sioni dato che, anche per effet­to di una legge elet­torale che le forze politiche non han­no avu­to la forza e la volon­tà di cam­biare, non esiste una evi­dente mag­gio­ran­za ed una altret­tan­to evi­dente mino­ran­za. Poiché è in ogni caso dif­fi­cile credere che non aver un gov­er­no sia preferi­bile all’aver­lo sono legit­time le più nere pre­vi­sioni. Di qui la pre­oc­cu­pazione. 

D. — Ognuno ha una sua ricetta per uscire dall’attuale impasse. Come cre­di che si pos­sa attual­mente garan­tire un gov­er­no  all’Italia?

R. — Siamo in una situ­azione che non richiede gov­erni ordi­nari per­ché i prob­le­mi non sono ordi­nari. Non par­lo solo di una situ­azione di emer­gen­za, par­lo di una crisi sis­tem­i­ca, la crisi del­la sec­on­da repub­bli­ca, dal­la quale non si può uscire se non con asset­ti isti­tuzion­ali com­ple­ta­mente diver­si tali da affrontare riso­lu­ta­mente i prob­le­mi eco­nomi­ci e sociali dif­fi­cilis­si­mi. Siamo nel­la clas­si­ca situ­azione nel­la quale occor­rerebbe una fase cos­tituente con­di­visa nel­la quale l’u­nità delle forze politiche vara alcu­ni provved­i­men­ti anche di rifor­ma cos­ti­tuzionale men­tre vig­i­la sul­la sosteni­bil­ità eco­nom­i­ca e finanziaria. Par­lo di una urgen­za cos­ti­tui­ta da una rifor­ma elet­torale (sis­tema uni­nom­i­nale a doppio turno), di una rifor­ma isti­tuzionale (pres­i­den­zial­is­mo, can­cel­lazione del Sen­a­to, can­cel­lazione delle province), di mis­ure eco­nomiche di risana­men­to ulte­ri­ore del­la finan­za pub­bli­ca, a par­tire dal­la dimin­uzione del cos­to del­la polit­i­ca, da real­iz­zare entro un anno. Al ter­mine del­l’an­no nuove elezioni legit­timereb­bero un nuo­vo gov­er­no in una situ­azione polit­i­ca com­ple­ta­mente diver­sa. Nat­u­ral­mente, sem­pre in via di ragionev­olez­za e razion­al­ità, un’­opera sim­i­le richiede un gov­er­no con una mag­gio­ran­za polit­i­ca larghissi­ma coer­ente con la carat­ter­is­ti­ca cos­tituente del pro­gram­ma e del resto dato che le mis­ure pro­poste coin­ci­dono con alcune delle pro­poste che sono venute sia da destra che da sin­is­tra un rifi­u­to di qua o di là sarebbe incom­pren­si­bile. Non ci sono le con­dizioni politiche dato il con­flit­to che dura da anni? Forse sarebbe bene ricor­dare la svol­ta di Saler­no di Togli­at­ti che real­iz­zò un com­pro­mes­so tra par­ti­ti antifascisti, monar­chia e Badoglio, ma in ogni caso, poiché nes­suno oggi pre­tende tan­to, si dia la pos­si­bil­ità di cos­ti­tuzione di un gov­er­no del Pres­i­dente guida­to e for­ma­to da autorevoli rap­p­re­sen­tan­ti di isti­tuzioni come la Corte Cos­ti­tuzionale, la Ban­ca d’I­talia o altro con lo scopo speci­fi­co di guidare la fase cos­tituente. Tutte le forze politiche con pari dig­nità dovreb­bero essere coin­volte e se qual­cuno si sot­traesse sarebbe per sua scelta e respon­s­abil­ità. Tra un anno nuo­vo sis­tema, nuo­va situ­azione polit­i­ca, nuo­vo gov­er­no.
Del resto ci sono altre soluzioni nel gio­co dei rec­i­pro­ci veti?
I parag­o­ni stori­ci non sono legit­ti­mi dato che le situ­azioni sono com­ple­ta­mente diverse mi per­me­t­to però di ricor­dare che in Fran­cia fu pos­si­bile pas­sare dal­la quar­ta repub­bli­ca carat­ter­iz­za­ta dal­la ingovern­abil­ità alla quin­ta gra­zie ad uno sfor­zo di rifor­ma del sis­tema elet­torale ed isti­tuzionale in cui fu fon­da­men­tale l’ac­cor­do tra gol­listi e social­isti, anzi metà del par­ti­to social­ista quel­la gui­da­ta da Guy Mol­let.
E per con­ver­so invece il caso del­la Ger­ma­nia dove l’in­govern­abil­ità pro­dusse dal mar­zo 1932 al mar­zo 1933 tre elezioni al ter­mine delle quali il par­ti­to nazista prese il 43,9% e i suoi alleati tedesco-nazion­ali l’8 per cen­to, cioè la mag­gio­ran­za asso­lu­ta. E dell’ Italia dove se il fas­cis­mo vinse fu anche per il man­ca­to accor­do tra lib­er­ali, social­isti e popo­lari.

