Legambiente: sei osservazioni sul progetto Aferpi

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Adriano Bruschi

 PIOMBINO 12 agos­to 2016 — Legam­bi­ente, Cir­co­lo Val di Cor­nia, nel­l’am­bito del pro­ced­i­men­to di ver­i­fi­ca di assogget­ta­bil­ità a VIA,  ha pre­sen­ta­to alla Regione Toscana alcune osser­vazioni sul “Prog­et­to di Ricon­ver­sione Indus­tri­ale e Svilup­po Eco­nom­i­co delle aree del com­p­lesso indus­tri­ale ex-Luc­chi­ni di Piom­bi­no. Nuo­vo Asset­to del­lo Sta­bil­i­men­to Siderur­gi­co AFERPI S.p.A.”:

Osser­vazione 1) accettazione con­fron­to con asset­to di ciclo inte­grale dismes­so
L’im­pat­to ambi­en­tale del­la nuo­va acciaieria com­pren­dente le colate con­tin­ue, il par­co rot­ta­mi e tutte le infra­strut­ture e servizi col­le­gati sono di forte impat­to e non può essere accetta­to un con­fron­to con l’im­pat­to di quan­do fun­zion­a­va il ciclo inte­grale com­pren­dente alto­forno, cok­e­ria ecc. in quan­to questo riguar­da il pas­sato, pri­ma che lo sta­bil­i­men­to fos­se cedu­to a Cevi­tal che poi ha cos­ti­tu­ito la soci­età Afer­pi. Quin­di il prog­et­to in esame non con­siste nel­la ricon­ver­sione di una attiv­ità esistente, si trat­ta di nuovi impianti che non sos­ti­tu­is­cono impianti fun­zio­nan­ti e per questo serve una VIA.

Osser­vazione 2) val­u­tazione dei nuovi impat­ti
L’im­pat­to ambi­en­tale è comunque impor­tante, diver­so da impat­ti del­la sto­ria siderur­gi­ca Piom­bi­nese, e va esam­i­na­to, cal­co­la­to nei suoi vari aspet­ti che per alcu­ni para­metri può essere anche mag­giore, ad esem­pio il rumore o le polveri fini o l’in­quina­men­to provo­ca­to da un par­co rot­ta­mi notevol­mente mag­giore.

Osser­vazione 3) Leg­is­lazione sul­la VIA
La leg­is­lazione vigente nazionale e regionale prevede che la costruzione di un impianto com­p­lesso come quel­lo di una nuo­va acciaieria prevede una Val­u­tazione di Impat­to Ambi­en­tale.
Decre­to leg­isla­ti­vo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice Ambi­en­tale) descrive che:
” L’au­tor­iz­zazione inte­gra­ta ambi­en­tale è nec­es­saria per:
2. Pro­duzione e trasfor­mazione dei met­al­li
2.2. Pro­duzione di ghisa o acciaio (fusione pri­maria o sec­on­daria), com­pre­sa la rel­a­ti­va cola­ta con­tin­ua di capac­ità supe­ri­ore a 2,5 Mg all’o­ra
2.3. Trasfor­mazione di met­al­li fer­rosi medi­ante:
a) attiv­ità di lam­i­nazione a cal­do con una capac­ità supe­ri­ore a 20 Mg di acciaio grez­zo all’o­ra;”
… ” ver­i­fi­ca di assogget­ta­bil­ità di un piano o pro­gram­ma: la ver­i­fi­ca atti­va­ta allo scopo di val­utare, ove pre­vis­to, se piani, pro­gram­mi ovvero le loro mod­i­fiche, pos­sano aver effet­ti sig­ni­fica­tivi sul­l’am­bi­ente e devono essere sot­to­posti alla fase di val­u­tazione sec­on­do le dis­po­sizioni del pre­sente decre­to con­sid­er­a­to il diver­so liv­el­lo di sen­si­bil­ità ambi­en­tale delle aree inter­es­sate”.
“Effet­ti sig­ni­fica­tivi sul­l’am­bi­ente” pos­sono riguardare ad esem­pio i microin­quinan­ti (PCB e Dios­sine) che pos­sono rap­p­re­sentare il prob­le­ma emer­gente, fin qui non val­u­ta­to nelle prece­den­ti autor­iz­zazioni ambi­en­tali.