D. — Non è remo­ta la pos­si­bil­ità che si deb­ba tornare alle urne presto. Voter­esti di nuo­vo per il par­ti­to che hai scel­to il 24 feb­braio o pren­der­esti in con­sid­er­azione l’ipotesi di cam­biare? E come pen­si che, di fronte a ques­ta pos­si­bil­ità, si com­porter­an­no gli ital­iani?

R: — Sì, ho vota­to Scelta civi­ca per Mon­ti per­ché il nos­tro paese con­tin­u­asse la stra­da intrapre­sa di raf­forza­men­to del­l’Eu­ropa, di risana­men­to del­la finan­za pub­bli­ca, di lot­ta ai cor­po­ra­tivis­mi, di mag­giori oppor­tu­nità per i gio­vani. Mi augur­erei che su queste scelte insieme a Mon­ti si schierassero altre forze che nei diver­si schiera­men­ti, destra e sin­is­tra, con­di­vi­dono ques­ta lin­ea polit­i­ca e che esse con­vergessero anche su una pro­pos­ta di cam­bi­a­men­to del sis­tema isti­tuzionale altret­tan­to indis­pens­abile.
Gli ital­iani? Non potreb­bero che aumentare, là dove fos­se pos­si­bile, la loro sfidu­cia nel­la polit­i­ca e nelle isti­tuzioni.

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FIORENZO BUCCI

fbD. — Come sei usci­to dalle ultime elezioni: delu­so, sod­dis­fat­to, sor­pre­so, indif­fer­ente o che altro?

R. — Era­no pre­visti ed atte­si la cresci­ta del Movi­men­to di Beppe Gril­lo ed un accen­tu­a­to asten­sion­is­mo. Le due cose quin­di non mi han­no sor­pre­so anche se non mi trovano esat­ta­mente sod­dis­fat­to. Non mi sarei invece atte­so il vis­toso calo del Pd che solo poche set­ti­mane fa era dato per sicuro vinci­tore. E mi ha infine sor­pre­so la rimon­ta di Berlus­coni, che, indi­ca­to per spac­cia­to alla vig­ilia,  ha per­so sicu­ra­mente molto ma alla fine è rius­ci­to a incas­sare appe­na una man­ci­a­ta di voti in meno rispet­to al cen­trosin­is­tra. Sicu­ra­mente un notev­ole spaven­to per molti can­di­dati Pd che pro­prio per quei pochissi­mi con­sen­si in più si ritrovano a palaz­zo Mon­tecito­rio e qua­si qua­si sono costret­ti a ringraziare il vitu­per­a­to Por­cel­lum e il suo pre­mio di mag­gio­ran­za. 

D. — Ognuno ha una sua ricetta per uscire dall’attuale impasse. Come cre­di che si pos­sa attual­mente garan­tire un gov­er­no  all’Italia?

R. — Non riesco ad intravedere una soluzione pos­si­bile e prat­i­ca­bile. Il “corteggia­men­to” di Bersani ver­so Gril­lo mi sem­bra addirit­tura umiliante con­sid­er­ate le risposte che il leader di 5 Stelle riman­da al Pd e ricor­date anche le val­u­tazioni (“è un fascista”) che il can­dida­to pre­mier del cen­trosin­is­tra ha riv­olto a Gril­lo in cam­pagna elet­torale.
Il net­to no a qual­si­asi dial­o­go con Berlus­coni ed il cen­trode­stra com­ple­ta la situ­azione di asso­lu­to stal­lo e riman­da alla pre­vi­sione di prossime nuove elezioni che sen­za il supera­men­to del Por­cel­lum rap­p­re­sen­tano davvero un salto nel buio.

D. — Non è remo­ta la pos­si­bil­ità che si deb­ba tornare alle urne presto. Voter­esti di nuo­vo per il par­ti­to che hai scel­to il 24 feb­braio o pren­der­esti in con­sid­er­azione l’ipotesi di cam­biare? E come pen­si che, di fronte a ques­ta pos­si­bil­ità, si com­porter­an­no gli ital­iani?

R: — Ho già avu­to dif­fi­coltà ad esprimer­mi con con­vinzione il 24 feb­braio, quin­di non ho nes­suna inten­zione di durarne altra per esprimere un nuo­vo voto in un’eventuale riedi­zione elet­torale. Come molti mi tur­erò il naso e sper­erò in bene sen­za molto trasporto. Una vol­ta la mag­gio­ran­za degli ital­iani, forte­mente lega­ta al voto di apparte­nen­za, non avrebbe avu­to dub­bi e dalle urne sareb­bero sicu­ra­mente usci­ti risul­tati elet­torali foto­copia di quel­li di feb­braio. Oggi non so. In Gre­cia la ripe­tizione delle elezioni ha fat­to reg­is­trare un ritorno all’antico con la boc­ciatu­ra dei super­premiati nel­la pri­ma tor­na­ta. In Italia i mag­giori sondag­gisti, per­al­tro reduci dall’ennesima stor­i­ca fig­u­rac­cia, indi­cano un’ulteriore cresci­ta dei grilli­ni come con­seguen­za del­la moda, molto ital­iana, di salire al volo sul car­ro del vinci­tore. Gli amer­i­cani da tem­po si rifi­u­tano di impeg­nar­si negli exit-poll ital­iani  per­ché han­no ver­i­fi­ca­to che gli elet­tori del Bel­paese sono bugia­r­di ed inaf­fid­abili nel riferire come han­no vota­to e anche come voter­an­no. Se mi si chiede una pre­vi­sione rispon­do che gli amer­i­cani han­no ragione.

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LUIGI FAGGIANI

lfD. — Come sei usci­to dalle ultime elezioni: delu­so, sod­dis­fat­to, sor­pre­so, indif­fer­ente o che altro?

R. — Sono rimas­to leg­ger­mente insod­dis­fat­to dal­l’e­si­to del voto del 24/25 feb­braio 2013. Sti­ma­vo la Lista Civi­ca per Mon­ti che io ho vota­to, sosten­go e nel­la quale mil­i­to, intorno al 14–15 %. Il 10,5 % ottenu­to, per cer­ti aspet­ti apprez­z­abile, las­cia comunque un po’ di amaro in boc­ca per­ché rel­e­ga il movi­men­to, almeno per ora, ad un ruo­lo mar­ginale. Occor­rerà lavo­rare molto e bene, a mio giudizio gli spazi ci sono.

D. — Ognuno ha una sua ricetta per uscire dall’attuale impasse. Come cre­di che si pos­sa attual­mente garan­tire un gov­er­no  all’Italia?

R. — In gen­erale mi sem­bra che il sen­so del­la respon­s­abil­ità sia davvero non per­venu­to nelle stanze del­la polit­i­ca nazionale. Qui tut­ti vogliono posizionar­si bene in vista del turno suc­ces­si­vo che io giu­di­co ver­rà a breve e per questo dico che andremo a votare mas­si­mo fra un anno. In sin­te­si non vedo le con­dizioni per for­mare un gov­er­no e la cosa è ter­ri­bile vista la dif­fi­cile situ­azione nel­la quale ver­si­amo.

D. — Non è remo­ta la pos­si­bil­ità che si deb­ba tornare alle urne presto. Voter­esti di nuo­vo per il par­ti­to che hai scel­to il 24 feb­braio o pren­der­esti in con­sid­er­azione l’ipotesi di cam­biare? E come pen­si che, di fronte a ques­ta pos­si­bil­ità, si com­porter­an­no gli ital­iani?

R: — Se torner­e­mo presto alle urne darò di nuo­vo fidu­cia alla Lista Civi­ca. Molti ital­iani, a mio giudizio, cam­bier­an­no opin­ione sul quadro politi­co e quin­di non con­fer­mer­an­no il voto espres­so qualche giorno fa. Io pen­so al con­trario dei più che Gril­lo non bis­serà il suc­ces­so ottenu­to per­ché molti si saran­no già pen­ti­ti nel­l’osser­vare come anziché impeg­nar­si nel­la dif­fi­cile azione del costru­ire egli sia com­ple­ta­mente appli­ca­to nel­la più facile opera del dis­trug­gere.