Osser­vazione 4) Impli­cazioni e impat­ti su aree a forte valen­za ambi­en­tale
Il nuo­vo asset­to indus­tri­ale di AFERPI inter­es­sa inoltre, se pure lim­i­tata­mente alle infra­strut­ture lin­eari (via­bil­ità e bina­ri fer­roviari) a servizio del nuo­vo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co, il sis­tema del ter­ri­to­rio aper­to del P.S., andan­do ad inter­cettare il sub­sis­tema del­la pia­nu­ra costiera ori­en­tale dis­ci­plina­to dal­l’art 43 delle NTA carat­ter­iz­za­to dal­la pre­sen­za delle seguen­ti invari­anti strut­turali (iden­ti­fi­cate come beni ter­ri­to­ri­ali del ter­ri­to­rio aper­to):
— “aree aperte a veg­e­tazione palus­tre” dis­ci­plinate dal­l’art. 56 delle NTA
— “aree di per­ti­nen­za flu­viale” dis­ci­plinate dal­l’art. 57 delle NTA.
Il Piano Strut­turale di area sta­bilisce per le aree aperte a veg­e­tazione palus­tre una dis­ci­plina vol­ta alla con­ser­vazione del suo­lo, del sot­to­suo­lo, delle acque, del­la flo­ra e del­la fau­na preve­den­do inter­ven­ti e attiv­ità final­iz­za­ti alla con­ser­vazione e al ripristi­no delle com­po­nen­ti nat­u­rali ammet­ten­do esclu­si­va­mente infra­strut­ture e attrez­za­ture final­iz­zate alla vig­i­lan­za e alla fruizione col­let­ti­va delle sud­dette com­po­nen­ti nat­u­rali pro­prie del­l’am­bito; per le aree di per­ti­nen­za flu­viale una dis­ci­plina vol­ta alla manuten­zione, l’adegua­men­to e la real­iz­zazione delle infra­strut­ture nec­es­sarie alla con­ser­vazione e ges­tione del­la zona.
Quin­di si trat­ta di val­utare con la VIA, un aggravio degli impat­ti sul­l’am­bi­ente non pre­sen­ti nel­lo sce­nario di fab­bri­ca fino ad ora pre­sente. Anche in questo caso si “pos­sano aver effet­ti sig­ni­fica­tivi sul­l’am­bi­ente e devono essere sot­to­posti alla fase di val­u­tazione” come recita il Decre­to leg­isla­ti­vo n. 152 3 aprile 2006. in Par­ti­co­lare:
ALLEGATO V Cri­teri per la Ver­i­fi­ca di assogget­ta­bil­ità di cui all’art. 20.
2. Local­iz­zazione dei prog­et­ti
Deve essere con­sid­er­a­ta la sen­si­bil­ità ambi­en­tale delle aree geogra­fiche che pos­sono risen­tire del­l’im­pat­to dei prog­et­ti, tenen­do con­to, in par­ti­co­lare:
del­l’u­ti­liz­zazione attuale del ter­ri­to­rio; del­la ric­chez­za rel­a­ti­va, del­la qual­ità e del­la capac­ità di rigen­er­azione delle risorse nat­u­rali del­la zona; del­la capac­ità di cari­co del­l’am­bi­ente nat­u­rale, con par­ti­co­lare atten­zione alle seguen­ti zone:
a)zone umide;
b)zone costiere;
Inoltre, per questo aspet­to, tale prog­et­to si pone in con­trasto alla dis­ci­plina pae­sag­gis­ti­ca regionale.

Osser­vazione 5) Impat­to su infra­strut­ture strate­giche
Il prog­et­to indus­tri­ale di Afer­pi impli­ca vari­azioni del Piano Strut­turale d’area anche sulle infra­strut­ture strate­giche del Comune di Piom­bi­no, soprat­tut­to sul­l’asse di pen­e­trazione al por­to di Piom­bi­no, dis­eg­nan­do un altro per­cor­so del­la stra­da statale 398, non più inter­na alle aree indus­tri­ali, accan­to alla lin­ea fer­roviaria ma det­ta stra­da passerebbe vicinis­si­mo alle abitazioni dei quartieri Pogget­to e Cotone, impat­tan­do e peg­gio­ran­do la qual­ità del­la vita degli abi­tan­ti. Non può non essere val­u­ta­to questo aspet­to con una pro­ce­du­ra di Via.