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DORYS MARINI

doris okD. — Come sei usci­to dalle ultime elezioni: delu­so, sod­dis­fat­to, sor­pre­so, indif­fer­ente o che altro?

R. — All’inizio, quan­do usci­vano gli exit poll, sor­pre­sa!
In un sec­on­do momen­to, ragio­nan­do­ci sopra, pos­so rias­sumere il risul­ta­to di queste elezioni con il ter­mine “dis­per­azione”, non è un caso che chi ha ottenu­to un risul­ta­to “inat­te­so” sia colui che ha pro­pos­to una minor tas­sazione, e pulizia del­la polit­i­ca stes­sa, pro­poste che non dan­no dimostrazione di una polit­i­ca costrut­ti­va.

D. — Ognuno ha una sua ricetta per uscire dall’attuale impasse. Come cre­di che si pos­sa attual­mente garan­tire un gov­er­no  all’Italia?

R. — È pos­si­bile garan­tire un gov­er­no solo se i grup­pi che han­no vin­to le elezioni avran­no una visione lungimi­rante e, soprat­tut­to, si pren­der­an­no la respon­s­abil­ità di lavo­rare dura­mente per il Paese. Osser­vo però, con pro­fon­da delu­sione, che lungimi­ran­za e respon­s­abil­ità sono ter­mi­ni “utopi­ci” e desueti e si addi­cono sem­pre più dif­fi­cil­mente a molti politi­ci attuali, quin­di non riesco ad indi­vid­uare un gius­to com­pro­mes­so per garan­tire un gov­er­no all’I­talia.

D. — Non è remo­ta la pos­si­bil­ità che si deb­ba tornare alle urne presto. Voter­esti di nuo­vo per il par­ti­to che hai scel­to il 24 feb­braio o pren­der­esti in con­sid­er­azione l’ipotesi di cam­biare? E come pen­si che, di fronte a ques­ta pos­si­bil­ità, si com­porter­an­no gli ital­iani?

R: — Pre­mes­so che sec­on­do me è ver­gog­noso che si pos­sa subito tornare alle urne per­ché sarebbe l’en­nes­i­ma dimostrazione di inca­pac­ità di occu­par­si del pro­prio ruo­lo e l’en­nes­i­ma dimostrazione di non curan­za ver­so i prob­le­mi del popo­lo ital­iano, sen­za con­tare le spese che ne con­seguono, il mio ori­en­ta­men­to sarà sem­pre lo stes­so, però vor­rei un cam­bi­a­men­to nelle coal­izioni in modo da essere più tran­quil­la nel­la mia scelta.
Come si com­porter­an­no gli ital­iani? Non ne ho idea, per­ché sec­on­do me molto dipende dal­la regione in cui vivi. La realtà toscana è molto diver­sa dal­la realtà di una regione del sud o di una regione del nord.

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ROBERTO MARINI

rmD. — Come sei usci­to dalle ultime elezioni: delu­so, sod­dis­fat­to, sor­pre­so, indif­fer­ente o che altro?

R. — Direi piut­tosto delu­so per il risul­ta­to del­la sin­is­tra, ma anche incu­rios­i­to dalle poten­zial­ità del suc­ces­so di Gril­lo che potrebbe  final­mente costrin­gere i par­ti­ti ad una seria ver­i­fi­ca del loro legame con i ter­ri­tori. Poi però c’è anche l’incog­ni­ta pop­ulista e le manovre per un gov­ernissi­mo che con­tinui a far pagare sem­pre e soltan­to i soli­ti.

D. — Ognuno ha una sua ricetta per uscire dall’attuale impasse. Come cre­di che si pos­sa attual­mente garan­tire un gov­er­no  all’Italia?

R. — La ricetta per­son­ale non la ho, ma cre­do che il man­uale Cen­cel­li in questo caso sia l’ul­ti­mo stru­men­to da usare. La pro­pos­ta San­toro mi sem­bra un ten­ta­ti­vo apprez­z­abile, anche se le posizioni del movi­men­to 5 Stelle non aiu­tano questo per­cor­so. La prospet­ti­va di tornare a votare non la vedo trop­po remo­ta.