Osser­vazione 6) Con­clu­sioni man­can­za di un prog­et­to
Il prog­et­to indus­tri­ale di Afer­pi non può non dover essere val­u­ta­to nel pro­prio com­p­lessi­vo impat­to ambi­en­tale, per le com­p­lesse impli­cazioni di emis­sioni, impat­ti pae­sag­gis­ti­ci, oltre a impat­ti di servizi e infra­strut­ture che al momen­to non sono val­utabili, man­can­do un prog­et­to vero e pro­prio, non solo defin­i­ti­vo o esec­u­ti­vo ma neanche pre­lim­inare di mas­si­ma ma solo un Mas­ter­plan che è impos­si­bile da val­utare com­pi­u­ta­mente.

Una risposta a “Legambiente: sei osservazioni sul progetto Aferpi”

  1. Leonardo Mezzacapo says:

    Con­di­vi­do il mas­si­mo rig­ore con il quale si deb­bono val­utare tut­ti gli aspet­ti legati all’am­bi­ente nel suo com­p­lesso di un prog­et­to cosi vas­to e diver­si­fi­ca­to, tut­tavia voglio pre­cis­are i seguen­ti aspet­ti:
    a) è veris­si­mo che il par­co rot­tame sarebbe molto più grande e rumor­oso del prece­dente, pur tut­tavia van­no con­siderati due aspet­ti sig­ni­fica­tivi, pri­mo la lon­tanan­za dalle abitazioni per effet­to del­la quale la rumor­osità diven­terebbe inin­flu­ente e comunque sarebbe sem­pre pos­si­bile prevedere una parete fono assor­bente sul lato più vici­no alle abitazioni;
    b) essendo la qual­ità del­l’ac­ciaio finale, sopratut­to rotaie e barre,legata alla qual­ità del rot­tame utilizzato„questo deve essere di asso­lu­ta qual­ità, spez­zoni di rotaie,lamierini, pro­fi­lati puli­ti ma asso­lu­ta­mente non car­casse di auto che con­tengono plas­tiche e rot­ta­mi inquinati di vario genere (ne risen­tirebbe la qual­ità finale). C’è da prestare atten­zione alle opere civili del par­co rot­tame, poiché devono fun­zionare oltre che da sosteg­no ai carichi e sol­lecitazioni, anche da isolante rispet­to al ter­reno sot­tostante;
    c) un’al­tra fonte cer­ta di rumore, oltre agli impianti di affi­na­men­to denom­i­nati LF (ladle four­nace) pre­sen­ti anche nel prece­dente ciclo, è dovu­ta alla pre­sen­za delle tor­ri di raf­fred­da­men­to dei fumi in usci­ta dal forno elet­tri­co e qui occorre pre­tendere il meglio in quan­to alle opere di insonoriz­zazione degli estrat­tori dei fumi stes­si;
    d) il forno elet­tri­co rag­giunge 130 dba per questo è total­mente inser­i­to in una cap­pa fono assor­bente che garan­tisce 80 dba all’ester­no di ques­ta e 50 dba a 100 metri;
    e) in quan­to a polveri val la pena ricor­dare che i migliori fil­tri instal­lati sui Con­ver­ti­tori Lur­gi Thyssen garan­ti­vano 20mg/ mc, con i forni elet­tri­ci si scende a 10 ed anche meno con facil­ità, gra­zie ad un proces­so molto più con­trol­la­to. Nei forni elet­tri­ci non esistono aumen­ti di pres­sione in cap­pa che invece era­no fre­quen­ti con i Con­ver­ti­tori e gen­er­a­vano aumen­ti improvvisi di polveri dif­fi­cili da captare;
    f) un ulti­mo aspet­to sig­ni­fica­ti­vo, la pro­duzione di CO2 gen­er­a­ta da un proces­so come quel­lo che ave­va­mo è notevol­mente supe­ri­ore a quel­la gen­er­a­ta da un ciclo da forno elet­tri­co, si par­la di 4 a 1 (dati di memo­ria da let­ter­atu­ra tec­ni­ca).

    Un ulti­ma osser­vazione lega­ta al per­cor­so del­la ipotet­i­ca 39: non capis­co per­chè in assen­za di impianti in pro­duzione deb­ba pas­sare vici­no alle abitazioni e non tagliare all’in­ter­no, ma qualo­ra cosi fos­se ed aggiun­go mag­a­ri, cre­do che le prob­lem­atiche per le abitazioni vicine non sareb­bero con­frontabili con quelle sof­ferte fino a poco tem­po fa con la vic­i­na Cok­e­ria. In ulti­mo, spero vera­mente che su tutte le ques­tioni di cui sopra pos­sa esser­ci un con­fron­to e ci sia da battagliare, vor­rebbe dire che il mon­do è ripar­ti­to.

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