D. — Non è remo­ta la pos­si­bil­ità che si deb­ba tornare alle urne presto. Voter­esti di nuo­vo per il par­ti­to che hai scel­to il 24 feb­braio o pren­der­esti in con­sid­er­azione l’ipotesi di cam­biare? E come pen­si che, di fronte a ques­ta pos­si­bil­ità, si com­porter­an­no gli ital­iani?

R: — Pen­so che con­fer­merei una sola delle mie scelte, quel­la del sen­a­to. Dipende da come si arri­va a nuove elezioni, non cre­do che Gril­lo pos­sa tirare trop­po la cor­da e poi c’è l’incog­ni­ta Berlus­coni e da chi pos­sano venir inter­cettati i voti che il PDL, nonos­tante il risul­ta­to inat­te­so, cre­do con­tin­uerà a perdere e se il PD res­ta intero o no. Tac­ciò per la sin­is­tra che è rimas­ta anco­ra fuori dal par­la­men­to.

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MARTINA PIETRELLI

Martina1D. — Come sei usci­to dalle ultime elezioni: delu­so, sod­dis­fat­to, sor­pre­so, indif­fer­ente o che altro?

R. —  Delusa e anche un po’ arrab­bi­a­ta. Pri­mo per­ché l’Italia ha bisog­no di un gov­er­no che fac­cia quel­lo che serve al paese per ripar­tire e sec­on­do per­ché il PD ha sbaglia­to un rig­ore a por­ta vuo­ta, e ques­ta vol­ta era davvero dif­fi­cile.

 D. — Ognuno ha una sua ricetta per uscire dall’attuale impasse. Come cre­di che si pos­sa attual­mente garan­tire un gov­er­no  all’Italia?

R. — Affi­dan­dosi al Pres­i­dente del­la Repub­bli­ca che ha la saggez­za e la lungimi­ran­za gius­ta per pro­porre un gov­er­no serio e di scopo in gra­do di avere la mag­gio­ran­za suf­fi­ciente per fare tre cose: la rifor­ma del­la legge elet­torale, un dima­gri­men­to serio e inci­si­vo dei costi col­let­tivi del­lo sta­to e del­la polit­i­ca, tre quat­tro mis­ure per ridare ossigeno all’economia (ad esem­pio sbloc­co degli inves­ti­men­ti per i Comu­ni, alleg­ger­i­men­to del­la pres­sione fis­cale sui red­di­ti e sul lavoro, mis­ure di con­cor­ren­za vera nel mer­ca­to dell’energia, delle uten­ze in gen­erale e dei servizi). E poi si può anche tornare a votare. 

D. — Non è remo­ta la pos­si­bil­ità che si deb­ba tornare alle urne presto. Voter­esti di nuo­vo per il par­ti­to che hai scel­to il 24 feb­braio o pren­der­esti in con­sid­er­azione l’ipotesi di cam­biare? E come pen­si che, di fronte a ques­ta pos­si­bil­ità, si com­porter­an­no gli ital­iani?

R: — Ho vota­to PD anche se il can­dida­to pre­mier era Bersani e non Ren­zi, come invece avrei volu­to. Ma se si tornerà a votare, per non cam­biare voto c’è solo un’ipotesi che sono dis­pos­ta a pren­dere in con­sid­er­azione: che sia Mat­teo Ren­zi il nos­tro can­dida­to. Quan­to agli ital­iani, pen­so che vogliano un gov­er­no che cam­bi qual­cosa non che stia lì per tirare a cam­pare. Per cui se chi abbi­amo elet­to non è in gra­do di fare quel­lo che serve gli ital­iani sec­on­do me sono pron­ti a tornare a votare. Basterebbe andar­ci con una legge elet­torale decente. 

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 NICCOLÒ PINI

NiccolòD. — Come sei usci­to dalle ultime elezioni: delu­so, sod­dis­fat­to, sor­pre­so, indif­fer­ente o che altro?

R. — Non pos­so che essere delu­so da queste elezioni per due sem­pli­ci motivi:
Il pri­mo, e più evi­dente, dovu­to a ques­ta legge elet­torale pes­si­ma e dia­bol­i­ca, che regala il 54% dei seg­gi ad un par­ti­to che ha appe­na il 30% dei voti (Cam­era), e rende sostanzial­mente ingovern­abile l’al­tro ramo del par­la­men­to (Sen­a­to). Peg­gio di così.
Il sec­on­do dovu­to dal­la delu­sione ver­so i par­ti­ti (tut­ti) che han­no parte­ci­pa­to a queste elezioni: se il giorno pri­ma del voto non sai anco­ra chi votare è un sin­to­mo evi­dente del­la situ­azione.
In ques­ta cam­pagna elet­torale abbi­amo sen­ti­to di tut­to: dalle pro­poste crim­ino­gene sul con­dono, “all’ig­nav­is­mo” del “un po’ di quel­lo e un po’ di quel­l’al­tro”, per finire con arringhe fomen­ta popo­lo.
Devo dire che se da una parte il M5S è, per con­to mio, crit­i­ca­bile su molti aspet­ti, gli va dato atto di essere rius­ci­to a risveg­liare una grossa parte­ci­pazione del­la gente, dove porterà non si sa; sem­pre meglio del mene­freghis­mo di chi non vota o del voto cieco di chi vota “il par­ti­to”. 

D. — Ognuno ha una sua ricetta per uscire dall’attuale impasse. Come cre­di che si pos­sa attual­mente garan­tire un gov­er­no  all’Italia?

R. — La situ­azione che si è venu­ta a creare è la peg­giore che potesse accadere,qualcuno l’ha defini­ta la tem­pes­ta per­fet­ta, non solo per la totale impos­si­bil­ità di for­mare una mag­gio­ran­za al sen­a­to (vis­to le dichiarazioni degli espo­nen­ti) ma anche per l’ap­prossi­mar­si del­l’elezione del Capo del­lo Sta­to.
Con il PDL che scal­tra­mente porge la mano al PD, il quale la resp­inge cer­can­do accor­di con M5S che li rifi­u­ta cat­e­gori­ca­mente da tutte le par­ti. Stal­lo totale.
Occorre atten­dere che si sbloc­chi qual­cosa, “Inci­u­cio”, “Com­pro­mes­so” chia­mate­lo come volete è questo che si prospet­ta , in Italia siamo maestri, a mag­gior ragione in una situ­azione come ques­ta, dove bisogn­erà eleg­gere un nuo­vo pres­i­dente del­la Repub­bli­ca per andare a nuove elezioni. Ben­z­i­na sul fuo­co di protes­ta.

D. — Non è remo­ta la pos­si­bil­ità che si deb­ba tornare alle urne presto. Voter­esti di nuo­vo per il par­ti­to che hai scel­to il 24 feb­braio o pren­der­esti in con­sid­er­azione l’ipotesi di cam­biare? E come pen­si che, di fronte a ques­ta pos­si­bil­ità, si com­porter­an­no gli ital­iani?

R: — Si, darei lo stes­so voto, è pas­sato trop­po poco tem­po per un ripen­sa­men­to rad­i­cale. C’è chi prospet­ta una rif­les­sione diver­sa come un pos­si­bile cam­bio del voto per evitare un nuo­vo stal­lo post-elet­torale ma non cre­do che sia una inizia­ti­va che deb­ba essere pre­sa dai cit­ta­di­ni, ben­sì dai politi­ci; ques­ta situ­azione è frut­to del­la legge elet­torale, si cam­bi la legge e poi si torni a votare. Quan­do non ci sono pro­gram­mi, leader, par­ti­ti che ti pos­sono portare a votare con­vin­ta­mente, è davvero dif­fi­cile scegliere il voto, si cer­ca nei can­di­dati, nei pro­gram­mi qual­cosa che ti iden­ti­fichi nel voto, si cer­ca di aggan­cia­r­si a prin­cipi, ide­ali che si sono per­si. Oppure si pen­sa al “voto meno peg­gio” o al voto “cal­co­lo elettorale”o “al voto utile”. Cre­do che gli ital­iani abbiano fat­to un grande moto di respon­s­abil­ità ad andare a votare alle ultime elezioni, vis­to la qual­ità del­la classe polit­i­ca, dove l’af­fluen­za è cala­ta non come ci si pote­va aspettare. Pen­so che molti non torner­an­no a votare e che la delu­sione per la polit­i­ca pos­sa crescere, non so se sarà inter­cetta­ta da movi­men­ti di protes­ta ma c’è ques­ta pos­si­bil­ità.

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